angela merkel

LA MERKEL, NELLA SUA INTERVISTA DI COMMIATO ALLA “SÜDDEUTSCHE ZEITUNG”, LODA DRAGHI: “PER L'ITALIA È IL PREMIER GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO. STA CERCANDO IMPECCABILMENTE DI USARE I SOLDI IN MODO SENSATO E RESPONSABILE” – “SCHOLZ? DORMO SONNI TRANQUILLI, MA LA GERMANIA NON È PIÙ LA STESSA” – “LE MIE GIACCHE AL MUSEO COME IL CARDIGAN DI KOHL? I MIEI BLAZER DISMESSI VANNO ALLA RACCOLTA DI ABITI USATI” – E PROVA A GLISSARE SULLA CRISI COL MARITO ANTICIPATA DA DAGOSPIA OLTRE UN ANNO FA: “NON PENSO CHE SI PREOCCUPI CHE IO MI AGGIRERÒ TROPPO SPESSO PER CASA…”

Paolo Valentino per il “Corriere della Sera”

 

angela merkel mario draghi. 5

«Mario Draghi per l'Italia è il premier giusto al momento giusto». Lo dice Angela Merkel, nella sua intervista di commiato alla Süddeutsche Zeitung. Legata da stima e amicizia al presidente del Consiglio sin dai tempi in cui Draghi era alla guida della Banca centrale europea, la cancelliera conferma di vedere in lui la migliore garanzia per il futuro dell'Italia in Europa: «Egli sta cercando impeccabilmente di usare i soldi del Next generation Eu in modo sensato, trasparente e responsabile verso i contribuenti».

 

ANGELA MERKEL

Merkel, che si appresta a lasciare il suo incarico dopo 16 anni, assicura di sentirsi serena all'idea che sia il socialdemocratico Olaf Scholz il suo successore: «Ci saranno differenze, ma posso dormire sonni tranquilli. Non ho mai avuto l'impressione che Scholz sia uno che spende facilmente i denari pubblici». Tuttavia, ammette che il prossimo cancelliere prendere la guida del Paese in un clima politico molto più arroventato e polemico: «Quando arrivai al potere non c'erano gli smartphone, Facebook era appena nato, Twitter non era ancora stato creato. Viviamo in un mondo mediatico completamente trasformato. E temo che diventi sempre più difficile trovare compromessi, che sono indispensabili in una democrazia».

mario draghi angela merkel 4

 

In generale, per Merkel, è «difficile dire se la Germania sia più divisa di 16 anni fa. Dobbiamo combattere razzismo e antisemitismo, ma vedo una grande maggioranza della popolazione che vuole la coesione della nostra società». Anche parlando dell'Europa, la cancelliera si è detta molto preoccupata dello stato delle cose, a causa della «sempre maggiore difficoltà a forgiare una posizione comune».

 

angela merkel olaf scholz

«Dobbiamo fare però di tutto per tenere insieme l'Unione», ha aggiunto. Ieri in conferenza stampa, al termine del suo ultimo Consiglio europeo, dove le è stata tributata una standing ovation, Merkel ha anche affrontato specificamente il caso polacco: «Ciascuno sa cosa vale la Ue. I trattati erano conosciuti e tutti hanno ratificato quello di Lisbona. Malgrado ciò dev' essere possibile discutere, perché colloqui e incontri permettono di contestare ogni teoria della congiura: noi non vogliamo fare qualcosa contro alcuno Stato membro».

 

Angela Merkel pappagalli 3

Fedele al proprio passato, Merkel ha comunque detto di capire «benissimo», guardando la storia della Polonia, l'importanza della «questione dell'identità nazionale in un momento di libertà e di pace» per i Paesi che hanno vissuto sotto la dittatura comunista dopo la Seconda guerra mondiale. Il suo appello finale all'Europa è accorato: «Abbiamo superato numerose crisi, grazie al rispetto e allo sforzo di individuare soluzioni comuni, ma abbiamo davanti a noi una serie di problemi gravi e non risolti».

 

ultimo discorso di angela merkel al bundestag 2

Nell'intervista al quotidiano bavarese, Merkel affronta anche il tema della pandemia e della campagna di vaccinazione, che in Germania procede piuttosto lentamente. Alla domanda perché in Germania la linea verso i no vax è più morbida rispetto a Paesi come la Francia o l'Italia, la cancelliera risponde: «Io credo alla forza della ragione. E penso che dobbiamo fare di tutto per impedire la polarizzazione della società. Se poi guardo a posti come la Sassonia, dove la percentuale dei vaccinati e particolarmente bassa, allora penso che un eventuale obbligo scatenerebbe reazioni e polemiche ancora più forti».

ANGELA MERKEL E IL NOKIA 6210

 

La prima cancelliera della storia tedesca parla anche delle donne: «Non siamo riusciti a entusiasmarle abbastanza per la politica. E dobbiamo lavorare perché acquistino sempre più fiducia. Perché anche quando ci sono, difficilmente succede che si battano per conquistare la guida di un partito. E questo, un partito guidato da soli uomini, nella nostra epoca non è accettabile. Ecco, io posso soltanto incoraggiare le donne a lanciarsi di più nella mischia».

 

Merkel, la donna dei cinquanta blazer tutti uguali e tutti di colore diverso nell'armadio, ammette che più volte nella scelta della tinta, ha cercato anche di «lanciare un messaggio politico». Ma alla domanda se ne donerà qualcuno al Museo di Storia tedesca, come il cardigan di Kohl o il vestito macchiato di vernice rossa di Joschka Fischer, risponde di no: «Non do i vestiti ai musei, i blazer dismessi vanno regolarmente alla raccolta di abiti usati».

JOACHIM SAUER E ANGELA MERKEL

 

Infine, la prospettiva della pensione e i rapporti col marito: «Non penso che si preoccupi che io mi aggirerò troppo spesso per casa». Perché lui non c'è spesso o perché la conosce, chiede l'intervistatore. «Entrambi. Primo perché anche lui ha molto da fare e secondo perché non sono mai stata una che sta solo in casa», è la laconica e misteriosa risposta.

angela merkel joachim sauermario draghi angela merkel 6ANGELA MERKEL CON IL MARITO JOACHIM SAUER mario draghi 1Joachim Sauer con la moglie Angela MerkelANGELA MERKELmerkel in jeansangela merkel mario draghiangela merkel mario draghi. 7

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…