TORMENTONE SARDONE – LA PREZZEMOLINA FORZISTA SCRIVE AL “FATTO”: “NON HO PRESO SOLDI DALL’AFOL E NON SONO UNA LECCACULO” – E SELVAGGIA LUCARELLI LE DÀ IL RESTO: “BERLUSCONI EVITA CONTATTI CON LEI, CHE VA FUORI DA CASA SUA AD ARCORE A FARE APPELLI AL MEGAFONO”
1.SARDONE: “IO, CORRETTA SU AFOL” - LUCARELLI: “RACCONTALA GIUSTA”
Ampi stralci della lettera di Silvio Sardone a il “Fatto Quotidiano”
Per quanto riguarda i passaggi su Afol che si riferiscono a vicende passate da ormai anni sulle quali non ho mai avuto alcuna condanna né civile né penale e sulla quale non sono sotto alcun tipo d’indagine evidenzio quanto segue – La mia carica di presidente di Afol era totalmente onorifica. – La nomina del direttore generale in questione è avvenuta su indicazione del consiglio di amministrazione, del quale ai tempi ero un semplice componente. La persona in questione, laureata e ricercatore avrebbe falsificato il curriculum (non dicendolo ovviamente ai membri del Cda, per la cronaca quando fu nominato ero semplice componente del consiglio e nemmeno presidente) per quanto riguarda un’attività svolta (in realtà non svolta) dal medesimo.
Una volta scoperta l’anomalia e preso atto di numerose responsabilità gravi nel suo operato, il Cda che presiedevo lo ha licenziato per giusta causa. Conoscevo il direttore generale per ragioni professionali essendo una studiosa di diritto del lavoro. Ero talmente così amica di questa persona che in qualità di presidente del CdA abbiamo provveduto a licenziarlo!
Non mi sono mai assegnata una consulenza di 25.000 euro e non ho mai fatturato tale somma per un progetto. Anzi ribadisco che il mio incarico di Presidente Afol e membro del Cda era onorifico. Sono stata nel Cda di Afol per circa 4 anni. Nel corso di questi 4 anni ho solo seguito un progetto finanziato con fondi dell’Unione europea.
In merito ai giudizi dei revisori dei conti si ribadisce, come già fatto più volte in passato, che i revisori hanno iniziato a screditare il cda di Afol immediatamente dopo che il medesimo ha ridotto i loro compensi. I revisori che li hanno preceduti fatturavano infatti complessivamente 30.000 euro l’anno mentre loro per l’intero mandato hanno fatturato 420.000 euro. Preso atto di tale differenza il Cda, su indicazione del segretario della Provincia, ha deciso di ridurre i loro compensi. Dal momento in cui hanno visto i loro emolumenti diminuire hanno fatto partire le critiche: un caso?
Clamorosa la cantonata della Lucarelli sulla gara arredi. La mal informata Lucarelli sbaglia completamente contesto e responsabilità sulla questione. Le anomalie non vengono scoperte dai revisori ma sono io a tirarle fuori in azienda dopo una segnalazione da parte di una dipendente. Inoltre, precedentemente, avevo suggerito alla direzione di rivolgersi all’Ikea, una volta negatami tale possibilità ho chiesto di invitare più ditte possibili. L’unica ditta lombarda che aveva partecipato e che aveva proposto una cifra molto più bassa è stata esclusa dall’allora direttore generale (poi dal Cda licenziato) per un vizio di forma!
Rassicuriamo inoltre i cittadini che nemmeno un euro di soldi pubblici è stato speso perché dopo la mia segnalazione tutto è stato prontamente sospeso.
Non ho mai fatto assumere alcun miglior amico né ho mai avuto un autista o baby sitter. La persona a cui si riferisce la Lucarelli non è stata assunta sotto la mia presidenza e non ha mai avuto quei ruoli con me.
Non si capisce di quali buchi di bilancio parli la Lucarelli considerando che il bilancio di Afol è stato chiuso in attivo. Inoltre ribadisco che non esiste alcuna indagine a mio carico da parte della magistratura.
Per quanto riguarda 32 mila euro da restituire non si capisce da dove abbia preso questa notizia la Lucarelli. Per doverli restituire dovrei quantomeno averli percepiti. Passando invece agli altri strampalati giudizi sulla mia persona - Parla di “leccaculismo” descrivendomi. È evidente che non conosce il Partito anche perché se avessi leccato il culo non sarei una semplice consigliera di zona e non attaccherei i “potenti” del Partito che lei stessa alla fine si mette a difendere, forse è lei che lecca il culo? (...)
Nel Circolo del Buon Governo di Dell’Utri ci sarò entrata una volta in tutta la mia vita, se questo vuol dire assiduamente allora vinco assiduamente al gratta e vinci!
Ho solo mandato i miei contatti e una mia breve biografia ai giornali, dove è lo scandalo? E tra l’altro la considero una cosa normalissima per lasciare i propri riferimenti alle redazioni. Inoltre la Lucarelli cade in una grave contraddizione. Se lecco il culo come mai non vado in tv su raccomandazione? Le mail sono la prova provata di un lavoro che parte dal territorio (in tv ci sono andata per alcune attività a Milano e provincia) e che non è frutto di padrini politici ma di militanza e voglia di fare. (...)
La Lucarelli segnala una mia dichiarazione sul pizzo dei rom in stazione e nelle metropolitane intorno ai distributori dei biglietti Atm. Battaglia che rivendico ma capisco possa dare fastidio a chi difende i rom, spesso in maniera ridicola e banale.
Sul futuro di Forza Italia io sogno un partito che sia in grado di rinnovarsi, la Lucarelli no. Ne prendiamo atto.
2. LA CONTROREPLICA DI SELVAGGIA LUCARELLI
Gentile dottoressa Sardone, intanto complimenti per la scrupolosità della sua replica al mio articolo su Il Fatto. Se avesse avuto la stessa scrupolosità nel gestire Afol nel periodo della sua presidenza, magari si sarebbe risparmiata qualche colloquio con i pm. Preciso poi che il mio articolo, ahimè, non occupava la sezione gossip, come da lei auspicato in alcune reazioni scomposte sul web, ma la prima pagina. Se poi, a suo avviso, fatti inerenti la sua condotta in Afol con tanto di assunzioni e conti fuori controllo vanno spostati alla voce gossip, facciamo che da ora in avanti riterremo Alfonso Signorini un inflessibile giuslavorista
Ma veniamo a lei, l'astro morente del nuovo centrodestra: sulla sua disastrosa esperienza in Afol sottoscrivo tutto quello che ho scritto. Se è in grado di smentire di aver raccontato balle a un pm perché sosteneva di non conoscere il direttore generale e di essere stata sbugiardata da tabulati telefonici che dimostravano il contrario o di star restituendo soldi ad Afol (a rate) da lei ottenuti in maniera assai dubbia, lo faccia.
Mi smentisca pure se ribadisco che i revisori dei conti, sotto la sua presidenza, hanno definito la società “gestita male e amministrata peggio”. E se vuole mi smentisca pure nelle sedi legali che minaccia di scomodare e nelle quali la incontrerei volentieri, sempre che il giorno dell'udienza non sia ospite alla Prova del cuoco per parlare di Italicum.
Inoltre, mi domando come mai se in Afol il suo operato è stato così cristallino come narra nella sua convincentissima rettifica, non lo citi neanche nella biografia sul suo sito in cui tra un po’ sono elencate anche la sua popstar preferita e la sua taglia di leggins. Le do invece ragione sulle accuse di approssimazione e di superficialità da lei riscontrate nel mio pezzo. In effetti, ho dimenticato tutta una serie di aneddoti e informazioni piuttosto utili a fornire un quadro completo del suo personaggio.
La quantità esorbitante di preferenze avute in occasione delle ultime elezioni del 2011 e di cui si vanta nel suo sito (testuale: “Nel 2011 ho raddoppiato le preferenze!”), consiste nella stratosferica cifra di 250 voti (in quell'occasione ne aveva avuti di più il candidato di Casini Libertas, faccia una profonda e dolorosa riflessione). Lei lavora otto ore al giorno usufruendo di permessi e ferie per andare in tv, specifica. Dimentica di specificare però che lavora in Serravalle, società non esattamente in buone acque, che però curiosamente ha assunto di recente una serie di personaggi (tra cui lei), tutti legati al solito presidente della Provincia di Milano Podestà.
Curioso che abbiano vinto il bando in Serravalle amici di famiglia di Podestà, figli di amici di Podestà e proprio lei, che con Podestà aveva avuto parecchio a che fare in Afol. “Coincidenze? Non credo”, direbbe Adam Kadmon. (ma io le credo eh, giuro).
Altra imprecisione nel mio pezzo della quale mi scuso fortemente, riguarda le grandi aspettative che avrebbe Berlusconi su di lei. In realtà, secondo molte fonti vicine all'ex premier, Berlusconi sarebbe ben felice di arginare la sua bulimia mediatica e nessuno nel partito sarebbe lieto di averla come portavoce del pensiero del centrodestra. Silvio Berlusconi, suo pigmalione a sua insaputa, evita accuratamente di avere contatti con lei, nonostante si narri perfino di suoi accorati appelli fatti al megafono fuori dalle mura di Arcore su cui molti sarebbero pronti a testimoniare. Dopo “È arrivato l'arrotino!” abbiamo anche “È arrivata la Sardone!”.
La ringrazio comunque per la sua lunga e accorata rettifica, sperando che sia stata scritta di suo pugno e non dal suo fido assistente Christian De Mattia già portaborse di Podestà, assunto casualmente in Afol quando lei era nel cda e pure suo social media manager. Ah, come è piccolo il mondo. La provincia di Milano poi, non ne parliamo neanche.