TI LASCIO UNA SANZIONE - CON GLI USA SEMPRE PIÙ DECISI A STRINGERE LA CORDA INTORNO AL COLLO DELLE BANCHE RUSSE E DEI COLOSSI ENERGETICI DI MOSCA, PUTIN SI RISCOPRE PACIFISTA E IL SENATO REVOCA L’OK ALL’USO DELLE TRUPPE IN CRIMEA

1 - UCRAINA: SENATO RUSSO REVOCA AUTORIZZAZIONE USO TRUPPE

(ANSA) - Il Consiglio della Federazione russa ha deciso di revocare l'autorizzazione a un eventuale intervento delle forze armate di Mosca in Ucraina. La proposta di revocare questo permesso era stata avanzata ieri dal presidente russo Vladimir Putin. La proposta del leader del Cremlino è stata approvata quasi all'unanimità, con 153 voti a favore e uno solo contrario.

tronchetti e putintronchetti e putin

 

A essere cancellato è lo stesso permesso che sempre la camera alta del parlamento di Mosca aveva approvato all'unanimità e in un batter d'occhio il primo marzo - in piena crisi di Crimea - non appena era arrivata la proposta di Putin, motivata ufficialmente dalla necessità di proteggere i russi e i russofoni d'Ucraina (concentrati soprattutto nella parte sud-orientale del Paese).

 

2 - UCRAINA: NUOVE SANZIONI CONTRO MOSCA, PRONTO PIANO OBAMA

PUTIN COME HITLER SECONDO CARLO D INGHILTERRA PUTIN COME HITLER SECONDO CARLO D INGHILTERRA

 (ANSA) - Mettere al bando qualsiasi rapporto con alcune delle più grandi banche russe; tagliare il trasferimento di tecnologie alle industrie nel settore dell'energia e della difesa; interrompere qualunque tipo di affari con le società russe nel settore della difesa. Queste le tre opzioni sul tavolo del presidente americano, Barack Obama, che - secondo fonti del New York Times - ha pronto un piano per inasprire le sanzioni nei confronti di Mosca, rea di non aver fatto gli auspicarti passi indietro sul fronte della crisi in Ucraina.

 

Le nuove misure - che Obama ha prospettato allo stesso Vladimir Putin nel corso dell'ultimo colloquio telefonico - dovrebbero riguardare in larga parte proprio le industrie nel settore della finanza, della difesa e dell'energia. Unico ostacolo all'azione della Casa Bianca restano gli alleati europei - scrive il Nyt - che vorrebbero evitare un'escalation delle tensioni col Cremlino che metterebbe ancora più a rischio gli interessi economici e commerciali di diversi Paesi della Ue.

 

3 - PROVE DI PACE TRA PUTIN E KIEV. MA NELL’EST SI COMBATTE

Nicola Lombardozzi per "La Repubblica"

 

OBAMA E MICHELLEOBAMA E MICHELLE

La pace in Ucraina sembra finalmente una speranza concreta. Per la prima volta dall’inizio di una crisi sempre più sanguinosa, un clamoroso gesto di buona volontà arriva infatti dal Cremlino e da Putin in persona. Il presidente ha infatti chiesto alla Duma di cancellargli la autorizzazione a usare la forza nei confronti dell’ex paese alleato. Gliela aveva concessa in ventiquattr’ore il primo marzo scorso nei giorni in cui la folla della Majdan di Kiev festeggiava la vittoria della Rivoluzione e mentre la Crimea si preparava alla “dolce annessione” dei giorni successivi.

 

Vista la celerità con cui i deputati russi ratifica senza esitazioni ogni richiesta di Putin (anche questa volta l’approvazione è prevista nelle prossime ventiquattr’ore) il gesto è solo puramente formale. Ma il significato è forte. Vuol essere la conferma alle mille dichiarazioni russe, mai prese troppo sul serio dall’Occidente, di non voler intervenire direttamente nella guerra civile in corso in Ucraina tra esercito regolare e volontari nazionalisti da una parte e russi d’Ucraina secessionisti dall’altra.

 

obama e clinton4obama e clinton4

A giudicare dall’ottimismo e dalla soddisfazione sincera manifestata dal neo presidente ucraino Petro Poroshenko, l’apertura russa è comunque un segnale di pace che fa ben sperare. E che giunge dopo un altro passo in avanti compiuto da Kiev proprio ieri mattina quando ha inviato suoi deputati a Donetsk, capoluogo del Donbass ribelle per cominciare i primi timidi colloqui con i presidenti delle due Repubbliche autoproclamate di Donetsk e Lugansk. Era una condizione che Putin aveva pretesto a gran voce nei giorni scorsi e che ha deciso di “premiare” con la solenne richiesta alla Duma.

 

E’ presto ovviamente per parlare di pace immediata. Il cessate il fuoco, che continua a

registrare diverse violazioni da entrambi le parti, durerà infatti solo fino al 27 giugno, vigilia della firma del primo trattato di cooperazione tra Ucraina e Unione Europea. Ma la teatrale scelta di Mosca lascia capire che le trattative sotterranee cominciano a dare i primi frutti.

MILITARI UCRAINI LASCIANO LE BASI IN CRIMEA CON LE PIANTE IN MANO MILITARI UCRAINI LASCIANO LE BASI IN CRIMEA CON LE PIANTE IN MANO

 

MILITARI UCRAINI LASCIANO LE BASI IN CRIMEA CON GLI SCATOLONI jpegMILITARI UCRAINI LASCIANO LE BASI IN CRIMEA CON GLI SCATOLONI jpegMILITARI UCRAINI LASCIANO LE BASI IN CRIMEA CON GLI SCATOLONI MILITARI UCRAINI LASCIANO LE BASI IN CRIMEA CON GLI SCATOLONI

Mosca chiede garanzie sul decentramento amministrativo delle regioni orientali ucraine per poter dare maggior voce alla popolazione di lingua, origini e cultura russa di quella parte del Paese. Garanzie che in qualche modo stanno arrivando. Gli ucraini dell’Est riprendono a sperare, anche se sul terreno continuano gli scontri. Un elicottero militare di Kiev è stato infatti abbattuto nei cieli di Sloviansk: almeno nove persone sono morte.

Ultimi Dagoreport

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…