MARIA ELENA BOSCHI SPACCA IL PD A ERCOLANO: LA ‘MADONNINA’ DI RENZI IMPONE IL SUO CANDIDATO ALLE COMUNALI, SENZA PRIMARIE O CONFRONTO CON GLI ISCRITTI - RISULTATO? MEZZO PARTITO LOCALE TRASLOCA IN UNA LISTA CIVICA DICHIARANDO GUERRA AL PD
Carlo Tarallo per Dagospia
Benvenuti a Ercolano comune de-renzizzato. La città degli Scavi, in provincia di Napoli, terra difficile, terra di camorra e di spaccio, di ricchezze archeologiche di inestimabile valore valorizzate poco e male, il comune nel cui territorio cade il Gran Cono del Vesuvio, visitato da un milione di turisti ogni anno, si è svegliato questa mattina senza più il Pd. O meglio, con un Partito Democratico semi-azzerato, svuotato del 90% dei suoi dirigenti, iscritti, militanti, simpatizzanti. Il merito? Di Matteo Renzi e soprattutto della sua “strana coppia” di fedelissimi, Luca Lotti e Maria Elena Boschi. Cosa è successo?
E’ successo che a Ercolano si vota e Lotti e la Boschi hanno fatto di tutto, ma proprio di tutto, per imporre un loro pupillo come candidato a sindaco: si tratta di Ciro Buonajuto, giovane consigliere comunale uscente, la cui candidatura è stata ufficializzata venerdì scorso: niente primarie, niente confronto con gli iscritti, niente dialogo con gli alleati.
Ciro Buonajuto con Matteo Renzi
A certificare la candidatura del Lotti-boy è stata il commissario cittadino, la deputata Teresa Armato, spedita a Ercolano giusto una settimana fa, chiamata a sostituire il segretario Antonio Liberti, dopo che questi aveva deciso di candidarsi alle primarie per sfidare proprio Buonajuto, forte dell’ 87% di firme a suo sostegno da parte degli iscritti della sezione Pd. Una discesa in campo, quella di Liberti, seguita a settimane e settimane di polemiche, primarie annunciate e poi rinviate, poi riconfermate e poi di nuovo azzerate, e con un avviso di garanzia che ha colpito il sindaco uscente Vincenzo Strazzullo, mettendolo fuori gioco.
Settimane di polemiche fino al commissariamento: insediatasi a Ercolano con una procedura che in tanti contestano e definiscono illegittima, la Armato è andata avanti a carrarmato, ha eseguito gli ordini del Nazareno e ha fatto piazza pulita di qualunque ipotesi che non fosse la candidatura a sindaco di Buonajuto, senza se e senza ma. Risultato?
Il week end ha fatto registrare la diaspora di quell’87% di iscritti che non hanno accettato l’aut aut, e ora Antonio Liberti, il segretario commissariato, sarà il candidato a sindaco di una coalizione di liste civiche con un simbolo, Partecipazione e Democrazia, con una P e una D belli grandi, a ricordare la provenienza dei dissidenti.
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Liberti contro Buonajuto, Pd contro Pd: gli alleati già prendono posizione e sembrano orientati a sostenere l’ex segretario, a partire dagli alfaniani di Alleanza Popolare, mentre il centrodestra gode e spera in un colpaccio insperato, con il centrosinistra spaccato in due come una mela.
Un centrosinistra che negli ultimi 15 anni, a Ercolano, ha dato vita a esperienza significative nella lotta alla camorra, come il sostegno alla locale associazione antiracket, la cui attività ha consentito di inchiodare in tribunale estorsori dei clan e i loro capi, con tanto di riconoscimenti pubblici da parte della magistratura. Una storia, quella della sinistra ercolanese, spazzata via con un tweet, come si usa ora. Un tweet che ha “incoronato” Buonajuto e fatto scappare via il resto del partito.