renzi alla leopolda 9

“CADE IL TEOREMA DI CHI DICEVA CHE FINANZIARE LA LEOPOLDA SIGNIFICASSE FINANZIARE LA CORRENTE DI UN PARTITO” – MENTRE I PM DI ROMA SONO A CACCIA DELLE PROVE CONTRO MATTEUCCIO NEI TELEFONI DI LUCIO E NICCOLÒ PRESTA, LA CASSAZIONE SMONTA IL CASO OPEN – E L'EX PREMIER NE APPROFITTA PER TOGLIERSI QUALCHE MACIGNO DAI MOCASSINI: "QUALCHE TEMPO PRIMA CHE SI APRISSE L'INCHIESTA UN IMPORTANTE GIORNALISTA DI RCS DICE AD UN PARLAMENTARE: NON PASSARE CON RENZI PERCHÉ CI SARÀ UNA VALANGA CHE LO PORTERÀ VIA..."

Stefano Zurlo per "il Giornale"

 

Renzi alla Leopolda

È un giorno double face per Matteo Renzi. Il Corriere della sera fa sapere che i pm di Roma hanno aperto i telefonini di Lucio Presta per cercare i finanziamenti sotto traccia all'ex premier. Ma nel pomeriggio escono indiscrezioni e stralci della sentenza della Cassazione sulla Fondazione Open e si capisce che l'ex premier ha vinto questo round contro i magistrati fiorentini.

 

LUCIO PRESTA E MATTEO RENZI

«La cosa più bella - afferma il leader di Iv - è che la Cassazione dice chiaramente che l'organizzazione della Leopolda non ha niente a che fare con l'organizzazione del Pd. Quindi cade il teorema di chi diceva che finanziare la Leopolda significasse finanziare la corrente di un partito».

 

Non basta. La Suprema corte dà un'altra bacchetta al tribunale di Firenze spiegando che il tribunale non solo si era allineato alle richieste della procura di Firenze, ma ne aveva copiato le parole: una per una, con esiti imbarazzanti. Il risultato è stato quello di «travisare l'analisi, di rilevanza decisiva, dei flussi finanziari della Fondazione Open».

 

matteo renzi leopolda 2017

La cassaforte del renzismo chiusa nel 2018 e nel mirino dei magistrati toscani. Insomma, se Roma avanza, Firenze arretra. E l'ex premier lascia filtrare un altro messaggio che descrive il suo stato d'animo: «Qualche tempo prima che si aprisse l'inchiesta su Open un importante giornalista di Rcs dice ad un parlamentare: non passare con Renzi perché ci sarà una valanga che lo porterà via».

 

E in effetti il partito dei giudici sembra aver trovato nell'ex sindaco della città toscana il nemico di cui era rimasto orfano, che prima era Berlusconi e prima ancora il «Cinghialone», Craxi. Un duello cominciato quando Renzi, saldo a Palazzo Chigi, aveva proposto di sforbiciare le ferie delle toghe, considerate un lusso ormai indifendibile. La proposta fu accolta come una profanazione nel sancta sanctorum dell'Anm.

MATTEO RENZI E LUCIO PRESTA DURANTE LE RIPRESE DELLA DOCUFICTION SU FIRENZE

 

Sette anni dopo Renzi si è autodisarcionato e guida un partitino quasi pulviscolare ma è sempre un guastatore di razza e il regista della politica italiana, ha preso di mira il Guardasigilli Bonafede e le sue pulsioni giustizialiste, ha soffiato contro Conte e ha ispirato l'arrivo di Draghi, della Cartabia e della moderazione sul fronte della giustizia, firmando pure per i referendum.

 

RENZI ALLA LEOPOLDA 10

Insomma, è l'avversario dei giudici o meglio di quell'ala militante, e corporativa, che non ha aggiornato il calendario ed è convinta di vivere sempre dentro una Repubblica giudiziaria. Oggi le battaglie sono più rarefatte, non siamo più ai tempi della demonizzazione di Craxi, il grande totem abbattuto da Mani pulite, e nemmeno alle mischie furibonde dell'era berlusconiana.

 

renzi pif leopolda

Ma le coincidenze restano impressionanti: l'ex sindaco di Firenze attacca, i pm lo accerchiano. Indagano lui e il suo cerchio magico, perquisiscono e spediscono avvisi di garanzia. Pare di assistere a una replica fuori tempo massimo del duello ingaggiato da pezzi della magistratura contro il Cavaliere, ma allora le procure dettavano il metronomo della politica italiana, o almeno lo condizionavano, oggi assistono sgomente alla liquefazione di una nomenklatura immersa in una sequenza di scandali senza fine.

MATTEO RENZI LUCIO PRESTA

 

Il braccio di ferro però va avanti e per capirlo basta pensare alla costellazione di inchieste che hanno colpito i genitori dell'ex capo del governo e che ormai non fanno nemmeno più notizia. Ieri il Corriere della sera svela che i pm della Capitale stanno studiando le chat di Lucio Presta: i finanziamenti del produttore al Renzi documentarista sarebbero in realtà la foglia di fico di contributi mascherati per aiutarlo a pagare la nuova, sontuosa abitazione.

RENZI ALLA LEOPOLDA 10

 

Renzi grida alla persecuzione: «I miei genitori sono diventati a 65 anni Bonnie e Clyde»; poi incassa il successo sul fronte di Open: la Cassazione sottolinea infatti la «diversità ontologica fra partito e fondazione politica». Il teorema, forse, non c'è più.

RENZI . LEOPOLDA da0f5dae008a9669b4be9513e11f3f73

Ultimi Dagoreport

peter thiel donald trump elon musk

DAGOREPORT – MUSK È IL “DOGE”, MA IL VERO BURATTINO DELLA TECNO-DESTRA USA È PETER THIEL. PER AVERNE LA PROVA BASTA VEDERE LA PARABOLA ASCENDENTE DELLA SUA “PALANTIR” IN BORSA: IN UN MESE, HA GUADAGNATO IL 65% (IL 39 IN UNA SETTIMANA) – COSA POTRÀ FERMARE L’AVANZATA DEI MILIARDARI TECH A STELLE E STRISCE? IL LORO EGO E GLI INTERESSI OPPOSTI. IN QUESTE ORE THIEL HA ASSISTITO AL “TRADIMENTO” DEL SUO EX PUPILLO ZUCKERBERG: È STATA “META” A DIVULGARE IL CASO “PARAGON”. E THIEL HA GROSSI ACCORDI CON L’AZIENDA CHE PRODUCE IL SOFTWARE PER SPIONI GRAPHITE – IL REGALONE A MUSK: CONTROLLANDO I PAGAMENTI DEL PENTAGONO, POTRÀ VEDERE I CONTRATTI DELLE SOCIETÀ CONCORRENTI A SPACEX…

fortunato ortombina barbara berlusconi diana bracco giovanni bazoli teatro alla scala

DAGOREPORT - MA CHE È, LA SCALA O UNO YACHT CLUB? IL REQUISITO PRINCIPALE PER ENTRARE NEL CDA DELLA SCALA SEMBRA ORMAI ESSERE QUELLO DI AVERE UNA "BARCA" DI ALMENO 40 METRI – TRA I GIÀ PRESENTI IN CDA, IL VELIERO DI FRANCESCO MICHELI È LEGGENDARIO, ARREDATO DA QUADRI E DA UN PIANOFORTE A CODA. VACANZE IN BARCA ANCHE PER BAZOLI E MAITE CARPIO CONIUGATA BULGARI - E LE NEW-ENTRY? DIANA BRACCO VELEGGIAVA SU “BEATRICE”, UN'IMBARCAZIONE IN LEGNO DI VALORE STORICO, DA LEI DONATA AL COMUNE DI IMPERIA. BARBARA BERLUSCONI, INVECE, USA IL LUSSUOSO YACHT DI PAPI SILVIO, IL “MORNING GLORY”…

michael czerny kevin joseph farrell bergoglio papa francesco vaticano pietro parolin matteo zuppi

PAPA FRANCESCO COME STA? IL PONTEFICE 88ENNE È TORNATO DAL BLITZ DI 9 ORE IN CORSICA DEL 15 DICEMBRE SCORSO CON UNA BRONCOPOLMONITE CHE NON GLI DA’ TREGUA: COLPI DI TOSSE, IL CONTINUO RESPIRO SPOSSATO, IN COSTANTE MANCANZA D'OSSIGENO - I MEDICI DELLA SANTA SEDE STANNO CURANDO LA BRONCOPOLMONITE CON DOSI MASSICCE DI CORTISONE. E CORRE VOCE CHE LO VOGLIONO PORTARE AL POLICLINICO GEMELLI PER RIMETTERLO IN PIEDI, MA LUI RIFIUTA (PREFERISCE IL FATEBENEFRATELLI) - I CARDINALI FEDELISSIMI DI FRANCESCO (TRA CUI MICHAEL CZERNY E KEVIN JOSEPH FARRELL) SI DANNO MOLTO DA FARE PER LA SALUTE DI BERGOGLIO. E TE CREDO: NELLA CHIESA VIGE UNO SPOIL SYSTEM RADICALE: IL GIORNO IN CUI IL PONTEFICE VOLA NELLA CASA DEL SIGNORE, TUTTE LE CARICHE DELLA CURIA ROMANA DECADONO…

daniela santanche giorgia meloni

LA “SANTA” NON MOLLA – DI FRONTE AL PRESSING SEMPRE PIÙ INSISTENTE DEI FRATELLI D’ITALIA, COMPRESO IL SUO AMICO LA RUSSA, E ALLA MOZIONE DI SFIDUCIA OGGI ALLA CAMERA, LA MINISTRA DEL TURISMO RESTA AL SUO POSTO. E OSTENTA SICUREZZA ANCHEGGIANDO CON PULCINELLA A MILANO. IMMAGINI CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA SEDIA I CAMERATI DI FRATELLI D'ITALIA, CHE CHIEDONO LA SUA TESTA ALLA MELONI. EVIDENTEMENTE, LA “PITONESSA” HA DEGLI ASSI NELLA MANICA SCONOSCIUTI AI PIU', CHE LA RENDONO SICURA DI NON POTER ESSERE FATTA FUORI…