COMUNIONE E FATTURAZIONE - IL RISCHIO DI SVENIMENTO PER NOIA AL MEETING DI CL È ALTISSIMO TRA MINISTRI (GIANNINI E MARTINA) CHE NESSUNO SI FILA E FARINETTI CHE CIANCIA DI EXPO 2015 - MA LA FINANZA NON SE NE È ANDATA: IL LOGO DI INTESA SAN PAOLO È OVUNQUE!
Silvia Truzzi per “Il Fatto Quotidiano”
La frittata l’hanno ribaltata così: meglio che i grandi protagonisti della politica non siano al Meeting. No Renzi, no party? Ma quando mai. Anzi, si riparte dall’anima vera, il tessuto sociale. Del resto il titolo di questa edizione “periferica” è “Verso le periferie del mondo e dell’esistenza”.
La grande finanza naturalmente non se n’è andata - siamo pur sempre al Meeting di Comunione e Fatturazione – e quindi all’inizio di ogni evento viene trasmesso in loop lo spot di Intesa San Paolo, uno dei grandi sponsor. Si era detto di una clamorosa esclusione di Maurizio Lupi: ma, colpo da maestro, il ministro ciellino rientra dalla finestra :oggi sarà qui per la firma di un accordo con Fs (altro sponsor) per portare l’Alta velocità negli aeroporti.
Il secondo giorno della kermesse di Cielle si apre con un dibattito sulla “Cultura alimentare”. La barella dei soccorritori all’ingresso della sala incute un certo timore, ma è una cautela necessaria: il rischio di svenimento per noia è altissimo. Partecipano il ministro Maurizio Martina, il presidente di Confagricoltura Mario Guidi, il presidente di Ferrero (altro sponsor), Francesco Paolo Fulci e Oscar Farinetti.
Modera, con accento vagamente deutsche, il presidente della Compagnia delle Opere Bernhard Scholz (Crozza potrebbe farne un capolavoro). Parole d’ordine: il cibo è cultura (ma va?), cambio di mentalità (ma anche di passo), tradizione e innovazione vanno insieme, bisogna guardare al mondo (ma anche al proprio orticello). Chilometro zero e autostrade transoceaniche, globalizzazione e qualità, il cibo come “sfida educativa”, narrazione delle eccellenze.
In omaggio alla rottamazione renziana, tra i relatori c’è anche l’ottantatreenne ambasciatore Fulci, che dopo la pensione diplomatica è diventato il presidente della Ferrero: dal palco riminese lancia un appello perché si apra una procedura d’infrazione contro l’etichettatura “semaforica” del Regno Unito su cibi e bevande, un modello di classificazione (bollino rosso per i grassi, verde per gli alimenti magri) che stravolge la realtà. Del resto le proprietà dietetiche della Nutella sono note a tutti. Martina si associa immediatamente e pure Farinetti (che, nella sua campagna di conquista , sta per aprire a Londra): “Potremmo mettere un semaforo rosso sulle grandi banche d’affari britanniche e italiane”.
Dietro di lui c’è sempre il logo di Intesa, ma che sarà mai? Si parla anche di Expo 2015: “Noi ci saremo”. Il guaio è che a guardare le desolate aree di Rho, forse Expo no. Ma mr. Eataly il motivatore rassicura: “Finirà come Torino 2006. Prima che iniziassero i Giochi, i soliti gufi (sic) gridavano al disastro, poi è stato un successo”. Il dibattito si conclude, giornalisti e fan si affollano attorno a Farinetti, trascurando il ministro. Gli chiedono previsioni sull’economia, giudizi sui primi mesi di governo dell’amico Matteo. E lui non si fa pregare: snocciola pareri sulle pensioni, sugli sgravi fiscali, gli stipendi dei politici, l’abolizione delle autonomie regionali.
STEFANIA GIANNINI QwJu0aUz_400x400
Il piglio è da statista: “servono mosse di buon esempio e mosse sull'economia”. Un giovanotto gli chiede consigli per l’avviamento della sua impresa agricola. E allora vai con i “packaging accattivanti” e le strategie di marketing. “The answer is blowin’ in the wind”: con uno spericolato uso agricolo di Bob Dylan Farinetti spiega che la qualità dei nostri prodotti sta nei buoni venti che soffiano sull’Italia.
Al pomeriggio l’ospite d’onore è il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini (nel tragitto Versilia-Riviera romagnola si è rivestita). Illustrando il pacchetto scuola con un articolato intervento, cita Don Milani e “Barbiano”, scivolando sul finale. Poi una citazione del premier: “La scuola è di tutti. Una scuola che non sta nei salotti ma va in periferia”. Scuola pubblica, ma non troppo: “La libertà di scelta educativa non è stata garantita a nessuno. La legge del 2001 va ripensata e applicata per rispondere a un sistema educativo globale, non per rispondere a un mondo o a un altro”.
COME SI DICE? La verità sta nella cura con cui la si nega: e dunque la legge sulle scuole paritarie non va applicata per fare un favore al mondo cattolico. Sarà, intanto qui vanno tutti in brodo di giuggiole. Sono in arrivo vere rivoluzioni: nuove regole per i docenti di ruolo, valutati sulle funzioni e sul merito, con carriere e retribuzioni non più legate all’anzianità. E poi stop al precariato: “Le supplenze fanno male a chi le fa e a chi le riceve: è un nodo da risolvere, servono docenti che si sentano parte di un grande progetto nazionale”. Il resto, con trionfo di\ slide, lo sapremo venerdì in conferenza stampa.