angela merkel

L'UNO-DUE DI ANGELONA: PRIMA FA ENTRARE UN MILIONE DI PROFUGHI (TRA CUI, È PROVATO, QUALCHE JIHADISTA), POI SCHIERA L'ESERCITO E GLI AEREI IN SIRIA. E ORA I TEDESCHI TEMONO RAPPRESAGLIE DELL'ISIS, COME IN FRANCIA - "L'ALLEATO" SEEHOFER: MERKEL È UNA SCOLARETTA

Tonino Bucci per www.ilfattoquotidiano.it

 

seehofer merkelseehofer merkel

Non è il momento migliore, per Angela Merkel, di festeggiare i suoi dieci anni alla guida della Germania. Non è tanto per il consenso in calo, non comunque di dimensioni tali da impensierire la cancelliera. In fondo, finora, le è riuscito di aprire le porte a un milione di siriani senza che venisse meno la fiducia di buona parte dell’opinione pubblica nelle doti organizzative dello stato tedesco. Non che manchino critiche e dubbi.

 

Il ritornello ripetuto più volte dalla cancelliera – “ce la facciamo, ce la facciamo” – non è bastato a soffocare sul nascere le incertezze. Ad oggi, non c’è unanimità sui numeri reali del fenomeno, né è dato sapere quanto tempo i nuovi entrati rimarranno nel paese. Alla lunga, potrebbero approfittarne i populisti della AfD (Alternativa per la Germania), la principale forza alla destra della Cdu pronta a intercettare paure e sentimenti anti-immigrazione. Ma i veri problemi di Angela Merkel sono altri.

 

merkel seehofermerkel seehofer

Il primo ce l’ha in casa propria e riguarda il dissenso interno nel proprio partito. Più che dagli alleati socialdemocratici, gli attacchi vengono infatti dal leader della Csu, il partito bavarese affratellato alla Cdu. Qualche giorno fa, Horst Seehofer ha definito la cancelliera una “scolaretta” e si è messo, di fatto, alla guida del fronte dei dissidenti.

 

protesta contro merkel degli anti musulmani di pegidaprotesta contro merkel degli anti musulmani di pegida

Chi ha simili amici di partito, ha scritto un giornale tedesco, non ha bisogno di avere nemici. Proprio dal fuoco amico vengono le parole più pesanti: c’è chi parla di perdita di controllo della situazione e di fallimento dello Stato, e chi si spinge fino all’accusa di tradimento nazionale in seguito all’apertura dei confini. Le basi del potere della Merkel nel proprio partito si sbriciolano e se per ora la sua figura resiste alla guida del paese, dipende più che altro dalla debolezza degli avversari alla sua sinistra, dall’incapacità di Linke e Spd di ricompattarsi.

merkel orban migranti profughimerkel orban migranti profughi

 

Finora il sistema del merkellismo si era dimostrato vincente in Germania perché aveva assicurato ai tedeschi continuità, sicurezza e assenza di scossoni bruschi. Per vincere alle ultime elezioni ad Angela era stato sufficiente ripetere lo slogan “Mi conoscete già“. Della serie: ” Con me nessuna sorpresa”.

 

angela merkel e la profuga palestineseangela merkel e la profuga palestinese

Le opposizioni di sinistra la accusano di aver anestetizzato la Germania, di avere depoliticizzato i tedeschi, ma questa è un’altra storia. Sta di fatto che una parte dei tedeschi si sente per la prima volta, da un decennio a questa parte, investita dalla preoccupazione per il futuro. Messi di fronte alla sfida di integrare un milione di nuovi cittadini temono che la cancelliera non abbia in mente una vera strategia. Spesso la leader della Cdu ha governato passando indenne attraverso momenti cruciali, anzi logorando per lo più i suoi alleati di governo.

 

angela merkel e la profuga palestinese angela merkel e la profuga palestinese

Ne sanno qualcosa i socialdemocratici, gravemente puniti dal loro elettorato per aver tirato fuori dal cappello l’Agenda 2010, la riforma del mercato del lavoro. Merkel oggi non ha nessuno su cui scaricare la crisi politica, né sul fronte interno, né su quello esterno. In Europa, per esempio, la sua politica di apertura delle frontiere ha trovato più avversari che proseliti e non c’è stato verso di rompere il muro di diniego di Polonia e Ungheria, oltre che quello della Turchia al di fuori dell’Ue.

 

HOLLANDE MERKELHOLLANDE MERKEL

L’altro motivo di sofferenza, sempre per rimanere in politica estera, è il protagonismo diplomatico e internazionale del dirimpettaio francese. Pur a costo di rompere un tabù, Angela Merkel si è vista costretta a inseguire Hollande e promettere un sostegno nell’intervento militare contro l’Isis. Solo fino a poche settimane fa l’idea di mandare soldati e aerei tornado in Siria sarebbe stato impensabile per il governo tedesco. Come era prevedibile, l’annuncio di Angela Merkel ha innescato più dubbi che certezze – e non solo nel fronte dell’estrema sinistra.

 

rissa tra migranti e polizia al centro profughi di suhl in germaniarissa tra migranti e polizia al centro profughi di suhl in germania

Primo, un intervento militare potrebbe portare all’escalation del terrorismo, soprattutto se si tiene conto che in Germania sono entrati quasi un milione di siriani. La paura che tra loro possano essersi infiltrati gruppi terroristici è argomento frequente. Secondo, i bombardamenti – è opinione diffusa – non servono a niente, certo non a sconfiggere quelli dell’Isis, almeno fino a quando questi continueranno a ricevere armi e finanziamenti, dall’Arabia Saudita e non solo, e fino a quando andrà avanti il gioco ambiguo della Turchia.

rissa a bergedorf  amburgo tra polizia e profughirissa a bergedorf amburgo tra polizia e profughi

 

devastazione al centro profughi di suhl in germaniadevastazione al centro profughi di suhl in germania

Non è ancora chiaro se la Germania sarà al fianco della Francia solo per offrire aiuti di intelligence o se parteciperà direttamente alle operazioni militari. In ambedue i casi, assicurano i costituzionalisti tedeschi, c’è bisogno dell’approvazione

Ultimi Dagoreport

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…