er cecato ignazio marino

2015 ODISSEA NELL’IGNAZIO – IL PREFETTO GABRIELLI NON VEDE GLI ESTREMI PER LO SCIOGLIMENTO PER MAFIA DEL COMUNE DI ROMA – MA I REATI TROVATI DALLA COMMISSIONE D’ACCESSO SONO TANTI E LO SCIOGLIMENTO POTREBBE ARRIVARE PER GRAVI IRREGOLARITÀ

Giovanna Vitale per “la Repubblica

 

franco gabriellifranco gabrielli

Non ci sono gli estremi per lo scioglimento del comune di Roma per mafia. Il prefetto di Roma Franco Gabrielli il suo orientamento lo ha già esposto al ministro degll’Interno Alfano. Dalle quasi 900 pagine di relazione firmata dalla Commissione di accesso agli atti che per sei mesi ha scandagliato ogni delibera, verbale d’aula, direttiva dirigenziale e gara d’appalto sfornata dall’amministrazione comunale tra il 2008 e il 2015, emergerebbero gravi violazioni di legge. Ma i presupposti per sciogliere la Capitale per mafia. Il parere del prefetto è quasi pronto e nelle prossime due settimane lo consegnerà ufficialmente al Viminale.

 

Nel documento di Gabrielli non si esclude il commissariamento per i tanti reati commessi ma non per mafia. E forse non è un caso che proprio oggi il governo dovrebbe approvare il decreto che affida al prefetto romano il coordinamento del prossimo Giubileo. Una mossa che sottrae al sindaco la gestione e la responsabilità di uno degli eventi più importanti del prossimo anno.

 

FRANCO GABRIELLIFRANCO GABRIELLI

All’esecutivo, spetterà anche l’ultimo giodizio sul commissariamento. Alministro dell’Interno, in particolare, e poi al consiglio dei ministri. Sempre che non arrivino prima le dimissioni del sindaco o una mozione di sfiducia dell’assemblea capitolina. Perchè è ormai evidente che Palazzo Chigi punta a rinnovare il sindaco. Una cosa è sicura. I rilievi contenuti nelle 900 pagine scritte dalla Commissione di accesso sono pesantissimi.

 

Ripercorrono gli atti dell’inchiesta e si concentrano sui settori che più facevano gola alla banda dell’ex Nar Massimo Carminati e del sodale “rosso” Salvatore Buzzi. E cioè: Ambiente (affidamenti diretti e bandi di gara sulla manutenzione del verde, delle spiagge, della pulizia); Sociale (campi rom); Patrimonio ( dismissione degli immobili disponibili del Campidoglio); Casa (emergenza abitativa e residence).

er cecato ignazio marinoer cecato ignazio marino

 

Un’immensa mole di carte che proverebbero la connivenza degli uomini di Alemanno politici, dirigenti e manager delle aziende comunali - ma pure un coinvolgimento dell’attuale amministrazione. Compresi diversi dirigenti nominati da Marino.

 

Caso emblematico, sottolineato nella relazione della Commissione, è quello del capo Dipartimento Ambiente Gaetano Altamura, finito ai domiciliari con la seconda tranche di Mafia Capitale. E sulla cui nomina, avvenuta dopo l’insediamento dell’attuale amministrazione, lo stesso sindaco venne chiamato a rendere conto nell’audizione tenuta davanti agli ispettori il 21 maggio.

 

 È proprio Altamura l’autore della direttiva sugli appalti da assegnare con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa: il meccanismo attraverso cui le cooperative di Mafia Capitale riuscivano ad aggiudicarsi le gare. Direttiva poi approvata senza colpo ferire dalla giunta. Un assist subito ricompensato dai clan: sulla base di un incontro tra Altamura e Buzzi avvenuto l’8 aprile dell’anno scorso e documentato dal Ros, gli inquirenti hanno formulato l’ipotesi che il dirigente possa aver favorito le cooperative di Buzzi, interessate alla pulizia delle aree verdi negli stabilimenti di Ostia, in cambio della promessa dell’assunzione di due suoi nipoti.

 

ignazio marino   carmine fotiaignazio marino carmine fotia

Ma non c’è solo questo. Nella relazione della Commissione si evidenzia pure il pressing di Buzzi (con telefonate anche al vicesindaco Luigi Nieri) perché al posto di Gabriella Acerbi, inavvicinabile capo del dipartimento Politiche Sociali, venga nominato un dirigente amico, inizialmente individuato in Italo Walter Politano, poi promosso da Marino come responsabile del piano anticorruzione del Campidoglio. O i legami di Giovanni Campennì, esponente delle n’drine clabresi, con le imprese del ras delle cooperative, alle quali subentra in suballato per la pulizia del mercato Esquilino. Una ragnatela di connivenze inestricabile, che l’amministrazione del chirurgo genovese non ha saputo estirpare. E che potrebbe costargli caro.

 

gianni alemannogianni alemanno

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA