meloni macron

“L’EUROPA NON È UN CLUB, NON CI SONO LA PRIMA E LA TERZA CLASSE, SE NO RISCHIAMO DI FINIRE COME IL TITANIC” – GIORGIA MELONI, CON LA CAPA TOSTA CHE SI RITROVA, TORNA ALL’ATTACCO DI MACRON CHE PENSA DI ESSERE IL REUCCIO D’EUROPA: “L’ITALIA E LA SUA POLITICA ESTERA SONO CAMBIATI, NON SI TRATTA PIÙ DI FARSI DARE UNA PACCA SULLA SPALLA E FARE UNA FOTOGRAFIA, SE ABBIAMO QUALCOSA DA DIRE LA DICIAMO, SE NON CI PIACE QUALCOSA LO DICIAMO. LE CONCESSIONI BALNEARI? QUEL MONDO PRODUTTIVO LO VOGLIAMO DIFENDERE"

Estratto dell’articolo di Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”

 

MACRON E GIORGIA MELONI

Alcune valutazioni dei media italiani sul suo rapporto con Macron sono «bambinesche, provinciali, direi da scuola media». Anche spendere la parola «gelo» fra Roma e Parigi è una semplificazione. I suoi rapporti con il presidente francese «sono politici, andiamo d’accordo su alcune cose, meno su altre, ma lavoriamo insieme». Lei l’ha criticato per l’invito all’Eliseo rivolto a Zelensky, ma l’ha fatto perché «l’Europa non è un club, non ci sono la prima e la terza classe, se no rischiamo di finire come il Titanic».

 

Giorgia Meloni in conferenza stampa […] spiega le ragioni delle critiche rivolte all’inquilino dell’Eliseo: «L’Italia e la sua politica estera sono cambiati, non si tratta più di farsi dare una pacca sulla spalla e fare una fotografia, se abbiamo qualcosa da dire la diciamo, se non ci piace qualcosa lo diciamo, siamo abbastanza centrali per farlo, a Parigi c’erano due leader della Ue, ma altri 25 non c’erano e ho detto quello che pensavo, molto semplicemente».

 

emmanuel macron giorgia meloni xavier bettel roberta metsola

La foto importante, aggiunge Meloni, è stata quella di Zelensky a Bruxelles, con i 27 Stati membri dell’Unione, e aggiunge che il presidente dell’Ucraina le ha fornito una genesi diversa dalla sua visita a Parigi: non è come ha detto Macron, non è stato il leader di Kiev a scegliere il formato, ma, lascia intendere Meloni, è stato l’Eliseo a muoversi per organizzare l’evento. E se lei fosse stata invitata avrebbe «consigliato» di non tenere quella riunione.

 

[…] Una buona parte della conferenza è insieme una difesa del proprio ruolo, del peso diplomatico italiano e una smentita a chi l’accusa di essersi isolata: «Con i cosidetti Paesi di Visegrad ho naturalmente buoni rapporti, e i buoni rapporti con alcune nazioni sono stati utili: quando abbiamo sbloccato l’accordo sulla tassazione globale, bloccati da Polonia e Ungheria, chi credete che li abbia sbloccati? Questo lo ribadisco a chi parla di Europa di serie A e di serie B, o di classi diverse di Paesi. Occorre ricordarsi del Titanic, perché quando la nave affonda non conta quanto hai pagato il biglietto».

emmanuel macron giorgia meloni xavier bettel roberta metsola

 

L’incontro con Zelensky Lui «ci teneva a ringraziare l’Italia per il suo impegno», ha sottolineato Meloni, «mi ha invitato nuovamente a Kiev, stiamo lavorando per organizzare il viaggio. Ovviamente abbiamo discusso anche di altre necessità che l’Ucraina ha e riguardano non solo la situazione militare ma anche civile, come le nostre forniture di generatori di corrente».

 

Poi «siamo da tempo impegnati in joint venture» con Parigi «su una materia molto importante per l’Ucraina. Credo che nei prossimi giorni saremo in grado di annunciarlo definitivamente», ha aggiunto, confermando l’invio da parte di Italia e Francia del sistema di difesa aerea Samp-T a Kiev. Il discorso a Sanremo Si discute anche del collegamento, saltato, di Zelensky al festival: «Non è mai facile far entrare la politica in una manifestazione come Sanremo. Io avrei preferito che il presidente ucraino ci fosse e l’unica cosa che mi dispiaciuta è che su un tema del genere ci sia stata una polemica».

EMMANUEL MACRON GIORGIA MELONI

 

Poi la disputa infinita con Bruxelles sulle concessioni balneari: «Noi quel mondo produttivo lo vogliamo difendere, ma dialogando con la Commissione europea». […]

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