francesca balzani

MILANO, L’ANTI-BOSCHI È SERVITA – FRANCESCA BALZANI VIENE DA GENOVA (COME MARINO), È UN TIPO SPARTANO CON UN SORRISETTO ALLA MARY POPPINS, NON PORTA I TACCHI, NON AMA RENZI E PIACE AI SALOTTI RADICAL CHIC – DI SALA DICE: “MILANO NON È MICA UN CDA…”

1. DAGOREPORT

 

FRANCESCA BALZANIFRANCESCA BALZANI

Capello nero corto, scarpe basse, sorrisetto alla Mary Poppins, più che l’anti Sala Francesca Balzani è l’anti Boschi, è un tipo “antropologicamente diverso” (per dirla con lo stile dei salotti chic milanesi) da Renzi-Fonzie e ragazza del muretto, opposto al premier con calze azzurro elettrico ben in vista sotto i pantaloni a pinocchietto. Proprio per questo Boschi c’è e Balzani no nel libro di Vespa “Donne d’Italia”.

 

Cofferatiana (appoggiò l’ex leader Cgil in Liguria contro la renziana Raffaella Paita) con propensione per il sociale, stroncò Renzi dopo la vittoria di Toti: «Non basta dire la Liguria va veloce…”.

 

FRANCESCA BALZANIFRANCESCA BALZANI

La sua candidatura, ovviamente, è nata in un salotto degli eterni radical chic ambrosiani; anzi in sala da pranzo. E’ frutto di una cena tra i coniugi Pisapia, il capo di gabinetto Maurizio Baruffi, la sociologa della Bicocca Francesca Zajczyk e Gad Lerner. Insomma, quel mix di femminismo, lobbismo e ipocrisia che contraddistingue la sinistra ottimata e ostile al Patto del Nazareno.

 

Le malelingue sotto il Duomo aggiungono che la Balzani sia stata molto importante nella crescita professionale di Francesco Cerruti, figlio di primo letto di Cinzia Sasso, moglie di Pisapia ed “ex” giornalista di “Repubblica”. Si vocifera che Cerruti, che lavora al Parlamento europeo, sarebbe pronto a gestire la campagna elettorale della Balzani. “Repubblica” stravede per lei e anche il “Corriere del Mezzogiorno” targato Pci di Macete Fontana.

 

FRANCESCA BALZANIFRANCESCA BALZANI

A dire il vero, Balzani è un’indipendente, non ha mai preso la tesser del Pd, sponsorizzata dall’ex Giovane Turco  il ministro Andrea Orlando, voluto da Enrico Letta, con appoggi da Rifondazione. Tutto il peggio per Renzi.

 

Quarantanove anni  di Genova, sposata con Francesco che insegna diritto all’Università di Bologna, tre figli, tributarista allieva di Victor Uckmar,  con il quale ha lavorato fino al 2007 occupandosi di non profit. E’ stata Consigliere di Indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Genova e Imperia e Presidente della società Opere Sociali. Poi ha lavorato con la giunta della Vincenzi a Genova (contro i derivati finanziari), prima di risultare eletta il 6 e 7 giugno 2009 per il Pd all’Europarlamento.

pisapiapisapia

 

A marzo 2013 Pisapia l’ha fatta entrare in Giunta come Assessore al Bilancio e il 17 luglio l’ha nominata Vicesindaco.

 

A Milano non se l’è mai filata nessuno ed è sconosciuta al di fuori della Giunta e del Consiglio comunale. E’ tutta baci e abbracci, ma dura nel trattare le pratiche. Abbastanza amica della Serracchiani  - perché sono state insieme al Parlamento europeo – non ha rapporti con la Boschi e le renzine televisive. E’ quanto di peggio potesse capitare tra capo e collo al premier cazzaro. Se va lei alle primarie contro Sala, soltanto uno alla sinistra del Pd come Majorino può salvare Renzi portandole via voti, quelli che vengono dalle case popolari e delle periferie che Majorino (un po’) si è conquistato.

 

 

2. BALZANI: «SALA CORRE? MILANO NON È UN CDA A ME PIACCIONO LE GRANDI SFIDE» L' ORLO «GIOVANE» DI RENZI METTE IL CALZINO IN VISTA

GIUSEPPE SALA LETIZIA MORATTIGIUSEPPE SALA LETIZIA MORATTI

Maurizio Giannattasio per il “Corriere della sera

 

Francesca Balzani ha sciolto la riserva sulla candidatura alle primarie?

«Ancora no. Ci sto pensando. È una decisione molto importante che riguarda il futuro di una città che amo. Scioglierò la riserva presto».

 

Dopo il vertice con il premier Renzi la situazione si è chiarita o si è complicata?

«Si è chiarita, perché ora è fuori dubbio che le primarie sono tali se non c' è il candidato di partito. O siamo il partito delle primarie o quello dei candidati di partito. Le due cose non possono stare insieme. Lo dice la storia del Pd e la storia del nostro segretario Renzi. Quindi, vinca il migliore».

 

Cosa è cambiato rispetto a inizio settembre, quando lei disse no alla candidatura?

SALA PISAPIASALA PISAPIA

«Nei suoi primi passi Giuseppe Sala ha voluto marcare con decisione la sua discontinuità rispetto all' esperienza della giunta Pisapia e questo mi sembra un errore. Abbiamo profondamente cambiato la città. Penso alla mobilità sostenibile, all' attenzione per i più deboli, alla riduzione del consumo del suolo, al risanamento dei conti. E tante altre grandi e piccole rivoluzioni di cui essere orgogliosi».

 

Si muove nel solco dell' assoluta continuità con Pisapia?

«Solco e continuità sono due parole che in politica non esistono. Si deve sempre guardare verso il futuro ma senza disperdere le cose buone e preziose fatte. Un futuro che sarà diverso rispetto ai cinque anni passati».

RENZI SALARENZI SALA

 

Perché?

«Sarà importante sviluppare al massimo la dimensione internazionale di Milano e investire molto sulla sua capacità di essere un modello vincente al quale guarda l' intero Paese».

 

Chi meglio del commissario di Expo potrebbe rappresentare questa dimensione?

«Amministrare non è semplicemente organizzare, ma dare volto ai bisogni, ai sogni, alle paure, alla speranza e alla fiducia di una città. Non è facile trasferire un buon manager in politica. Basta pensare a Corrado Passera. Milano non è un cda, è una città profondamente anticonformista e orgogliosa della sua diversità. L' esperienza di Pisapia è la sintesi di tutto questo».

 

Il Pd, il suo partito, e Renzi sembrano puntare su Sala.

RENZI SALARENZI SALA

«La storia recente ci insegna che non sempre chi rivendica di essere il candidato di partito arriva al risultato migliore».

 

Come è andato l' incontro con il premier? Ci sono tante voci discordi.

«Mi ha colpito una frase di Renzi che coincide con ciò che penso: nelle elezioni per il sindaco alla fine conta la persona, la sua capacità di sintonizzarsi con la città e parlare al cuore».

 

C' è un altro problema. La candidatura del suo collega di giunta, Pierfrancesco Majorino. Una dualità che la indebolirebbe .

MAJORINOMAJORINO

«Non penso. Alla fine io e Majorino non ci rivolgiamo alle stesse persone e abbiamo una storia e un percorso diversi. Ma in questi mesi abbiamo sempre fatto un ottimo lavoro di squadra, anche nei momenti più difficili. Sono sicura che anche in questa occasione ci incontreremo».

 

È il candidato di Pisapia?

«Mi sto chiedendo se posso essere il candidato che molti dei nostri elettori che non voterebbero né Sala né Majorino sarebbero felici di sostenere».

 

Cosa le manca per compiere il passo decisivo?

MAJORINO PISAPIAMAJORINO PISAPIA

«Un sano e costruttivo confronto con alcune persone che stimo. Poi un bel respiro profondo e quella buona dose di incoscienza che serve tutte le volte che ti prepari a una sfida difficile. Ci sono persone che si gettano nelle sfide quando ci sono le garanzie, quando non si tratta di vere sfide. A me piacciono quelle vere, grandi e forti».

 

Ultimi Dagoreport

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...