“IL GOVERNO TROVERA’ LE RISORSE PER FLAT TAX E REDDITO DI CITTADINANZA, COMPATIBILMENTE CON GLI SPAZI FINANZIARI” - IL MINISTRO TRIA ABBOZZA UNA MEZZA GARANZIA CHE I DUE CAPISALDI DI M5S E LEGA NON CORRONO RISCHI - MA SOTTOLINEA CHE OGNI AZIONE DI GOVERNO SARA' CONDOTTA TENENDO D’OCCHIO I CONTI PUBBLICI, A PARTIRE DALL’IMPEGNO DI RIDURRE IL DEBITO PUBBLICO (CIAO CORE)
Michele Di Branco per “il Messaggero”
L'economia rallenta ma il governo troverà le risorse per introdurre la flat tax e il Reddito di cittadinanza «compatibilmente con gli spazi finanziari». Giovanni Tria garantisce che i due capisaldi delle promesse economiche del governo giallo-verde non corrono rischi. Ma nel corso dell' audizione sulle linee programmatiche del suo dicastero, di fronte alla commissione Finanze del Senato, il ministro dell' Economia è stato chiaro sul fatto che tutte le azioni di governo saranno condotte tenendo d'occhio i conti pubblici, a cominciare dal mantenimento dell' impegno sulla riduzione del debito.
LUIGI DI MAIO GIOVANNI TRIA GIUSEPPE CONTE
Uno dei temi più trattati è stato quello fiscale. Tria ha spiegato che «è necessario adottare azioni strutturali fortemente orientate a rendere la tassazione più favorevole alla crescita, perseguire la semplificazione degli adempimenti, migliorare la Tax compliance e preparare il terreno alla riduzione della pressione fiscale». Tuttavia il numero uno di Via XX Settembre è apparso prudente chiarendo che è stata istituita una task force con l'obiettivo di analizzare i profili di gettito e distributivi del sistema fiscale in vista della definizione della flat tax.
La nuova imposta Irpef ad aliquota duale, ha spiegato il ministro, dovrà infatti essere costruita in armonia con i principi costituzionali di progressività dell' imposta. «Principi ha avvertito Tria che invece l' attuale struttura dell' Irpef fa difficoltà a garantire».
L'OPERAZIONE
LUIGI DI MAIO GIOVANNI TRIA GIUSEPPE CONTE
Quanto all' attesa Pace fiscale, il ministro ha chiarito che «è doveroso passare da uno stato di paura nei confronti dell' amministrazione finanziaria a uno stato di certezza di diritto e fiducia basato sui principi della buona fede e della reciproca collaborazione tra le parti». L'operazione, ha avvertito Tria, sarà incardinata all'interno di un percorso di riforma strutturale del fisco (che riguarderà anche Iva ed Irap) ma «occorrerà valutarne l' impatto su bilancio pubblico per intraprendere questa strada.
Ad ogni modo «attuare la pace fiscale non significa varare nuovi condoni ma pensare a un fisco amico che favorisca l' estinzione di debiti». Il ministro ha confermato che dal 1 gennaio 2019 la fatturazione elettronica costituirà un obbligo generalizzato, quindi, non solo per le cessioni nei confronti della pubblica amministrazione ma anche per le cessioni tra privati.
Reddito di cittadinanza: Tria ha detto che ci sarà ma è stato prudente ammonendo che «quando mi si chiede quanto costa il reddito rispondo che è una domanda mal posta perché bisogna vedere qual è il disegno specifico della norma, ma anche perché quando si vede il costo del provvedimento non può essere considerato addizionale ma in parte sostitutivo: si tratta di trasformare strumenti di protezione sociale esistenti in un altro strumento.
Quindi bisognerà valutare il costo differenziale e come introdurlo gradualmente».
Insomma una sola certezza: il Reddito di cittadinanza cancellerà quello di Inclusione introdotto nella scorsa legislatura. Tria ha affrontato il tema del rallentamento della crescita. «Nel 2018 ha riconosciuto si registrano ancora tassi positivi seppur a un ritmo lievemente inferiore a quello medio registrato nel 2017». Tuttavia, ha aggiunto il ministro, «è ancora possibile conseguire nell' anno in corso una crescita non lontana da quella programmata anche se il quadro internazionale fa prevedere un rallentamento». D'altra parte, anche nel 2019 «gli istituti internazionali indicano un rallentamento nei principali Paesi europei che avrà un impatto anche sull' economia italiana per le forti interdipendenze».
IL DOSSIER
Tria ha anche aperto il dossier della riforma del credito cooperativo chiarendo che il governo è disponibile a «ritocchi» ma non a fermare il riassetto in corso. Le parole del ministro sono cadute poche ore prima che Luigi Di Maio, da Gioia Tauro, affondasse il colpo contro le banche. «Il sistema bancario ha tuonato il vicepremier la deve pagare perché ha avuto un atteggiamento arrogante infischiandosene dei risparmiatori e dello Stato ed è stato protetto da ambienti politici sia in questa regione che a livello nazionale. Se vogliamo sostenere le imprese dovremo ridurre l' arroganza di certe organizzazioni, quelle illegali e anche di alcune legali».