STAMPA BASTARDA – “IL MATTINALE” DI BRUNETTA SBEFFEGGIA “IL FOGLIO” RENZIANO, “ANCORA NOSTALGICO DEL PARTITO DELLA NAZIONE” – NEL PD SI SCANNANNO, ALTRO CHE “QUALCHE TENSIONE” – “MERLO, FORSE A CAUSA DELLE INFORMAZIONI SULLA NUOVA PROPRIETÀ, FA IL CANTORE CON L’ARPA DELLE SUBLIMI RIFORME RENZIANE”
Editoriale de “Il Mattinale” a cura di Renato Brunetta
renato brunetta pierfrancesco pingitore
Sul “Foglio” si leggono i dati del voto con l'occhio della corrente moderata e dialogante del renzismo ancora nostalgico di Partito della Nazione. Gli diamo ragione su un punto: non è affatto vero (come scrive oggi Pietro Ignazi su “Repubblica”) che ci sia un tripolarismo tipo roulette russa. C'è un bipolarismo. Non è paragonabile la forza di un Movimento 5 Stelle a quelle di centrodestra e centrosinistra. Dunque la vera posta in gioco è l'unità di questi due schieramenti.
Bastano il titolo e il sommario per capire: “Il bipolarismo sta meglio di voi. Il centrodestra esiste e il Pd ha un progetto. Sono gli altri in difficoltà”. Piccola domanda al bravo direttore Claudio Cerasa però: qual è il progetto del Pd? Quello di spiaccicare gli avversari interni? Con eufemismo che somiglia davvero pochissimo al carattere del fondatore Giuliano Ferrara, si riduce lo scannatoio messicano della sinistra a “qualche tensione”. Dio mio, com'è politically correct questo Cerasa.
CRIPPA IN VENETO. Da Milano, il vice Maurizio Crippa, forse meno influenzato dal corso del Tevere e dell'Arno, confeziona un eccellente ritratto di Luca Zaia. Mostra come non sia affatto egemone nel centrodestra l'egemonia della destra lepeniana. Tanto meno nel Veneto dove si potrebbe supporre il contrario visti i risultati elettorali del Carroccio. Eppure sorpresa: in Veneto Zaia ha trionfato perché nella pratica di governo e nel modo di porsi non ha nulla di lepenista, e si prospetta un futuro di buon governo alimentato dal buon senso, e dove si prospetta un interessante esperimento che anticipa l'alternativa vincente a Renzi.
Scrive Crippa: “In quest'ottica non è escluso che, come in passato il 'buongoverno' veneto e le idee di un Renato Brunetta, propugnatore di flat tax e riforme liberali e veneto pure lui, possano incontrarsi di nuovo”. No, che non è affatto escluso...
MERLO MINOR. Il punto più strabiliante di renzismo militante lo raggiunge Salvatore Merlo. Smentisce il bipolarismo dell'editoriale e gli scenari di un centrodestra propositivo di Crippa. Figuriamoci: Merlo, forse a causa delle informazioni sulla proprietà e le sue idee politiche, fa il cantore con l'arpa della sublime porta nazarena presidiata dagli arcangeli Scalfarotto e Tonini. Saranno loro gli artefici delle riforme renziane. Dipinge, con il loro aiuto, chiunque non sia della truppa scelta capitata dalla ministra Boschi come una banda squinternata, che solo la sagace pazienza e capacità sdrammatizzante dei due sopracitati personaggi riesce a dipingere benevolmente come “caleidoscopio inebriante”.
Per fortuna però ci sono Scalfarotto e Tonini, guidati con sicura prosa barocca anzi rococò da Merlo, che riusciranno nell'impresa. Infatti vinceranno, e le riforme passeranno, per una ragione formidabile. “La paura delle elezioni”. Vero? Forse. Di certo anche la paura della disoccupazione aiuta molto i giornalisti a stare con Renzi, o no?
Di certo il vero caleidoscopio inebriante, o forse anche un po' inebriato, oggi è proprio il “Foglio”...
scalfarotto leopoldagiorgio tonini