PIÙ CHE AUTUNNO CALDO, SETTIMANA BIANCA! - MARIO GIORDANO: “LO SCIOPERO DI VENERDÌ, PRIMA DEL MAXI-PONTE CON IL LUNEDÌ DELL’IMMACOLTA. E CHISSÀ LE ASSENZE PER MALATTIA MARTEDÌ 9 – ’L’ITALIA NON CAMBIA MAI: TUTTO PUÒ ANDARE A PEZZI, MA IL PONTE RESISTE, RESISTE, RESISTE”
Mario Giordano per “Libero quotidiano”
Lotta dura, ponte senza paura. Susanna Camusso, dopo lunghe e profonde meditazioni, ha deciso di proclamare lo sciopero generale: il 5 dicembre. Ovviamente un venerdì. Seguiranno sabato 6, domenica 7 e soprattutto lunedì 8, festa dell’Immacolata. E così anche la Beata Vergine non potrà fare a meno di dare il suo fondamentale contributo alla mobilitazione sindacale della Cgil: quattro giorni consecutivi di astensione dal lavoro, in effetti, sono un’occasione davvero ghiotta per gli italiani.
I quali, in attesa di inaugurare la stagione della ribellione, potrebbero cogliere l’occasione per inaugurare la stagione sciistica. Fischia il vento, infuria lo skilift, scarpe rotte eppur bisogna andar. A prendere lo skypass. Lo vedete come vanno le cose? Ci si aspettava un autunno caldo e invece ora si punta sul gelido inverno: dalla piazza rossa di Roma alla settimana bianca in montagna.
LANDINI E CAMUSSO CONTRO RENZI
Per i milanesi, fra l’altro, l’astensione dal lavoro casca in pieno sul fatidico ponte di Sant’Ambroeus, tradizionale appuntamento per la prima gita sulle nevi, ammesso che le nevi ci siano. Altrimenti va bene anche una gita fuori porta, in agriturismo o al mare d’inverno che è come un film in bianco e nero.
Forse la Camusso aveva proprio questa intenzione: voleva rilanciare il turismo. Grande idea, non vi pare? Senza contare che Raffaele Bonanni, con la sua pensione d’oro, potrebbe aderire allo sciopero direttamente da Cortina o da Courmayeur. Appena presa la solenne decisione dello sciopero generale, i portavoce del sindacato hanno lasciato trasparire l’entusiasmo: la Cgil alza il tiro, hanno detto. Perfetto. Ora, però, c’è da augurarsi che non lo alzi ancora, altrimenti che succede? Un unico ponte fino a Natale?
landini a milano al corteo contro il vertice ue
O magari direttamente fino all’Epifania? La situazione drammatica del Paese, del resto, lo richiede. La Camusso ha riempito le pagine dei giornali con i suoi appelli alla serietà, le parole d’ordine su «confronto e contrattazione», «la dualità del mercato del lavoro», «le tutele dello Statuto e dei diritti», i «destini collettivi», «l’esser cittadini », il «cammino dell’uguaglianza» e mille altre formule meravigliose.
Tutto questo vibrante impegno non merita forse di sfociare in un tradizionale invito all’esodo prenatalizio? Il suo comizio dal palco di San Giovanni, in effetti, lo ha concluso con una formula d’altri tempi: «Al lavoro e alla lotta». Ma s’era dimenticata l’ultimo pezzo: al lavoro e alla lotta, passando per il ponte dell’Immacolata. Qualcuno dirà che noi mercoledì 3. Perché non l’hanno fatto? Non sarebbe stato più bello, più nobile, più convincente?
Insomma: sono settimane che andiamo avanti a discutere di questo sciopero generale: lo famo, non lo famo, lo famo strano, lo famo così e così, lo famo un po’ qui e un po’ lì. E alla fine,dopo tanto tergiversare, dopo gli incontri le canzoncine a Palazzo Chigi («Un’ora sola ti vorrei... »”), er dibattito con i fratelli confederali, la mobilitazione dei consigli di fabbrica, le riunioni del politburo, dopo tutto ciò, quello che si partorisce è questo? Un classico all’amatriciana come lo sciopero di venerdì?
E per di più prima di un maxi-ponte? Cantavano Bella Ciao, in piazza, i fedelissimi con la Camusso Immacolata. Ma forse era meglio se avessero intonato Domenica è sempre Domenica. O sul Ponte di Bassano (con Susanna ci darem la mano). Siccome non siamo cattivi, non ipotizziamo che martedì 9 dicembre le assenze per malattia si moltiplicheranno in tutti i luoghi di lavoro, ma abbiamo il sospetto che sia così. Verificheremo.
manifestazione 23 marzo 2002 articolo 18 circo massimo
Nel frattempo prendiamo atto che la Cgil lancia la proposta a Cisl e Uil di «convergere tutti su quella data» (scelta a caso). Sono in corso dibattiti, spaccature, repliche del governo, «dovevamo aspettare», «non possiamo aspettare», si tratta, si tiene il punto e si rilancia. Però su una cosa sono tutti d’accordo: se sciopero dev’essere, che sia venerdì 5 dicembre, vigilia del week end, vigilia del dì di festa. L’Italia non cambia mai: tutto può andare a pezzi,ma il ponte resiste, resiste, resiste.