giorgia meloni guido crosetto esercito soldati militari

IL MIO NOME È BOND, EUROBOND – L’ITALIA NON HA SOLDI PER FINANZIARE LA DIFESA. ANCHE ALLENTANDO I VINCOLI DEL PATTO DI STABILITÀ, ACCUMULARE ALTRO DEBITO PUBBLICO (GIÀ AL 138,4% DEL PIL) SAREBBE UNA CONDANNA PER LE GENERAZIONI FUTURE – CAPRARA: “È ADESSO IL TEMPO DI AGIRE, E SI È GIÀ IN RITARDO. IL NOSTRO PAESE HA INTERESSE A FAR SÌ CHE L’INCREMENTO DELLE SPESE PER LA DIFESA SIA COPERTO CON DEBITO EUROPEO. L’OPPORTUNITÀ DA COGLIERE STA NELLA INSOLITA DISPONIBILITÀ DI PAESI 'FRUGALI' VERSO FORME DI FINANZIAMENTO COMUNI”

Estratto dell’articolo di Maurizio Caprara per www.corriere.it

 

maurizio caprara foto di bacco

Et voilà, non si applica il patto di Stabilità. Quasi accompagnata da un compiaciuto sorriso, questa sembra essere, nella classe politica italiana, una reazione diffusa alla disponibilità della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen a disapplicare per le spese destinate alla Difesa le norme comunitarie che ci vietano di aumentare il nostro deficit.

 

Questo deficit da noi supera già il 3% del Prodotto interno lordo. Dal 2014 gli Stati membri della Nato si erano prefissi l’obiettivo di portare le uscite per le forze armate e gli armamenti al 2% del Pil di ciascun Paese.

 

GIORGIA MELONI - URSULA VON DER LEYEN

L’Italia è tra quanti sono indietro. L’anno scorso, arrancando, per la Difesa è riuscita a raggiungere una spesa dell’1,54%. Nel frattempo Donald Trump ha indicato come indispensabile un traguardo più che doppio, il 5%.

 

[…] E la politica italiana che fa? Il governo tira un sospiro di sollievo, l’opposizione si volta dall’altra parte e rispolvera parole d’ordine su altri temi. La rimozione della realtà è abitudine che sta prendendo piede sempre di più. L’Europa ha a che fare con una guerra arrivata al suo interno, l’invasione russa dell’Ucraina, e una non molto lontano da sé, il conflitto di Gaza attualmente solo sospeso.

 

guido crosetto giorgia meloni - armamenti

Trump si muove come chi tenderebbe a spartirsi sfere di influenza con il Cremlino emarginando i rappresentanti dell’ Unione Europea. E da noi delle spese della difesa si parla il minimo possibile.

 

Quasi nessuno, per esempio, che constati un aspetto della realtà: mentre il nostro esorbitante debito pubblico ha raggiunto il 138,4% del Pil, se le parole di von del Leyen non troveranno consistenti obiezioni il nostro Paese sarà autorizzato a dilatarlo.

 

Forse per la difesa è l’unica soluzione possibile […]. Ma pur ammettendo che se da una parte può essere uno scampato pericolo, dall’altra è un permesso di caricare altro debito sulle spalle delle nuove generazioni.

 

MARK RUTTE DONALD TRUMP

In un mondo meno assestato di prima, l’Ue è la famiglia che sta iniettando nella nostra economia nazionale i 194,4 miliardi di euro per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, quello più finanziato dell’intera Unione, da spendere entro metà 2026.

 

Dopo, ci troveremo a non avere più questo straordinario sostegno e a dover fronteggiare maggiori uscite per la Difesa. Il segretario generale della Nato Mark Rutte dà per scontato che nel prossimo vertice dell’Alleanza in giugno all’Aja andrà definito un obiettivo più alto del 2% perché la spesa deve arrivare a «molto, molto, molto di più» del 2%.

 

ursula von der leyen volodymyr zelensky

Per avere un’idea di quanto sforzo comporta, ecco che cosa ammise davanti alle commissioni di Camera e Senato, il 7 novembre 2023, il ministro della Difesa Guido Crosetto: «Siamo molto lontani dal 2%, un obiettivo impossibile per il 2024, ma se devo essere sincero con voi, e lo sono sempre, difficile anche per il 2028». Lo stato del mondo ha reso inattuale una flessibilità del genere.

 

È adesso il tempo di agire, e si è già in ritardo. Il nostro Paese ha interesse a far sì che l’incremento delle spese per la Difesa sia coperto con debito europeo. Non solo perché ciò aiuta a contenerci, ma perché è in sede europea che le spese possono essere meglio coordinate per evitare doppioni costosi e superflui e per gettare le basi di una difesa comune quanto mai indispensabile.

 

VERTICE EUROPEO PER L UCRAINA A PARIGI

Il ritardo nella quantità ci sta facendo perdere di vista l’importanza della qualità della spesa. L’opportunità da cogliere sta nella insolita disponibilità di Paesi cosiddetti «frugali» […] verso forme di finanziamento comuni. A comandare le braccia in armi, anche soltanto per garantirsi sicurezza grazie alla deterrenza, non possono che essere le menti.

 

Questo dunque richiede convergenza tra formazioni italiane nel favorire uno sviluppo dell’integrazione politica tra i 27 Stati membri dell’Unione, uno snellimento dei suoi meccanismi decisionali. La pace si difende così, non voltando la testa dall’altra parte o declamando velleitari proclami slegati dalla realtà della storia e delle sue accelerazioni.

alexander stubb volodymyr zelensky kiev 24 febbraio 2025leader europei a kiev 24 febbraio 2025

Ultimi Dagoreport

francesco milleri gaetano caltagirone philippe donnet andrea orcel unicredit generali

DAGOREPORT – GENERALI DELLE MIE BRAME: L’AGO DELLA CONTESA POTREBBE ESSERE ANDREA ORCEL, BANCHIERE IRRAGGIUNGIBILE NEL CAMPO DELLE ACQUISIZIONI E FUSIONI. L’AD DI UNICREDIT, CHE HA IN TASCA IL 5,2% DEL LEONE DI TRIESTE (UN ALTRO 5 SAREBBE NEL CASSETTO) ASPETTERÀ L’ULTIMO MINUTO PER DECIDERE CON CHI STARE, IN BASE A QUALI VANTAGGI OTTERREBBE UNICREDIT (BANCA GENERALI? BPM? MEDIOBANCA?) – ALTRO NODO: IL 4,82% DI BENETTON - IN CASO DI SCONFITTA DEL DUO FILOGOVERNATIVO CALTA-MILLERI SUL LEONE DI TRIESTE, DIPENDERÀ IL FUTURO DI MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS. POTREBBE ANCHE SUCCEDERE L’ARRIVO DI UN CAVALIERE BIANCO (BANCA INTESA? UNICREDIT?) CON UNA CONTRO OPA…

antonella antonia rosa costanzo - ex moglie di paolo berlusconi vittorio feltri

DAGOREPORT - ALLA VENERANDA ETÀ DI 81 ANNI, VITTORIO FELTRI ANCORA IGNORA CHE IL GALANTUOMO GODE E TACE. COME QUANDO HA SPIFFERATO IL MOTIVO DELLE SUE DIMISSIONI DALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE”: “ME LA FACEVO CON LA MOGLIE DELL’EDITORE”, ALIAS PAOLO BERLUSCONI - OVVIAMENTE LA REAZIONE DI ANTONELLA COSTANZO NON SI È FATTA ATTENDERE. E VITTORIONE HA PENOSAMENTE RINCULATO: “IL NOSTRO RAPPORTO ERA DI SIMPATIA E AMICIZIA” - DA PARTE SUA ANTONELLA COSTANZO CI TIENE A FAR SAPERE A DAGOSPIA LA SUA VERSIONE DEI FATTI… – VIDEO

milan gerry cardinale zlatan ibrahimovic marcella verini giorgio furlani pierdonato vercellone donato

DAGOREPORT – ALTA TENSIONE AL MILAN TRA IL SENIOR ADVISOR IBRAHIMOVIC E L’AD FURLANI. LA SOCIETA’ E’ SPACCATA IN DUE FAZIONI: DA UNA PARTE CARDINALE, IBRA E LA POTENTISSIMA COMUNICATRICE DI RED BIRD E ELLIOTT MARCELLA VERINI, DALL’ALTRA FURLANI E IL CAPO DELLA COMUNICAZIONE DEL CLUB PIERDONATO VERCELLONE. LE DUE ANIME SI RIMBALZANO LA RESPONSABILITA’ DEL MANCATO INGAGGIO IN ESTATE DI ANTONIO CONTE – FURLANI GODE DELLA FIDUCIA DI PAUL SINGER, CHE CON ELLIOTT È DI FATTO IL PADRONE OMBRA DEL MILAN. È PROBABILE CHE IN ESTATE QUALCUNO SALTERÀ, SE NON TUTTI…

maurizio gasparri simona agnes

FLASH! - MAI DIRE RAI: PER IL FORZISTA MAURIZIO GASPARRI, MEMBRO DELLA COMMISSIONE VIGILANZA, SIMONA AGNES NON ESISTE, FDI SE NE FOTTE E SONO INIZIATE LE PRESSIONI SU GIANNI LETTA PER CONVINCERE LA SUA PROTETTA, SIMONA AGNES, PLURI BOCCIATA PER LA PRESIDENZA DEL CDA RAI, A DIMETTERSI LIBERANDO COSI' UN POSTO A UN NOME CHE POSSA OTTENERE I VOTI ANCHE DELL'OPPOSIZIONE... – LA REPLICA DI GASPARRI A DAGOSPIA: “OVVIAMENTE LA NOTIZIA CHE AVETE PUBBLICATO SU ME E SULLA AGNES È L’ESATTO CONTRARIO DELLA VERITÀ”

giorgia meloni donald trump

DAGOREPORT - LA "SPECIAL RELATIONSHIP" DI GIORGIA MELONI CON DONALD TRUMP ERA SOLO NELLA TESTOLINA BIONDA DELLA DUCETTA: QUANDO SI TRATTA DI COLPIRE L'EUROPA, IL TYCOON NON FA DISTINZIONI (LE TARIFFE AL 25% COLPIRANNO ANCHE L'ITALIA, MENTRE IL REGNO UNITO SARÀ ESENTATO) E LA PRESUNTA AMICIZIA CON LA "MERAVIGLIOSA LEADER" ITALIANA VA A RAMENGO - L'HANNO CAPITO ANCHE A DESTRA: BASTA SBIRCIARE IL TITOLONE DI PRIMA PAGINA DEL "GIORNALE" DI OGGI ("TRUMP, I PRIMI DUBBI DELLA LEGA") E ASCOLTARE LE PAROLE DEL MINISTRO URSO (FRATELLI D'ITALIA): "L'AMERICA PUNTA A DIVIDERE GLI ALLEATI EUROPEI" - LA "THATCHER DELLA GARBATELLA" E' INSOFFERENTE PER L'ATTIVISMO DI MACRON E STARMER MA I DUE SONO LEADER DI PAESI "PESANTI", CON ARMI NUCLEARI - PRIMA O POI L'UNDERDOG DOVRÀ ACCORGERSI CHE BACIARE LA PANTOFOLA DI "KING TRUMP" NON È STATA UNA BUONA IDEA...

donna sarda sardegna elly schlein

DAGOREPORT – ALLA DIREZIONE DEL PD, I RIFORMISTI DEM SONO SOBBALZATI SULLA SEDIA ALLE PAROLE DI ELLY SCHLEIN SULLA GUERRA UCRAINA: “NON SIAMO PER IL FINTO PACIFISMO DI TRUMP MA NEMMENO SIAMO CON L’EUROPA CHE VUOLE CONTINUARE LA GUERRA” - IL CLOU: QUANDO ELLY HA ATTACCATO LE INIZIATIVE SINGOLE DI MACRON E DI STARMER PER LA PACE, HA DETTO, TESTUALE: "ALL'EUROPA SERVE UN SALTO QUANTICO" (MA CHE CAZZO STAI A DI'?) - PICIERNO, PIERO DE LUCA, FASSINO NON CREDEVANO ALLE PROPRIE ORECCHIE: “QUINDI LA PACE SONO LE CONDIZIONI DETTATE DA PUTIN? ELLY, QUANDO LA SMETTI DI GIOCARE A NASCONDINO?” – ALTRO SCAZZO SUL REFERENDUM DELLA CGIL SUL JOBS ACT E SULL’ESERCITO COMUNE UE (TRANQUILLIZZATE LA DUCETTA: CON QUESTI SINISTRATI ALTRI 20 ANNI A PALAZZO CHIGI SONO SICURI…)