renzi isolato europa

MATTEO, UN GRANDE AVVENIRE ALLE SPALLE – IL DUCETTO CONFIDA: “NON SO SE TORNERO’ A PALAZZO CHIGI”. SOLO UN ANNO FA ERA SICURO DI RESTARCI FINO AL 2023 – L’ECLISSI DI UN RENZI QUALUNQUE, SUPERATO NEI SONDAGGI ANCHE DA MINNITI E GENTILONI. E SCOPRE I FISCHI DELLA GENTE AI COMIZI 

 

Paolo Bracalini per il Giornale

 

la forma fisica di matteo renzi  5la forma fisica di matteo renzi 5

«Non so se tornerò a Palazzo Chigi...». Non fosse Matteo Renzi a pronunciare questa frase, non ci sarebbe nulla di strano. Ma parliamo di un leader che solo pochi mesi fa dava praticamente per scontata (lui, come pure molti dei suoi avversari) una lunga permanenza al potere, tanto lunga da dover essere interrotta volontariamente, perché «non si può restare fino a 80 anni, bisogna fare come negli Usa, due mandati e poi vai a fare altro» disse sempre Renzi, chiarendo che non si sarebbe incollato alla poltrona malgrado la vittoria già in tasca alle successive elezioni per mancanza di competitor all' altezza («Renzi non ha avversari» era l' analisi condivisa della situazione).

 

renzi lascia palazzo chigirenzi lascia palazzo chigi

Invece l' altro giorno l' ex premier predestinato ad un decennio (almeno) di onnipotenza, si è presentato come un leader non più sicuro di vincere, precocemente indebolito dopo essere stato considerato imbattibile. «Non so se tornerò a Palazzo Chigi, ma so che i miei mille giorni per un 39enne senza padrini nè padroni dimostrano che tutto è possibile, che tutto si può fare: bisogna crederci e non lasciare il futuro a chi si lamenta» ha spiegato Renzi a Marsala ultima tappa del suo tour elettorale in Sicilia, in vista di un' elezione molto complicata per il Pd. Addirittura, in sala si è materializzata la parola «tramonto», impensabile accostamento a Renzi solo poco tempo fa. «Tramonto? Macché, non è vero, noi siamo l' alba» la risposta di Renzi.

matteo renzi 3matteo renzi 3

 

Ma siamo passati al regno del possibile, non più alle certezze. Per misurare la profondità della mutazione in così poco tempo basta confrontare poche frasi. Solo un annetto fa nessuno faceva una piega di fronte all' affermazione di sicurezza al limite dell' arroganza: «Io conto di arrivare al massimo a febbraio 2023. Dopo sarò libero cittadino, io devo cambiare il Paese e non un ufficio» spiegò Renzi.

 

RENZI PDRENZI PD

Al massimo fino al 2023, ma dopo il secondo mandato basta, perchè «bisogna recuperare la regola dei due mandati, una volta in Italia si cominciava a fare politica a 20 e si finiva a 80», invece «il modello deve essere quello degli Usa: fai due mandati e poi vai a fare altro, io a 48 andrò a fare altro». Ma per scelta, ovvio. Ancora più siderale la distanza con il Renzi dei primi giorni di governo, al massimo della popolarità, quando viaggiava sul 60% di consenso personale.

 

renzi nella sede pd del nazarenorenzi nella sede pd del nazareno

La scorta? Macché: «Guardate, a me la scorta non mi garba, non la voglio, grazie. La mia scorta è la gente». Ora è difficile che, quando si presenta in pubblico, la «gente» non lo contesti. Il suo blog, lanciato in pompa magna come «il luogo dove camminare verso il futuro. Insieme, in tanti», è ormai prossimo alla rottamazione, l' ultimo post è del 10 luglio, pochi i commenti.

 

Non che tra i compagni del Pd il clima sia migliore. Dopo le primarie stravinte senza avere contro i big, ma nel partito si punta ad un' alternativa. Gentiloni è la carta neppure segreta che la fronda piddina vuole giocarsi per mandare in panchina Renzi. E poi c' è il fenomeno Minniti: i sondaggi dicono che il ministro dell' Interno, grazie alla linea dura sull' immigrazione, supera di dieci punti Renzi nel gradimento (rilevazione Ipr Marketing). «Il futuro prima o poi torna» è stato lo slogan di Renzi. Per lui, basterebbe tornasse anche solo un po' di passato.

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…