TONTO DI MONTI BEVE COCA COLA - ANZI, IL PREMIER IN PECTORE PRIMA S’È BEVUTO IL COLOSSO AMERICANO COSTRINGENDOLO A PATTEGGIARE QUANDO ERA COMMISSARIO UE, POI È STATO ASSUNTO COME ADVISOR - E L’INCARICO PIÙ “FRIZZANTE” TRA I TANTI (DA BILDERBERG A GOLDMAN SACHS) LO CONSERVA ANCORA OGGI…

Stefano Sansonetti per Italia Oggi

Prima feroce censore della bibita più famosa del mondo. Poi addirittura assunto come advisor dal gruppo che la produce. Mettendo insieme i fatti, puri e semplici, la storia è questa. Da commissario europeo alla concorrenza, Mario Monti perseguì il gruppo Coca-Cola per abuso di posizione dominante.

Nel 2004, per evitare un contenzioso, raggiunse un accordo in base al quale il colosso americano rinunciò ad alcuni comportamenti censurati dal commissario Ue. Giusto il tempo di far dimenticare il braccio di ferro e nel 2006, sorpresa, Monti viene assunto dalla Coca-Cola come membro dell'international advisory board. Ruolo, quest'ultimo, che il probabile futuro premier italiano conserva ancora oggi.

Eh già, nella caterva di incarichi che il presidente della Bocconi vanta, dal gruppo Bilderberg alla Trilaterale, da Goldman Sachs al think tank Bruegel (già ricordati da ItaliaOggi del 3 novembre scorso), c'è anche una poltrona particolarmente «frizzante». La vicenda, a ogni modo, parte nel 1999. Monti, appena nominato commissario Ue alla concorrenza su proposta del governo D'Alema, fa partire un procedimento nei confronti della Coca Cola per l'ipotesi di abuso di posizione dominante.

Il Professore, all'epoca, accusa il colosso statunitense di offrire agevolazioni sleali ai rivenditori del prodotto. Tra queste, in particolare entrano nel mirino alcuni rimborsi promozionali garantiti ai rivenditori che facevano scorta di prodotti Coca-Cola e alcuni contratti in esclusiva che obbligavano i rivenditori a comprare solo dalla multinazionale di Atlanta.

L'inchiesta di Monti dura la bellezza di cinque anni fino a quando nel 2004, alla vigilia della sua uscita dalla Commissione Ue, Monti riesce a ottenere dalla Coca-Cola un accordo in base al quale la società rinunciava agli accordi in esclusiva con i rivenditori.

Passano due anni e il colosso americano, forse memore della recente battaglia, decide di farsi amico l'ex commissario-censore. E offre a Monti un posto nel suo international advisory board. Dove tutt'ora siede il premier italiano in pectore.

 

COCA COLA MARIO MONTIGOLDMAN SACHS

Ultimi Dagoreport

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…

ignazio la russa giorgia meloni daniela santanche lucio malan

DAGOREPORT - DANIELA SANTANCHÈ A FINE CORSA? IL CAPOGRUPPO DI FDI IN SENATO, LUCIO MALAN, È A PALAZZO CHIGI E POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO MINISTRO DEL TURISMO, AL POSTO DELLA “PITONESSA” – IERI L’INCONTRO TRA IGNAZIO LA RUSSA E GIORGIA MELONI: LA DUCETTA POTREBBE AVER CHIESTO AL PRESIDENTE DEL SENATO, IN QUANTO AVVOCATO DELL’IMPRENDITRICE, RASSICURAZIONI SULLA SENTENZA DI PRIMO GRADO. LA RISPOSTA? CARA GIORGIA, NON TI POSSO GARANTIRE NIENTE. COME SAI, LA LEGGE PER I NEMICI SI APPLICA, E PER GLI AMICI SI INTERPRETA. MORALE DELLA FAVA: LA “SANTA” HA UN PIEDE E MEZZO FUORI DAL MINISTERO - LA SMENTITA DI PALAZZO CHIGI