scarpinato feltri facci

MATTIA FELTRI DEMOLISCE “LA REQUISITORIA” DI ROBERTO SCARPINATO: "HA PARLATO DI STRATEGIA DELLA TENSIONE, DI NEOFASCISMO EVERSIVO ALLEATO DELLA MAFIA E DEL CAV CHE HA INTRATTENUTO PLURIENNALI RAPPORTI CON LA CUPOLA MAFIOSA. SONO QUASI CERTO CHE ALLA FINE ABBIA CHIESTO 15 ANNI DI RECLUSIONE PER GIORGIA MELONI" – FACCI RICORDA CHE DA MAGISTRATO SCARPINATO "FU ACCUSATORE NEL FALLIMENTARE PROCESSO ANDREOTTI, GIUNSE A IPOTIZZARE CHE TRA IL '91 ED IL '93 COSA NOSTRA PROGETTÒ DI DIVIDERE IL MERIDIONE DAL RESTO D'ITALIA E SPIEGO’ CHE..."

Mattia Feltri per “La Stampa”

 

MATTIA FELTRI

Molto bello ieri il dibattito al Senato. Per esempio ho molto apprezzato il senatore Luigi Spagnolli del Pd, indisposto a concedere fiducia a Giorgia Meloni, colpevole di aver pensato a un ministero del Mare e non a uno della Montagna.

 

Per la natura di questa rubrica, non posso dilungarmi e mi concentro sull'accattivante intervento del senatore Roberto Scarpinato, riveritissimo e ormai pressoché mitologico magistrato antimafia ora eletto al Parlamento col Movimento Cinque Stelle.

 

Mi scuso in anticipo perché non sono sicurissimo di averlo capito a fondo, ma ha parlato di strategia della tensione, di neofascismo eversivo alleato della mafia, di autori di stragi condannati con sentenza definitiva, di Franco Freda, di Carlo Maria Maggi, di Giovanni Ventura, di Ordine nuovo, di formazioni politiche variamente denominate e dedite al sovvertimento della Costituzione del 1948,

ROBERTO SCARPINATO

 

del generale Gianadelio Maletti, già condannato a diciotto mesi con sentenza passata in giudicato per favoreggiamento degli autori della strage di piazza Fontana, di depistaggi di indagini posti in essere, di fattispecie di reato, di mandanti ed esecutori, in particolare di mandanti eccellenti, di colletti bianchi, la mafia dei colletti bianchi, ovvero la corruzione, e il leader di uno dei partiti della maggioranza ha intrattenuto pluriennali rapporti con la cupola mafiosa, per cui Dell'Utri, condannato in via definitiva, tale reato, a seguito della sentenza, e insomma lo so, ho perso presto il filo del discorso, ma sono quasi certo che alla fine Scarpinato abbia chiesto quindici anni di reclusione per Giorgia Meloni.

 

2 - IL PM FALLITO INVENTA LE STRAGI MELONIANE

Filippo Facci per “Libero quotidiano”

 

FILIPPO FACCI

La grana del cervello di Roberto Scarpinato era piuttosto nota, ergo a essere responsabile di tutto il tempo che fa perdere è solo chi ha permesso che sedesse in un tempio sacrale come il Senato dopo che lui, per una vita, aveva giudicato sacrale ogni suo atto da magistrato.

 

Noi navigati della giudiziaria ci siamo pure abituati alle fumisterie dietrologiche di questo neoprodotto senile del grillismo: ma Giorgia Meloni magari no, quindi potrebbe anche essersi invero stupita, ieri, quando si è sentita additare come una che ha «eletto a figure di riferimento alcuni personaggi che sono stati protagonisti del neofascismo e tra i più strenui nemici della nostra Costituzione», con menzione per Pino Rauti che fondò Ordine Nuovo (1965) e relative azioni incubatrici di «idee messe in opera nella strategia della tensione», già sanzionate con «sentenze definitive» su stragi hanno «insanguinato il nostro Paese» eccetera.

 

ROBERTO SCARPINATO

Insomma, una requisitoria come tante delle sue, con citazioni dei soliti Franco Freda, Giovanni Ventura, Carlo Digilio, Carlo Maria Maggi e altra gente morta. Tralasciamo la citazione del defunto generale Gianadelio Maletti (a cui in Senato, in aprile, dedicò un convegno: scandalo) perché mettersi a seguire Scarpinato nei suoi percorsi porta alla labirintite.

 

Registriamo per mera cronaca che il presidente del Consiglio ha reagito così: «Un approccio così smaccatamente ideologico mi stupisce fino a un certo punto, perché l'effetto transfert che Lei ha fatto tra neofascismo, stragi e sostenitori del presidenzialismo, è emblematico del teorema di una parte della magistratura che è partito dal depistaggio e dal primo giudizio sulla strage di via d'Amelio. È tutto quello che ho da dire».

 

DIETROLOGIA

Ed è pure troppo, per Roberto Maria Ferdinando Scarpinato da Caltanissetta: un archetipo della toga della Trinacria più pura e dietrologica, malfidente, dietrologica, storicizzante e adesso-ti-spiego, un personaggio inquietante non solo per le sue barbe e le sembianze mefistofeliche.

 

filippo facci 77

Tutti a ricordarlo come ex fallimentare accusatore del fallimentare processo Andreotti (processualmente parlando) ma nessuno che sappia o ricordi che ora siede in Senato, appunto tempio della democrazia: e però da antimafioso professionista, nel 2003, fu autore di teorizzazioni arditissime e spiegò che alla democrazia, tutto sommato, si potrebbe anche rinunciare: «Bisogna sospendere autoritativamente la democrazia elettiva aritmetica al fine di salvare la democrazia sostanziale...

 

Nella nuova Costituzione europea bisogna pure porre il problema degli interventi politici e istituzionali, compreso, come estrema ratio, il commissariamento europeo nei confronti degli Stati membri i cui vertici dovessero risultare in collegamento con la criminalità organizzata». Lo scrisse su Micromega.

 

Poi si meritò un procedimento disciplinare del Csm (sappiamo come finiscono) per una frase pronunciata proprio durante una commemorazione per la strage di via D'Amelio nel 2010: «Stringe il cuore a vedere talora tra le prime file, nei posti riservati alle autorità, anche personaggi la cui condotta di vita sembra la negazione dei valori di giustizia e legalità per i quali tu ti sei fatto uccidere».

 

MARCELLO DELL UTRI E SILVIO BERLUSCONI

Una frase come tante sue, ripetiamo, pronunciata da un personaggio che andrebbe raccontato: se ce ne fregasse sinceramente qualcosa. Ma, parlando in fin dei conti di una fiducia al Senato, non è chiaro quanto importi, ora, ricostruire le elaborazioni tra le più incredibili da lui sviluppate. Indimenticabile l'inchiesta «Sistemi criminali» in cui giunse a ipotizzare che tra il '91 ed il '93 Cosa Nostra avrebbe progettato di dividere il Meridione dal resto d'Italia grazie all'appoggio della massoneria deviata e dell'estrema destra, questo dopo essersi accordata in qualche modo con le leghe del Nord e prima di trovare un nuovo referente, alla fine del 1993, in Forza Italia. L'inchiesta - che strano - è stata archiviata. E ci sarebbe un sacco di altra roba da dire su Scarpinato. Ma è finita la voglia. È finito lo spazio. È finito il tempo: il suo.

SILVIO BERLUSCONI E MARCELLO DELL UTRIMATTIA FELTRI

Ultimi Dagoreport

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E TUTTO SAREBBE FINITO LÌ. INVECE LA MAL-DESTRA HA PRESO IL SOPRAVVENTO BUTTANDOLA IN CACIARA E METTENDO NEL MIRINO IL PROCURATORE LO VOI, MOLTO LONTANO DALLA SINISTRA DELLE “TOGHE ROSSE” - QUELLO CHE COLPISCE DEL PASTICCIACCIO LIBICO È CHE SIA STATO CUCINATO CON I PIEDI, MALGRADO LA PRESENZA A FIANCO DI GIORGIA MELONI DI UN TRUST DI CERVELLONI COMPOSTO DA UN EX MAGISTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA (CARLO NORDIO), UN PREFETTO A CAPO DEGLI INTERNI (MATTEO PIANTEDOSI) E DI UN ALTRO EX GIUDICE ALFREDO MANTOVANO, SOTTOSEGRETARIO DI STATO - NELL’INCONTRO AL COLLE, LA DUCETTA HA ILLUSTRATO A MATTARELLA (CHE RICOPRE ANCHE LA CARICA DI PRESIDENTE DEL CSM), COSA AVREBBE TUONATO VIA SOCIAL CONTRO LE “TOGHE ROSSE”? OVVIAMENTE NO… - I VOLI DI STATO PER IL TRASPORTO DI AUTORITÀ, LE MISSIONI E GLI INTERVENTI A FAVORE DI PERSONE COINVOLTE IN “SITUAZIONI DI RISCHIO” (DA CECILIA STRADA AD ALMASRI), VENGONO EFFETTUATI DAI FALCOM 900 DELLA CAI, LA COMPAGNIA AERONAUTICA DI PROPRIETÀ DEI SERVIZI SEGRETI, CHE FA BASE A CIAMPINO

romano prodi dario franceschini giuseppe conte elly schlein

DAGOREPORT - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO DEL CENTRO-SINISTRA IN VISTA DELLE REGIONALI 2025 E DELLE POLITICHE DEL 2027? A PARTE FRANCESCHINI, L’HANNO CAPITO TUTTI CHE MARCIANDO DIVISI, PER I PARTITI DELL’OPPOSIZIONE LA SCONFITTA È SICURA - CHIUSA NEL BUNKER DEL NAZARENO CON UNA MANCIATA DI FEDELISSIMI, ELLY SCHLEIN HA GIÀ UN ACCORDO SOTTOBANCO COL M5S DI CONTE PER MARCIARE UNITI ALLE PROSSIME REGIONALI IN TOSCANA, CAMPANIA E PUGLIA E VENETO. UNA VOLTA UNITE LE FORZE, LE PRIME TRE, ACCORDO IN FIERI COL REGNO DI NAPOLI DI DE LUCA, IL SUCCESSO PER L’OPPOSIZIONE È SICURO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027 VINCERÀ L’IDEA DI UN ‘’PARTITO-PLURALE’’ CON ELLY CHE SI ACCORDERÀ CON IL PADRE NOBILE E SAGGIO DELL’ULIVO, ROMANO PRODI, SULLE PRIORITÀ DEL PROGRAMMA (NON SOLO DIRITTI CIVILI E BANDIERE ARCOBALENO), E FARÀ SPAZIO ALL'ANIMA CATTO-DEM DI BONACCINI, GENTILONI, GUERINI, RUFFINI...

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO