salvini di maio

LA STRATEGIA DELLA PENSIONE – CHI RISCHIA IL TAGLIO: MEDICI, INGEGNERI, ARCHITETTI. CON IL RICALCOLO AL CONTRIBUTIVO DEGLI ASSEGNI C'E' SOLO UNA CATEGORIA CHE STA TRANQUILLA, ED E' IL 3,1% DEI PENSIONATI - LA LETTERA DI UN PENSIONATO D’ORO AL “GIORNALE”: ''HO LAVORATO 38 ANNI IN UN ISTITUTO DI CREDITO. CARI DI MAIO E SALVINI VI SPIEGO IL LATO BUONO DI QUELLI CHE CHIAMATE ‘PARASSITI’''

1 – DAI PROFESSIONISTI AI DIRIGENTI ECCO CHI RISCHIA LA PENSIONE

Gian Maria De Francesco per ''il Giornale''

 

PENSIONE 1

Prima toccherà ai comuni cittadini che percepiscono un assegno pensionistico dall' Inps. Poi sarà la volta di coloro che hanno ricoperto ruoli negli organi di rilevanza costituzionale, come testimoniato dal taglio dei vitalizi alla Camera. E, infine, toccherà anche alle pensioni erogate dalle casse private. La «rivoluzione» del governo giallo-verde sulle pensioni è articolata in questo modo.

 

A testimoniarlo non è solo il progetto di legge presentato dai capigruppo di M5s e Lega alla Camera, ma anche un analogo provvedimento depositato al Senato. Quest' ultimo prevede di ricalcolare con il metodo contributivo anche gli assegni delle casse previdenziali private, cioè di medici, ingegneri e architetti, commercialisti e di altre categorie professionali (inclusi periti industriali, psicologi e giornalisti).

SALVINI DI MAIO CONTE

 

Il metodo è già stato individuato: le pensioni erogate a partire dal 2019 dovrebbero essere ricalcolate su base contributiva nella parte eccedente gli 80mila euro lordi. I trattamenti in essere, invece, saranno ricalcolati su base contributiva con l' applicazione dei coefficienti di trasformazione tanto per coloro che hanno beneficiato del sistema misto (retributivo + contributivo) che per coloro che sono interamente retributivi.

 

A essere maggiormente penalizzati saranno coloro che si saranno ritirati dall' attività lavorativa prima dei 60 anni di età. Gli unici a poter stare tranquilli sono quei circa 500mila pensionati che godono di una pensione interamente contributiva. Ossia il 3,1% degli oltre 16 milioni di pensionati italiani.

 

BOERI BY CARLI - STRATEGIA DELLA PENSIONE

«Cosa faremo con il taglio di almeno 158mila pensioni d' oro?! Risparmieremo mezzo miliardo di euro all' anno che useremo per alzare le pensioni minime e sociali. Da settembre via un privilegio e restituiamo un diritto. Basta pensioni d' oro!», ha spiegato ieri su Facebook il capogruppo M5s alla Camera, Francesco D' Uva.

 

Il numero che ha utilizzato è emblematico. Secondo varie analisi basate sui dati Inps, il numero di pensionati con assegni superiori ai 3.500 euro mensili si attesta attorno alle 100mila unità. Il fatto che il campione di riferimento della legge sia più elevato conferma l' intenzione di varcare la soglia dei titolari di trattamenti Inps.

INPS PENSIONI

 

Anche perché quei 500 milioni serviranno a finanziare l' incremento degli assegni minimi per avvicinarli alla soglia dei 780 euro fissati dal programma grillino di pensione di cittadinanza.

 

È bene che dirigenti e professionisti in pensione comincino a guardarsi alle spalle. In base all' ultimo rapporto del Centro studi Itinerari previdenziali, «la pensione media per tutti gli enti è più alta del contributo medio»: gli avvocati percepiscono una pensione media pari a 4,26 volte il contributo medio, ingegneri e architetti, commercialisti 3 volte.

 

luigi di maio, giuseppe conte e matteo salvini

I commercialisti, quindi, sono i più a rischio anche se i loro trattamenti medi non sono elevati (36mila euro) avendo ancora la pensione di anzianità a 61 anni e 38 di contributi («quota 99»). Anche i dirigenti pubblici con 50mila euro di pensione media sono ancor più nel mirino, mentre i notai (78.500 euro di pensione media) dovrebbero salvarsi visto che si ritirano a 75 anni e il grosso dei pagamenti è rappresentato da reversibilità.

 

L' alternativa proposta dal Carroccio è un contributo di solidarietà universale. Si tratta della stessa proposta di Tito Boeri quando non era ancora presidente Inps. E dire che adesso vogliono cacciarlo...

 

2 – I DUE VICEPREMIER DIMENTICANO IL LATO BUONO DI NOI «PARASSITI D' ORO»

Lettera di M. Victor Buonfantino a “il Giornale”

 

luigi di maio e matteo salvini

 

Egregio direttore, Ho lavorato per 38 anni presso un grande Istituto di credito, dove ho raggiunto il grado di direttore centrale e responsabile di 22 sedi operative, nelle quali operavano complessivamente 2.718 dipendenti.

 

Anch' io quindi appartengo alla categoria dei «pensionati parassiti» che la «strana coppia» Salvini Di Maio non vede l' ora di eliminare. Dico «strana», ma dovrei usare parole e aggettivi ben più pesanti. Infatti, ad esempio, la coppia può apparire «strana» quando uno dei due, nel caso specifico Salvini, portando avanti il Decreto Dignità non pensi a quanti voti gli verranno a mancare da parte degli imprenditori di casa sua.

 

luigi di maio matteo salvini

Invece, quando si tratta di pensionati (qualunque sia il metallo che viene alla mente di chi oggi si diverte a pesare sulla bilancia dell' arroganza l' assegno mensile che costoro percepiscono), penso che non si possa parlare di «stranezza».

 

I «pensionati parassiti» prima di andare in pensione hanno lavorato in grandi aziende, industrie e banche. I contratti di lavoro, i trattamenti economici, compresi quelli pensionistici, erano regolati dalle leggi allora vigenti.

 

Basterebbe per concludere che il trattamento pensionistico dei «parassiti» non può essere modificato. Ma Di Maio e Salvini non si fermeranno mai nella stazione dei diritti acquisiti. Penso però che sul problema dei pensionati d' oro si debba ancora riflettere.

 

Per prima cosa è evidente che nessuna delle organizzazioni dove hanno lavorato i pensionati d' oro avrebbe affidato a costoro incarichi ad alto livello retributivo (e tassato in proporzione) se non fosse stata convinta di poter realizzare obiettivi significativi che non si sarebbero esauriti nelle loro aziende, bensì si sarebbero trasferiti all' esterno all' area dello sviluppo economico della nazione incidendo sui livelli dello stesso, ed anche, come è accaduto nel mio istituto, alla crescita delle assunzioni.

PENSIONATI IN FUGA DALL ITALIA

 

In altri termini, il ruolo svolto dalla stragrande maggioranza dei pensionati d' oro non può paragonarsi al ruolo che nelle stesse strutture era riservato alla massa delle risorse umane.

 

Ho 87 anni; durante la mia vita ho incontrato e frequentato diverse centinaia di persone, ma non mi è mai capitato di vedere due soggetti tanto diversi tra loro come sono Salvini e Di Maio, che vogliono per forza andare d' accordo e soprattutto farlo credere agli altri. Voglio dare loro un consiglio: separatevi! Con viva cordialità.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump - immagine creata con grok

DAGOREPORT – CHE FINE HA FATTO IL FANTOMATICO "PONTE" CHE MELONI SOGNAVA DI CREARE TRA USA E UE? PRIMA DEL VERTICE BY MACRON, LA DUCETTA AVREBBE AVUTO LA TENTAZIONE DI CHIAMARE TRUMP, MA POI CI HA RIPENSATO. PERSINO LEI HA CAPITO CHE DALL'"IMPERATORE DEL CAOS" AVREBBE RICEVUTO SOLO ORDINI, VISTO CHE CONSIDERA I PAESI EUROPEI SOLO DEI VASSALLI - DAVANTI A UN PRESIDENTE AUTORITARIO CHE DIFFONDE MENZOGNE E RIBALTA LA REALTÀ (“ZELENSKY È UN DITTATORE MAI ELETTO. L’UCRAINA NON DOVEVA INIZIARE LA GUERRA. L'EUROPA HA FALLITO”), SIAMO SICURI CHE L’ANTIPATICO GALLETTO FRANCESE MACRON E L’EUROPA MATRIGNA (CHE COMPRA BTP E DA' 209 MILIARDI DI PNRR) SIANO PEGGIO DI UN INAFFIDABILE AFFARISTA TRAVESTITO DA PRESIDENTE?

donald trump bin salman zelensky putin xi jinping

DAGOREPORT - CHE COSA FRULLA NEL CAPOCCIONE DI DONALD TRUMP? QUAL E' IL SUO PIANO PER UN NUOVO ORDINE MONDIALE, A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA? - L'AFFARISTA FATTOSI PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI È CONVINTO CHE RILEGITTIMANDO LA RUSSIA DI PUTIN COME POTENZA MONDIALE, MOSCA SI SLEGHI DALL’ABBRACCIO COL SUO NEMICO N°1, LA CINA, E MOLLI L’IRAN AL SUO FATAL DESTINO - MA IL TRUMPONE LA FA TROPPO FACILE, AL PUNTO DA PROVOCARE PERPLESSITÀ IN UN ALLEATO DI FERRO COME IL SAUDITA MOHAMMED BIN SALMAN (NON E' UN CASO CHE RIAD OSPITI IL VERTICE PER LA PACE IN UCRAINA, ANZICHE' NELLA NEUTRALE SVIZZERA) – IL DIALOGO IMMAGINARIO TRA IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA E “THE DONALD” E TUTTE LE VARIABILI CHE TRUMP NON PRENDE IN CONSIDERAZIONE: DALLA REAZIONE CINESE ALLA DEPORTAZIONE DI DUE MILIONI DI PALESTINESI, DALLE SPACCATURE NELL’ISLAM A TAIWAN, PASSANDO PER L'EUROPA...

mediaset matteo salvini marina berlusconi piersilvio giorgia meloni paolo del debbio mario giordano nicola porro

DAGOREPORT – MATTEO SALVINI ATTACCA MARINA BERLUSCONI, REA DI AVER LIQUIDATO TRUMP COME "BULLO", PERCHÉ A MEDIASET NON SE LO FILANO PIÙ: IL CLUB DEGLI ''AMICI DI GIORGIA'' (PORRO-DEL DEBBIO-GIORDANO, CAPITANATO DA SALLUSTI) LO HA ESTROMESSO DAI TALK DI RETE4 – L’INTERVISTA RILASCIATA DALLA CAVALIERA AL ''FOGLIO'' È UN MANIFESTO PER LA FORZA ITALIA GUIDATA DALL'INETTO TAJANI, MARCANDO COSI' LA SUA DISTANZA DA MELONI. E ANCHE DA CHI IN MEDIASET, SUONA OGNI SERA LA GRANCASSA ALLA DUCETTA (E INFATTI LE PAROLE DELLA FIGLIA PREDILETTA DI SILVIO BERLUSCONI HANNO INDISPETTITO IL POCO CORAGGIOSO PIER SILVIO…)

giorgia meloni vertice parigi eliseo emmanuel macron

DAGOREPORT- PER CAPIRE COSA È SUCCESSO AL VERTICE PARIGINO DI MACRON, BASTA VEDERE IL VOLTO INGRUGNITO DI GIORGIA MELONI - PER DARE UN SEGNALE A TRUMP DEL SUO STATO D’ANIMO ALLA ‘’CONVOCAZIONE’’ DEL PRESIDENTE FRANCESE, È ARRIVATA ALL’APPUNTAMENTO CON UN’ORA DI RITARDO, PER POI PRODURSI IN UNA FIGURA BARBINA QUANDO HA AFFERMATO DI NON ESSERE D’ACCORDO SULL’IDEA DI PROPORRE UNA VIA EUROPEA AL CESSATE IL FUOCO IN UCRAINA: L’UNIONE DA SOLA NON VA DA NESSUNA PARTE, QUINDI OCCORRE ‘’RAGIONARE’’ CON TRUMP. A QUEL PUNTO, LA PREMIER MUSK-ERATA SI È RITROVATA ISOLATA, CON I PRESENTI CHE IN CORO LE HANNO FATTO PRESENTE CHE, FINO A PROVA CONTRARIA, È IL PRESIDENTE AMERICANO CHE NON INTENDE “RAGIONARE” CON L'EUROPA (VEDI LE TRATTATIVE RUSSIA-USA IN CORSO A RIAD...)

giorgia meloni donald trump emmanuel macron

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI NON AVEVA ALCUNA VOGLIA DI VOLARE A PARIGI AL VERTICE ORGANIZZATO DA MACRON PER L’UCRAINA (E SI VEDEVA), MA HA DOVUTO ABBOZZARE – IL TOYBOY DELL’ELISEO HA APPARECCHIATO UN TAVOLO CON TUTTI I PRINCIPALI LEADER EUROPEI (PIÙ IL BRITANNICO STARMER, PRIMO CONTRIBUTORE DI KIEV, DOPO GLI USA) E LA DUCETTA NON POTEVA DISERTARE – A CONVINCERLA È STATO ANCHE IL PRESSING DELLA "FIAMMA MAGICA", CHE LE HA FATTO NOTARE CHE NON PRESENZIARE L’AVREBBE ISOLATA COMPLETAMENTE. MEGLIO PARTECIPARE, E MARCARE LA PROPRIA DISTANZA AGENDO COME “DISTURBATRICE” TRUMPIANA. E COSÌ È STATO – IL PIANO DI TRUMP: RIAVVICINARE PUTIN ALL’ORBITA EURO-ATLANTICA PER LASCIARE SOLO XI JINPING...