LA MERKEL CALZA L’ELMETTO E VA A LONDRA PER RICORDARE A CAMERON CHE NON PUÒ FARE COME GLI PARE IN UE: È IN EUROPA E CI DEVE RESTARE, SENZA ALCUNA REVISIONE DEI TRATTATI

Tonia Mastrobuoni per "la Stampa"

David Cameron le aveva srotolato «il più rosso dei tappeti rossi», ma Angela Merkel non si è fatta abbagliare. Anzi, indiscrezioni della vigilia parlavano di una certa irritazione, a Berlino, per le aspettative esagerate che il premier britannico aveva riposto nella visita della cancelliera. Alla quale è stato concesso, prima del pranzo con Cameron e del tè pomeridiano con la regina Elisabetta, l'onore di essere il terzo politico tedesco, dopo Willy Brandt e Richard von Weiszäcker, a parlare dinanzi alle Camere riunite a Westminster.

Tuttavia dinanzi al grande affresco della Royal Gallery che raffigura il generale prussiano Blücher che stringe la mano a Wellington a Waterloo, qualcuno avrà sorriso dell'ingenuità del primo ministro nel confidare in un nuovo, robusto aiuto da Berlino, come due secoli fa.

La cancelliera ha parlato della necessità, in Europa, di «un Regno Unito forte, con una voce forte». E non ha rifiutato del tutto un appoggio alle aspirazioni riformatrici di Cameron. Ma ha molto ridimensionato le attese che la Germania possa appoggiare la rinazionalizzare di alcune prerogative della Ue o l'obiettivo che i singoli Parlamenti possano bloccare le leggi europee.

«Qualcuno - ha scandito - si aspetta che il mio discorso apra le porte a una riforma strutturale dell'architettura europea che possa soddisfare ogni tipo di aspirazione britannica. Temo che resterà deluso». Tuttavia la stessa delusione, ha aggiunto, spetterà a «chi si attende un chiaro messaggio sul fatto che il resto dell'Europa pagherà qualsiasi prezzo per mantenere il Regno Unito nella Ue». Certo che la Germania è disponibile a cambiamenti nell'Unione, «che va costantemente rinnovata».

Ed è ovvio che «se si rivelano superflue, le regole vanno eliminate». Ma da qui a stravolgere i Trattati per accontentare le aspirazioni dei Tories, accompagnate dalla minaccia di uscire dalla Ue, ma espresse da un primo ministro che nel 2015 potrebbe non essere rieletto, ce ne passa.

Citando a più riprese l'anniversario della Prima guerra mondiale che vide i due Paesi su fronti opposti, Merkel ha fatto insomma un discorso molto poco storico, rispondendo con un «nì» alle aspirazioni dei conservatori, pur aprendo su alcuni dossier cari anche alla Cdu tedesca come quello della cosiddetta «immigrazione sociale», espressione della paura che chi venga dai Paesi più poveri approfitti dei generosi stati sociali Nordeuropei.

Cameron vuole limitare la libera circolazione delle persone; Merkel l'ha difesa come «una delle più grandi conquiste della Ue», ma ha anche ammesso che nella sua applicazione ci sono stati degli «errori» che «vanno risolti». Parole formulate anche pensando alla Svizzera, alle prese con la traduzione pratica del risultato del referendum anti-immigrati. Però, ha precisato, «non è una passeggiata, occorre lavorare duro».

 

 

INCONTRO CAMERON MERKEL INCONTRO CAMERON MERKEL DAVID CAMERON INCONTRA A CASA SUA ANGELA MERKEL DAVID CAMERON INCONTRA A CASA SUA ANGELA MERKEL IL TWEET ANGELA MERKEL E LA REGINA ELISABETTA ANGELA MERKEL E LA REGINA ELISABETTA

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