
MEDICI SENZA FIRMA - ‘ECCO PERCHÉ NON ABBIAMO SOTTOSCRITTO IL REGOLAMENTO DI MINNITI’, PARLA LA RESPONSABILE DI ‘MEDICI SENZA FRONTIERE’: ‘NOI RISPETTIAMO LE LEGGI, SIA ITALIANE CHE INTERNAZIONALE, SUI SALVATAGGI IN MARE, MA MAI POTREMMO OSPITARE A BORDO POLIZIA ARMATA’ - ‘NON ABBIAMO CONTATTI DIRETTI CON I MIGRANTI, SPESSO CI CHIAMA LA GUARDIA COSTIERA’
Grazia Longo per “la Stampa”
medici senza frontiere migranti barconi
«Non abbiamo firmato il Codice di condotta delle Ong, ma il nostro impegno nel salvare vite umane non si ferma. In questo momento le nostre due navi sono a 20 miglia dalla costa libica in attesa che la guardia costiera italiana ci chieda di intervenire in caso di bisogno».
Emilie Dubuisson, responsabile di «Medici senza frontiere» per i contatti con le prefetture, parla al telefono dalla sede di Catania. «Il Regolamento non è una legge - ricorda - e nonostante non siano ancora chiare le misure del ministero dell' Interno contro chi non ha firmato, noi siamo tranquilli perché rispettiamo le leggi internazionali e quelle nazionali. La nostra attività si svolge nel totale rispetto delle regole».
medici senza frontiere mediterraneo
Sono due le imbarcazioni di Msf: la Prudence, che batte bandiera italiana e l' Aquarius, condivisa con l' Ong Sos Méditerranée con bandiera di Gibilterra.
Su ognuna lavorano 15 persone di equipaggio marittimo e altre 15 dell' équipe di Msf. Quest' ultima comprende, tra gli altri, il coordinatore, un medico, un' ostetrica, un mediatore culturale è una psicologa. «C' è grande collaborazione all' interno del team e molta attenzione ad avere tutta la certificazione in regola».
Le operazioni di salvataggio avvengono solo ed esclusivamente su input della guardia costiera italiana. «A volte ci chiamano direttamente loro, in altri casi siamo noi a segnalare la presenza di gommoni - prosegue Emilie Dubuisson - ma interveniamo solo dopo l' ok del Mrcc (il centro di coordinamento marittimo, ndr)». L' attivista nega contatti diretti con i migranti e il superamento della soglia delle acque internazionali. «Non è nel nostro Dna non rispettare le regole».
medici senza frontiere e migranti
Ma non siete preoccupati di possibili difficoltà nei futuri sbarchi di migranti? L' Unione europea è stata chiara: chi non ha formato il Codice potrà attraccare a un porto sicuro ma non necessariamente il più vicino. «Staremo a vedere, ma in verità il diritto internazionale obbliga il soccorso in mare durante un' emergenza e fa riferimento al porto più sicuro e più vicino».
Per ogni eventualità e potenziali contenziosi legali, Msf è comunque in contatto con uno studio di avvocati esperti in diritto marittimo: «La nostra intenzione è rispettare la legge, oltre ovviamente a salvare migranti che hanno spesso subito, oltre a mille privazioni, anche torture e abusi sessuali».
flash mob di medici senza frontiere
Le navi di soccorso possono accogliere 600 persone ma arrivano ad ospitarne anche mille. «A fine maggio abbiamo addirittura raggiunto quota 1.500 perché non c' era nessuno in mare ed era in corso il G7 a Taormina. Per questa ragione, con i porti siciliani vietati, siamo sbarcati a Napoli».
In quella circostanza «Medici senza frontiere» venne sostenuta dalla guardia costiera italiana per la somministrazione dei pasti ai migranti. «Noi non cuciniamo sulle nostre navi, ma forniamo un kit di cibo energetico, tipo barrette, e acqua. Diciamo che in media riusciamo a sfamare le persone salvate per due giorni, quando, come in occasione del G7, il viaggio verso l' Italia è più lungo, veniamo aiutati dalla guardia costiera».
Incerta la durata delle missioni dell' Ong. In media ognuna oscilla da 7-10 giorni a un periodo di due settimane, «perché non sappiamo mai quando partiamo se e quando ci saranno profughi e migranti in cerca di aiuto. Noi siamo molto collaborativi con le autorità italiane ma mai potremmo ospitare a bordo polizia armata».