“TI AMO! MA STO BENE QUI, GRAZIE” - MATACENA IL LATITANTE SCRIVE UNA LETTERA ALLA MOGLIE: “IO SO CHE NON MI HA TRADITO CON NESSUNO, NÉ SCAJOLA NÉ CALTAGIRONE BELLAVISTA” (MENO MALE, SCIABOLETTA NON RISCHIA PIÙ UNA COLTELLATA IN CARCERE)
Fabrizio Caccia per il “Corriere della Sera”
CHIARA RIZZO MATACENA SULL AEREO FOTO DI MATTEO INDICE
«Amore mio...», così comincia la lettera che Amedeo Matacena, l’ex parlamentare di Forza Italia latitante a Dubai, ha scritto e inviato a sua moglie, Chiara Rizzo, rinchiusa dal 20 maggio nel carcere di Reggio Calabria. «Io lo so che lei non mi ha mai tradito con nessuno, né con Scajola né con Bellavista Caltagirone né con altri - racconta al telefono Matacena -. Perciò le ho scritto che lei è una donna magnifica e sebbene provi rancore nei miei confronti e per questo ha chiesto il divorzio, perché all’improvviso un anno fa la lasciai sola con i nostri due figli per rifugiarmi a Dubai, io prego ogni giorno che cessi la sua sofferenza patita per colpa mia e non cambi mai la sua anima, così testuale le ho scritto, perché questo no, non me lo potrei mai perdonare...».
Matacena dice pure che ha letto l’appello di sua madre, Raffaella De Carolis, scarcerata 48 ore fa, affinché lui si costituisca. Ma non lo farà, almeno per il momento: «Resto a Dubai, non ho alcuna voglia di tornare in Italia, anche se so che per questo motivo tutta la mia famiglia ce l’ha con me. Mi consegnerò alla giustizia italiana solo se la Cassazione eppoi la Corte Europea di Strasburgo dovessero respingere in via definitiva i miei ricorsi contro la condanna passata in giudicato per concorso esterno in associazione mafiosa. Allora sì, mi arrenderò e accetterò il carcere, ma solo perché l’ho promesso a mia moglie, perché spero così di poter riunire un giorno la mia famiglia».
Matacena, da un anno in attesa di estradizione, legge su internet gli articoli dei giornali italiani. E vuole rispondere colpo su colpo: «Ho letto dei biglietti per Sanremo che Scajola avrebbe regalato a mia moglie perché si era invaghito totalmente di lei. Se è per questo, i biglietti per il Festival della Canzone l’ex ministro ce li diede anche in un’altra occasione e all’epoca c’ero io, perciò non ci vedo niente di male. Ho letto pure che la nostra figlia più grande, Francesca, 20 anni, lavorerebbe all’ambasciata italiana di Montecarlo. Non è vero, ha fatto lì un po’ di apprendistato, ma senza essere retribuita e neppure segnalata all’ambasciatore Morabito da me o mia moglie. Semplicemente, Francesca è brava, si è laureata in business e management e l’ambasciata l’ha chiamata dopo una selezione fatta nelle scuole. Io anzi ero pure contrario e le consigliavo di non perdere tempo visto che non era manco retribuita. Comunque adesso non ci lavora più».
CHIARA RIZZO MATACENA CONSEGNATA ALLA POLIZIA ITALIANA AL CONFINE CON LA FRANCIA chiara rizzo matacena b d e ab e fe c d
L’ex deputato di Forza Italia, dunque, rimarrà a Dubai («Io lo sapevo che è molto più sicura di Beirut, visto Dell’Utri?, perché qui negli Emirati non esiste un accordo bilaterale con l’Italia per l’estradizione...») e tutti i giorni così può parlare via Skype con i figli a Montecarlo. Con sua madre Raffaella, invece, non l’ha ancora fatto («Gli avvocati dicono che non sono autorizzato...») ma gli preme comunque sottolineare che i rapporti tra suocera e nuora, malgrado i tanti pettegolezzi, sono «sempre stati buoni», «loro due si assomigliano», «due donne nate per la famiglia», anche dopo che lui, nel 2005, trasferì a Chiara tutti i beni del patrimonio, circa 50 milioni di euro, ora sotto sequestro giudiziario.
CHIARA RIZZO MATACENA E CLAUDIO SCAJOLAcasli52 amedeo chiara matacena
Infine, Matacena torna a parlare della sua condanna definitiva per mafia: «Io vicino alla ‘ndrangheta? Allora mi dovete spiegare perché fino a quando avevo 20 anni la mia famiglia pagava 68 milioni di lire al mese più Iva per stipendiare quattro guardie del corpo armate, due per me e due per mio fratello, al fine di scongiurare il rischio sequestri a Reggio Calabria. E nel ‘95, non l’ho mai rivelato finora, anche Chiara sfuggì per un soffio a un tentativo di rapimento: fu ritrovata sul letto, chiusa con le mani legate dentro a un sacco di juta: i carabinieri scrissero nel verbale che lei si era legata e chiusa nel sacco da sola. Questa è la verità. Ma sono contento perché ora Chiara, dal carcere, ha scritto a nostro figlio più piccolo per dirgli di non avercela con suo padre. Forse, chissà, un giorno torneremo a vivere tutti insieme. Anche se temo resterà un’illusion