salvini ballerina papeete

L'ESTATE PAZZA DI MATTEO SALVINI – MATTIOLI: GLI EDITTI DA SPIAGGIA, LE GRANDI MANOVRE E IL "BULLISMO" NEI CONFRONTI DI DI MAIO CHE ALLA FINE LO HA BEFFATO. PIU’ CHE DI VANITA’, IL 'CAPITANO' HA PECCATO DI “HYBRIS”: TUTTO GLI SEMBRAVA POSSIBILE E ALLA FINE TUTTO GLI È SFUGGITO DALLE MANI - E ADESSO? RIPARTE DALLE PIAZZE E RIPRENDE LA CAMPAGNA ELETTORALE MA NELLA LEGA QUALCHE MAL DI PANCIA GIÀ AFFIORA. L’INSISTENZA CON CUI GIORGETTI RIPETE CHE...

ALBERTO MATTIOLI per la Stampa

 

matteo salvini balla al papeete

Chi abbia davvero vinto alla riffa della crisi, ancora non è chiaro. Di sicuro, si sa chi ha perso: Matteo Salvini, precipitato in pochi giorni dall' onnipotenza all' irrilevanza, dall' altare alla polvere, dalle stelle (non cinque) alle stalle, dal tutto al nulla. Perfino al Tg2, il Capitano non è più il titolo di apertura.

 

L' attuale classe politica, già in difficoltà con l' italiano, non ricorrerebbe mai al latino. Ma scommetteremmo che a qualche vecchio saggio democristiano tipo Mattarella sarà venuto in mente Genesi, 3, 19, «memento qui pulvis es et pulverem reverteris», oppure Ecclesiaste 1, 2, «vanitas vanitatum et omnia vanitas».

 

Ma forse più che di vanitas il Capitano ha peccato di hybris, in un' estate dove tutto gli sembrava possibile e alla fine tutto gli è sfuggito dalle mani.

 

MIRKOLINO DJ E SALVINI

Un' estate dove il Papeete Beach di Milano Marittima era diventato la succursale del Viminale o, perfino, in proiezione, di Palazzo Chigi e magari pure di Palazzo Venezia. Un' estate da uomo forte, di editti da spiaggia, di giornalisti sfanculati in diretta Facebook, di onnipresenza mediatica e onnipotenza social e perfino di sogni in infradito sui «pieni poteri».

 

Bullizzando Di Maio e pentasoci fra un mojito e un bagno nell' Amarissimo come già un illustre predecessore, lui però a Riccione, mentre alle Europee entravano milioni di voti, le barche dei disperati non entravano nei porti, sotto l' ombrellone il Paese pareva apprezzare e a detta di tutti l' omo de panza era anche omo de sostanza, lanciato verso gli immancabili destini che in Italia, chissà perché, alla fine non quagliano mai.

matteo salvini fa llinguacce al papeete

 

Poi il solito democristiano cinico e baro, un altro Matteo, ha fatto il suo gioco di prestigio e ha rinnovato la lunga e gloriosa tradizione nostrana di connubi, trasformismi, ribaltoni e così via. L' ha ammesso anche lui, il Matteo leghista, pur con tutti i distinguo del caso, «un errore se lo si considera in base alle logiche della vecchia politica», ma insomma sì, un errore: «Io non pensavo che ci sarebbero stati dei parlamentari renziani che invece di andare alle elezioni avrebbero votato anche per il governo di Pippo e Topolino», che invece poi sarà, pare, il Conte II. L' usato sicuro va forte anche a Topolinia.

 

Matteo, inteso come Salvini, non l' ha presa benissimo.

matteo salvini a cervia

Prima è sparito, poi ha dato la sua versione della caduta: la colpa è dei poteri forti, dell' Europa cattiva, della coppia di fatto Merkel-Macron. «Questo governo nasce a Bruxelles per far fuori quel rompipalle di Salvini», dice l' interessato in una delle sue duemila dirette quotidiane. Naturalmente il complotto demo-pluto-massonico si tramava da tempo, anche se poi non si capisce perché Salvini gli abbia dato una mano sfiduciando Conte.

 

Già, Conte. Macché avvocato del popolo, «è l' avvocato dei poteri forti». L' ex amico è diventato tanto nemico che oggi il Capitano non andrà nemmeno a farsi consultare. E commenta sprezzante il discorso di investitura: «L' ho sentito parlare di nuovo umanesimo. Manca che risolva la pace nel mondo e la ricrescita dei capelli» (sulla tinta, invece, il professore ha già dato).

matteo salvini deejay al papeete 1

 

E certo, forse in casa Lega servirà una riflessione su una politica estera spericolata, una maggior attenzione nella scelta degli amici sovranisti, e anche degli intermediari. Putin sarà meglio non farlo più approcciare dai Savoini di turno, Bolsonaro ha ridato Battisti ma sull' Amazzonia non sta facendo una bella figura, Johnson aggiorna il Parlamento come Carlo I Stuart, Trump cinguetta elogi per «Giuseppi» Conte e Orban non si è preso nemmeno un migrante. In compenso ieri ha mandato una scarna letterina dove assicura il «caro Matteo» che lui non lo dimenticherà, che detto così suona perfino un po' jettatorio.

 

E adesso? Adesso, è chiaro, riprende la campagna elettorale, concesso e non dato che sia mai finita. Il Capitano riparte col giro d' Italia delle feste leghiste, oggi a Conselve, domani a Pinzolo, domenica ad Alzano. È innegabile: l' uomo ha più energia di una Duracell.

matteo salvini al papeete

 

Già annuncia un week-end di gazebo il 21 e 22 settembre «per chiedere democrazia», il garden party a Pontida il 15 ottobre e soprattutto «una grande giornata di orgoglio italiano» il 19 ottobre, con il popolo chiamato manifestare in piazza a Roma. Si è già capito dove martellerà «la Bestia», la macchina della propaganda social leghista: ancora una volta, il derby da narrare sarà quello del popolo contro l' élite, dell' Italia contro l' Europa, delle urne contro i giochi di palazzo.

 

papeete su le mani per salvini deejay

Le prospettive sono più incerte, però. E soprattutto non dipendono solo da Salvini e dalla sua capacità di entrare in sintonia con la pancia del Paese (che conta certamente più del suo cervello, almeno per quei radical chic che poi lo accusano di votare coi piedi).

Dipende anche da cosa i giallorossi riusciranno a fare e soprattutto da quanto riusciranno a durare. L' opposizione paga se non si prolunga troppo, e oggi nella politica italiana un anno è un' eternità. Già i sondaggi, per la prima volta da molto tempo, mostrano una flessione della Lega. E nel partito ormai in molti si erano abituati a posare le terga su poltrone prestigiose.

 

La fronda, per ora, è limitata alla minoranza, a quelli che pensano ancora al Nord e al problema settentrionale, non hanno ancora digerito il salto dalle erezioni bossiane alle ostensioni salviniane e vedono che l' autonomia rimane una chimera. Ma per tenere insieme il partito, per ricostruire dopo la prima sconfitta (tattica, ma pur sempre sconfitta) il mito del Capo infallibile, bisogna che la traversata del deserto non sia troppo lunga.

matteo salvini deejay al papeete di milano marittima

 

Qualche mal di pancia già affiora. Per esempio, l' insistenza con la quale la testa leghista più fina, insomma Giancarlo Giorgetti, ripete che Salvini ha fatto tutto da solo la dice lunga. Chi però lo dà per politicamente morto sbaglia, e i tripudi sulla fine del Truce o la caduta del Capitone appaiono ottimistici, in ogni caso prematuri. Il Salvini di governo è niente rispetto al Salvini di lotta, che sarà dura e senza paura (già, era o non era un «comunista padano?»).

matteo salvini mojito al papeetematteo salvini deejay al papeete di milano marittima 1SALVINI PAPEETEsalvini papeeteSALVINI PAPEETESALVINI PAPEETEmatteo salvini giovanni toti al papeete di milano marittima 3SALVINI CASANOVA PAPEETEmatteo salvini deejay al papeete di milano marittima 2salvini papeetematteo salvini deejay al papeete di milano marittima 4matteo salvini deejay al papeete di milano marittima 3matteo salvini deejay al papeete

Ultimi Dagoreport

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…