MAURIZIO SCELLI SCRIVE A DAGOSPIA: “LA SIGNORA BALDONI HA MENTITO SAPENDO DI MENTIRE. ENZO FU TRADITO NON DALLA CROCE ROSSA MA DAL SUO AUTISTA”
Riceviamo e pubblichiamo:
Caro Direttore, approfitto della consueta cortesia e tempestività nel pubblicare repliche a quanto riportato negli articoli di stampa evidenziati da Dagospia, per reagire alle farneticanti accuse rivolte al sottoscritto ed alla Croce Rossa Italiana dalla signora Baldoni nell'intervista ripresa da la Repubblica di ieri 24 Agosto .In questi dieci anni sono stato io il deriso e sbeffeggiato ,privato di qualsiasi credibilità nonostante abbia rischiato la vita insieme ai miei ragazzi per salvare quella altrui durante la missione umanitaria in Iraq.
Mi creda e' veramente duro vedersi stravolta la verità ogni volta che si parla delle vicende legate agli italiani presi in ostaggio in Iraq nel 2004. Ho sempre evitato di ricorrere alle vie giudiziarie con querele e denunce ascrivendo, quanto di infondato scritto sul mio conto, ad invidie e gelosie di chi avrebbe voluto e forse dovuto essere al mio posto senza riuscirci .
Ora però basta, la signora Baldoni, alla quale mi hanno sempre legato sentimenti di stima e di massima considerazione e rispetto, ha mentito sapendo di mentire. Indagini ampie e dettagliate, svolte con il fondamentale supporto del Ros dei carabinieri, possono confermarlo così come Pino Scaccia che da inviato del Tg 1 Rai partecipo' alla missione a Najaf ma rientrando a Baghdad la sera prima e per altra strada come giustamente consigliato dal suo autista ed interprete, proprio per ragioni di prudenza e sicurezza.
E comunque in sintesi quella missione della CRI a Najaf non doveva essere effettuata perché non vi erano le condizioni idonee. Feci di tutto per impedirlo ma stando a Roma purtroppo non vi riuscii, anche per l'insistenza di Baldoni nei confronti del capo missione della Cri, e suo amico, De Santis.
Enzo Baldoni era a Baghdad come giornalista e non come volontario della Croce Rossa Italiana. Tanto è vero che partecipo' alla missione con auto privata guidata dal suo autista Gareeb e non con uno dei mezzi della CRI. Proprio Gareeb che contrariamente a ciò che pensa la signora Baldoni, a Baghdad era noto a tutti che fosse una persona assai poco affidabile, tradì Enzo probabilmente vendendolo ai propri rapitori.A prova di ciò sta il fatto che Gareeb stesso pago' questo suo gesto con la vita, visto che venne ucciso sul posto nel corso del sequestro.
Alla signora Baldoni voglio poi ricordare che il convoglio della CRI non poteva fermarsi a soccorrere il marito non solo perché non essendo a bordo di un mezzo della CRI nessuno si era accorto di ciò che gli stesse succedendo ma anche per la semplice ragione che quando ci si trova di fronte ad un attacco armato non si deve restare fermi rischiando di essere più facile bersaglio ma bisogna cercare di allontanarsi nel più breve tempo possibile dal luogo del pericolo.
La signora Baldoni dimentica che il cauto ottimismo che oggi mi rimprovera, manifestatole subito dopo il sequestro, fu determinato da segnali in tal senso pervenuti dalle quelle stesse persone che per gratitudine verso quello che di straordinario sul piano umanitario la CRI stava facendo a Baghdad a favore della popolazione, avevano con successo già mediato favorendo, prima la riconsegna dei resti di Fabrizio Quattrocchi ed il rilascio degli altri ostaggi Maurizio Agliana, Umberto Cupertino, Salvatore Stefio, poi agevolando quello di Simona Pari e Simona Torretta sequestrate successivamente. Così come la riconsegna dei documenti personali e dei primi resti di Enzo Baldoni confermati dal DNA estratto nei laboratori del Ris di Roma .
Questa e' la verità certificata e documentata da indagini elaborate ed approfondite al punto tale da non poter essere assolutamente smentita. In ragione di ciò, e questa volta mio malgrado, ormai stanco ed amareggiato da tanta ingratitudine e bisognoso in modo vitale di far riaffermare in sede giudiziaria quel che realmente accadde mi trovo costretto a sporgere querela nei confronti della signora Baldoni e di chiunque d'ora in poi continuerà a stravolgere o negare quel che di eroico e' stato compiuto in quel periodo a Baghdad non tanto da me quanto dalle donne e dagli uomini meravigliosi della Cri, come giustamente e solennemente riconosciuto dal Presidente Ciampi cui motu proprio conferì la medaglia d'oro al merito civile nel Novembre del 2004 .
Grazie infinitamente per lo spazio che riterrà opportuno destinare alla presente comprendendo lo stato di profondo dolore ed amarezza che l'hanno ispirata e chiedendole di aiutarmi a capire del perché si è eroi solo se si muore .....!
Maurizio Scelli