messina denaro

''MESSINA DENARO È LATITANTE GRAZIE AI SEGRETI SULLE STRAGI'' - STASERA AD ''ATLANTIDE'' PARLA IL PM NINO DI MATTEO A POCHI GIORNI DALL'ANNIVERSARIO DI CAPACI: ''IL BOSS POTREBBE RICATTARE PEZZI DELLO STATO, CHE LO COPRONO PER NON FAR EMERGERE LA VERITÀ SU QUELLA STAGIONE''

 

Alfio Sciacca per il ''Corriere della Sera''

 

nino di matteo processo sulla trattativa stato mafia

 

La lunga latitanza di Matteo Messina Denaro, l' ultimo dei grandi boss di Cosa nostra, potrebbe essere frutto di un ricatto. Quello derivante dai segreti che si porta dietro e che farebbero paura a pezzi dello Stato. Uno scenario inquietante quello che lascia intravedere Nino Di Matteo, il pm che ha sostenuto l' accusa nel processo sulla presunta trattativa Stato-mafia. Qualcosa che per certi versi ricalca lo stesso schema di ricatti tra mafia e pezzi delle istituzioni già emerso ai tempi della caccia a Bernardo Provenzano.

 

Di Matteo parla a pochi giorni dall' anniversario della strage di Capaci in una lunga intervista ad Andrea Purgatori che dedica una puntata del suo programma «Atlantide» alla strage in cui morirono Falcone, la moglie e gli uomini di scorta. «Messina Denaro - ragiona Di Matteo - è a conoscenza di segreti legati a quelle stragi.

andrea purgatori nel ruolo di avvocato difensore di evita

 

E quelle sono stragi assolutamente anomale in cui Cosa nostra sembra in qualche modo eterodiretta... Un boss di quella caratura, in possesso ancora delle sue piene facoltà mentali, che conosce quei segreti è potenzialmente in grado di ricattare parte dello Stato... Ed è per questo che la sua latitanza è veramente grave e vi si deve porre fine al più presto, perché non si ingeneri nemmeno il sospetto che questa latitanza sia frutto della potenzialità di ricatto che quest' uomo è in grado ancora di esercitare».

 

MATTEO MESSINA DENARO

Purgatori lo incalza: quindi qualcuno lo copre? «Non si può concepire una latitanza così lunga soltanto come il frutto dell' abilità del fuggiasco - dice il magistrato -, c' è una copertura di esterni alla mafia che ha assicurato e continua ad assicurare questa condizione di latitanza. Quel mafioso non va sottovalutato, lui è certamente conoscitore di segreti legati a una fase stragista di cui è stato fra i principali protagonisti».

 

Dei presunti segreti di cui sarebbe tenutario Matteo Messina Denaro aveva già parlato il pentito Nino Giuffrè, secondo il quale il boss di Castelvetrano conserverebbe addirittura «l' archivio di Totò Riina». Rivelazioni ora in qualche modo avvalorate dalle parole del sostituto della Direzione nazionale antimafia che rendono ancora più imbarazzante la latitanza del capomafia al quale forze dell' ordine e servizi segreti danno la caccia ormai da 26 anni.

 

Per il resto nell' intervista (in onda questa sera su LA7 a partire dalla 21.15) Di Matteo ripercorre i tanti misteri che ruotano attorno alla strage di Capaci. A partire dalle cosiddette «entità esterne» alla mafia. «Non lontano dal cratere di Capaci è stata trovata documentazione, sono stati trovati dei foglietti di carta riferibili, senza ombra di dubbio, a esponenti del servizio segreto civile dell' epoca...

 

MATTEO MESSINA DENARO

inoltre alcuni testimoni hanno messo a verbale che nell' immediatezza della strage finti operai in tuta lavoravano proprio in corrispondenza del luogo dove l' indomani Falcone sarebbe saltato in aria...». E poi l' impegno morale nei confronti delle vittime: «Abbiamo il dovere di non rassegnarci allo sterile esercizio retorico del ricordo. Dobbiamo completare il percorso di verità già avviato da anni».

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…