mattarella tria

GIÙ LE MANI DA TRIA - MATTARELLA CREA UN ARGINE ISTITUZIONALE PER EVITARE CHE IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, CONSIDERATO L’UNICO INTERLOCUTORE DELL’UNIONE EUROPEA, POSSA FINIRE NEL MIRINO DI LEGA E M5S - DA BRUXELLES LA RACCOMANDAZIONE CHE HA RAGGIUNTO ANCHE IL QUIRINALE NEGLI ULTIMI GIORNI È CHIARA: DAVANTI AD ATTEGGIAMENTI DI SFIDA LA PRIMA SANZIONE VERREBBE DAI MERCATI E DALLO SPREAD…

Fabio Martini per “la Stampa”

giovanni tria

 

Le recenti, battagliere esternazioni dei due capi della maggioranza Luigi Di Maio e Matteo Salvini sul rapporto con Bruxelles in vista della prossima Legge di Stabilità sono state prese molto sul serio dal Capo dello Stato. Pur non rappresentando dichiarazioni di guerra nei confronti dell' Ue e pur proiettando in un futuro imprecisato il superamento dei vincoli europei, il tono arrembante delle dichiarazioni ha indotto il Quirinale ad accendere i riflettori sul percorso che porterà alla stesura della Legge di Bilancio.

 

conte e tria

Ecco perché il Capo dello Stato, per Costituzione garante del rapporto tra Italia e Ue in rapporto ai vincoli di bilancio, ha deciso un giro informale di incontri. Col presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha già visto e con la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati e con quello della Camera Roberto Fico, che incontrerà nei prossimi giorni, al fine di prevenire degli attriti che potrebbero portare a una crisi di governo.

 

Naturalmente il Capo dello Stato non ha alcuna intenzione di interferire sul percorso legislativo e neppure su quello che precede la presentazione alle Camere del testo della Legge di stabilità, ma la sua moral suasion sarà indirizzata ad evitare un combinato disposto di norme fuori dai parametri e di dichiarazioni che suscitino pericolosi corti circuiti. Anzitutto con la Commissione europea.

GIOVANNI TRIA

 

Ma anche con i mercati. Da Bruxelles la raccomandazione che ha raggiunto anche il Quirinale negli ultimi giorni è chiara: davanti ad atteggiamenti di sfida la prima sanzione verrebbe dai mercati e dallo spread. Una sanzione sostanziale che rischierebbe di manifestarsi prima di quella formale da parte della Commissione europea, chiamata a pronunciarsi in autunno sul progetto di Legge di Stabilità che il governo è tenuto a presentare entro il 15 ottobre.

 

Se l' imperativo del Capo dello Stato è scongiurare corti circuiti pericolosi per la stabilità del Paese, del tutto conseguente la sintonia tra il Quirinale e il ministro dell' Economia Giovanni Tria. Nell' intreccio di dichiarazioni ed interviste ad opera dei principali ministri del governo, proprio Tria non ha dato margini ai «contestatori» di Bruxelles.

 

matteo salvini luigi di maio

In una intervista al «Washington Post», il ministro dell' Economia ha messo a verbale alcune affermazioni inequivocabili. La prima: «Non c' è nessuna discussione sul fatto che l' Italia appartenga o meno all' Ue o all' Eurozona». Come finanziare una riforme costosa come la flat tax? «Se abbassi alcune tasse devi aumentare il gettito proveniente da altre tasse».

 

Dichiarazioni che, non soltanto al Quirinale, sono parse distanti da quelle dei due leader di governo, ma anche da un personaggio influentissimo tra i Cinque Stelle come Davide Casaleggio. Il vicepremier Matteo Salvini ha annunciato: «Andremo oltre i numeri Ue».

 

SALVINI DI MAIO CONTE

Una frase che può voler dire tante cose: al momento opportuno può essere rincarata ma anche occultata. Certo, Salvini ha usato parole di sfida, anche rispetto a tabù che finora sono stati tollerati in silenzio: «Cercheremo di cambiare anche alcuni numeri scelti a tavolino a Bruxelles, che molti Paesi Ue - come Francia, Spagna e Germania - ignorano bellamente».

E Di Maio, pur usando espressioni da Prima Repubblica («Non dobbiamo tirare a campare») si è messo sulla stessa sintonia, indicando come obiettivo la modifica dei «parametri europei».

 

DELVOX TRIA SALVINI DI MAIO

Posizioni distanti da quelle di Tria e che ripropongono quella solitudine dei ministri dell' Economia che è una caratteristica di molti degli «inquilini» di via Venti Settembre. Nel passato diversi di loro, compreso Pier Carlo Padoan (solidissimo e apparentemente imperturbabile), sono stati presi dalla tentazione di gettare la spugna davanti alla generale ostilità che circonda tutti i propugnatori di una spesa misurata.

 

È ancora presto per capire se un sentimento di questo tipo abbia preso anche il ministro Tria, ma indubbiamente il «monitoraggio» del Capo dello Stato e la sua iniziativa con i tre presidenti (Consiglio, Senato e Camera) se non può essere banalizzata come una «blindatura» del ministro dell' Economia, segnala però un sostegno di Mattarella a Giovanni Tria.

Ultimi Dagoreport

putin musk zelensky von der leyen donald trump netanyahu

DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA ESTERA POTREBBE CHIUDERE LE GUERRE IN UCRAINA E MEDIORIENTE (COSTRINGENDO PUTIN E ZELENSKY ALLA TRATTATIVA E RISPOLVERANDO GLI ACCORDI DI ABRAMO TRA NETANYAHU E IL SAUDITA BIN SALMAN) – I VERI GUAI PER TRUMPONE SARANNO QUELLI "DOMESTICI”: IL DEBITO PUBBLICO VOLA A 33MILA MILIARDI$, E IL TAGLIO DELLE TASSE NON AIUTERÀ A CONTENERLO. ANCORA: ELON MUSK, PRIMA O POI, SI RIVELERÀ UN INGOMBRANTE ALLEATO ALLA KETAMINA CHE CREA SOLO ROGNE. LA MAXI-SFORBICIATA AI DIPENDENTI PUBBLICI IMMAGINATA DAL “DOGE” POTREBBE ERODERE IL CONSENSO DEL TYCOON, GIÀ MESSO A RISCHIO DAL PIANO DI DEPORTAZIONE DEI MIGRANTI (GLI IMPRENDITORI VOGLIONO LAVORATORI A BASSO COSTO) – I GUAI PER L’EUROPA SUI DAZI: TRUMP TRATTERÀ CON I SINGOLI PAESI. A QUEL PUNTO GIORGIA MELONI CHE FA: TRATTA CON "THE DONALD" IN SEPARATA SEDE O RESTERÀ "FEDELE" ALL'UE?

simona agnes gianni letta giorgia meloni rai viale mazzini

DAGOREPORT – TOH! S’È APPANNATA L’EMINENZA AZZURRINA - IL VENTO DEL POTERE E' CAMBIATO PER GIANNI LETTA: L’EX RICHELIEU DI BERLUSCONI NON RIESCE A FAR OTTENERE A MALAGÒ IL QUARTO MANDATO AL CONI. MA SOPRATTUTO FINO AD ORA SONO FALLITI I SUOI VARI TENTATIVI DI FAR NOMINARE QUEL CARTONATO DI SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA DELLA RAI A SCOMBINARE I PIANI DI LETTA È STATO CONTE CHE SE NE FREGA DEL TG3. E L'INCIUCIO CON FRANCESCO BOCCIA L'HA STOPPATO ELLY SCHLEIN – PARALISI PER TELE-MELONI: O LA AGNES SI DIMETTE E SI TROVA UN NUOVO CANDIDATO O IL LEGHISTA MARANO, SGRADITO DA FDI, RESTA ALLA PRESIDENZA "FACENTE FUNZIONI"...

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT – AVANTI, MIEI PRODI: CHI SARÀ IL FEDERATORE DEL CENTRO? IL “MORTADELLA” SI STA DANDO UN GRAN DA FARE, MA GUARDANDOSI INTORNO NON VEDE STATISTI: NUTRE DUBBI SUL CARISMA DI GENTILONI, È SCETTICO SULL'APPEAL MEDIATICO DI RUFFINI, E ANCHE RUTELLI NON LO CONVINCE – NON SOLO: SECONDO IL PROF NON SERVE DAR VITA A UN NUOVO PARTITO MA, COME IL SUO ULIVO, OCCORRE FEDERARE LE VARIE ANIME A DESTRA DEL PD - NON BASTA: IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE CHE DOVRA' SFIDARE IL REGIME MELONI, SECONDO PRODI, NON DOVRÀ ESSERE IL SEGRETARIO DI UN PARTITO (SALUTAME ‘A ELLY)…

giorgia meloni romano prodi elon musk donald trump ursula von der leyen giovanbattista fazzolari

COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA PIAGA: “L’ESTABLISHMENT AMERICANO ADORA LA MELONI PERCHÉ OBBEDISCE” - OBBEDIENTE A CHI? AI VERI ‘’POTERI FORTI’’, QUEI FONDI INTERNAZIONALI, DA BLACKSTONE A KKR, CHE FINO A IERI LO STATALISMO DI MELONI-FAZZOLARI VEDEVA COME IL FUMO AGLI OCCHI, ED OGGI HANNO IN MANO RETE UNICA, AUTOSTRADE, BANCHE E GRAN PARTE DEL SISTEMA ITALIA - E QUANDO SI RITROVA L’INATTESO RITORNO AL POTERE DI TRUMP, ECCOLA SCODINZOLARE TRA LE BRACCIA DI ELON MUSK, PRONTA A SROTOLARE LA GUIDA ROSSA AI SATELLITI DI STARLINK - LA FORZA MEDIATICA DI “IO SO’ GIORGIA” VA OLTRE QUELLA DI BERLUSCONI. MA QUANDO I NODI ARRIVERANNO AL PETTINE, CHE FARÀ? DA CAMALEONTICA VOLTAGABBANA TRATTERÀ I DAZI CON TRUMP O RESTERÀ IN EUROPA? - MA C’È ANCHE UN ALTRO MOTIVO DI RODIMENTO VERSO PRODI…