giorgia meloni matteo renzi

“GIORGIA MELONI È COSÌ PREOCCUPATA DI PERDERE LE ELEZIONI CHE HA PAURA PERSINO DI ME” - RENZI FA GIÀ LA VITTIMA SULLA MISURA “AD PERSONAM” CHE COSTRINGE I MEMBRI DEL GOVERNO CON INCARICHI DA ENTI EXTRA-UE A VERSARE IL 100% DELLA RETRIBUZIONE ALLO STATO – "UNA NORMA SOVIETICA. MELONI HA PAURA CHE IL NOSTRO 2-3% SIA DECISIVO PER LA SCONFITTA DELLA DESTRA. E ALLORA MI COLPISCE, UNA COSA MAI VISTA IN 70 ANNI DI STORIA REPUBBLICANA" - LA MINACCIA: “LEI COMUNICA COME UNA INFLUENCER MA COME CHIARA FERRAGNI AVRÀ IL SUO PANDORO GATE” - LA NORMA “CONTRO” RENZI HA TROPPI BUCHI: LA “TAGLIOLA” INFATTI NON CONTIENE UN DIVIETO ASSOLUTO PER TUTTI I TIPI DI COMPENSI, MA SOLO PER...

Da open.online - Estratti

renzi meloni

«La cosa più incredibile è che per la prima volta si sancisce il diritto dello Stato di tassare al 100% il lavoro di un cittadino. Loro dicono: i soldi fatturati dalla persona fisica Renzi, entro un mese li prende lo Stato. Un esproprio». Al Corriere della Sera, in una intervista, Matteo Renzi definisce ad personam la norma contenuta nell’emendamento alla legge di bilancio del governo Meloni.

 

Si tratta di quella che obbliga i membri del governo che abbiano incarichi presso enti o soggetti extra Ue a versare il 100% degli introiti derivanti allo Stato. Una misura cucita su di lui, anzi contro di lui, spiega l’ex sindaco ed ex premier italiano. Leggasi: le consulenze in Arabia Saudita. «Le attività come le conferenze all’estero le faccio solo io. Tutti sanno che questa è una norma ad personam», dice Renzi, «perché sono rientrato nel centrosinistra.

 

GIORGIA MELONI E MATTEO RENZI - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

E Meloni ha paura che il nostro 2-3% sia decisivo per la sconfitta della destra. E allora colpisce un avversario con una legge ad personam, una cosa mai vista in 70 anni di storia repubblicana. Mi colpisce il silenzio dei liberali del centrodestra. Fosse stato ancora vivo Silvio Berlusconi si sarebbe alzato in Senato dicendo che questa è una norma comunista. Ma Berlusconi non c’è più e i suoi eredi politici tacciono».

 

«Meloni? Premier influencer, avrà il suo pandoro gate»

«La norma è una norma sovietica, la deriva antiopposizione è una deriva sudamericana, ma la reazione sarà… Fiorentina», ossia, spiega ancora citando Dante e le parole di Virgilio sugli ignavi, «Non ragioniam di loro ma guarda e passa».

 

MATTEO RENZI COME GIAMBRUNO - MEME BY DAGOSPIA

Poi il senatore toscano, leader di Italia Viva, liquida la possibilità di elezioni anticipate: «Giorgia Meloni è così preoccupata di perdere le elezioni che ha paura persino di me. Lei rimane lì, inchiodata alla sua comunicazione da influencer. A un certo punto accadrà quello che accade a molti influencer: qualcosa svelerà la verità sulla sua narrazione costruita a tavolino». E aggiunge: «Per lei sarà come per il pandoro di Chiara Ferragni.

 

(...)

 

LA NORMA CONTRO RENZI HA TROPPI BUCHI

Ilaria Proietti per il Fatto Quotidiano - Estratti

 

RENZI BIN SALMAN MEME

Matteo Renzi già si dispera. Ma in realtà l’emendamento inzeppato nelle pieghe della manovra dai relatori e che vieta a tutti i parlamentari di svolgere incarichi in favore di soggetti pubblici o privati esteri non necessariamente farà dimagrire il suo 730 o quello dei suoi colleghi che potrebbero essere toccati dalla norma.

 

La “tagliola” infatti non contiene un divieto assoluto per tutti i tipi di compensi, ma solo per gli incarichi propriamente detti. E anche per questi ultimi è possibile ottenere il via libera attraverso una autorizzazione ad hoc che potrebbe pure avere altre implicazioni che nulla hanno a che fare con il contrasto alla politica in odore di conflitto di interesse: gli incarichi sicuramente vietati potranno essere comunque autorizzati – recita la norma – “dagli organi di appartenenza” dei parlamentari i cui redditi extra dunque dipenderanno dalla maggioranza di turno deputata ad accordare (o negare) le autorizzazioni in questione.

 

Chi è interessato ad avere il prezioso via libera sarà più o meno indulgente con chi deve decidere?

matteo renzi mohammed bin salman

Ma prima i fatti. L’emendamento alla manovra prevede innanzitutto il divieto per membri del governo, parlamentari, europarlamentari e presidenti di Regione di “svolgere incarichi retribuiti in favore di soggetti pubblici o privati non aventi sede legale o operativa nell’Unione europea”. In caso di inosservanza del divieto e ferma ogni altra responsabilità dei soggetti interessati, il compenso percepito dovrà essere versato entro 30 giorni allo Stato, pena una sanzione pecuniaria amministrativa di pari importo.

 

Per i membri del governo però non è specificato chi sia a dover controllare ed eventualmente intervenire. E questo è uno dei principali “buchi” della stretta introdotta in manovra, peraltro a pochi mesi dal caso Sgarbi: l’incompatibilità del suo ruolo al ministero con le sue attività private era stata sancita dall’Antitrust solo dopo che, esploso il caso sulla stampa, il ministro Gennaro Sangiuliano aveva fatto una segnalazione all’Autorità.

 

Al di là della mancata previsione di chi sia preposto ai controlli quando si tratta dei ministri, l’emendamento inserito in manovra presenta anche altre, diciamo così, fragilità per quel che riguarda i parlamentari.

GIORGIA MELONI CONSIGLIO DEI MINISTRI

La norma ribattezzata anti-Renzi era stata proposta secondo un’altra formulazione già a novembre tra i 190 emendamenti alla manovra presentati da FdI: prevedeva un tetto ai compensi fissato a 50 mila euro lordi annui, per attività di qualsiasi tipo svolte nei confronti di soggetti non aventi sede legale in Italia. Nell’emendamento presentato dai relatori della manovra ieri l’altro sparisce il riferimento al tetto, e ai compensi viene sostituita la parola “incarichi” retribuiti.

 

giorgia meloni in versione kill bill - foto creata dall intelligenza artificiale

“Non si tratta di un divieto assoluto perché non si fa riferimento a tutti i compensi ma solo a quelli da incarichi. Da questo deriva che di sicuro non si applica alle attività, come per esempio quelle di tenere conferenze, che rientrano nel campo delle opere di ingegno con cessione del diritto d’autore. 

 

(...)

 

LAWRENZI D'ARABIAGIORGIA MELONI BACIA BENITO MUSSOLINI - STRISCIONE ESPOSTO A ROMAgiorgia meloni in versione joker - foto generata dall intelligenza artificialejavier milei giorgia meloni foto lapresse 1matteo renzi bin salman memeARABIA VIVA GIORGIA MELONI MATTEO RENZI CARLO CALENDA FOTOMONTAGGIO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...

pier silvio marina berlusconi fedele confalonieri

DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA LASCIATO DAL TRAMONTO DI GIANNI LETTA (L'UOMO PER RISOLVERE PROBLEMI POLITICI) E DALL'USCITA DI SCENA DI GINA NIERI, EX MOGLIE DI PAOLO DEL DEBBIO, PUPILLA DI CONFALONIERI, ADDETTA AI RAPPORTI ISTITUZIONALI DI MEDIASET) - FUORI NIERI, IN PANCHINA LETTA, GLI STAFF DEI FIGLI DI SILVIO STANNO FACENDO DI TUTTO PER PRIMEGGIARE. TRA I PIÙ ATTIVI E AMBIZIOSI, SI SEGNALA IL BRACCIO DESTRO DI “PIER DUDI”, NICCOLÒ QUERCI - COME MAI OGNI SETTIMANA CONFALONIERI SI ATTOVAGLIA DA MARTA FASCINA? AH, SAPERLO...