MONZA CHIAMA BARI/1 - I PM CHE INDAGANO SUL SISTEMA SESTO VOGLIONO LEGGERE LE CARTE DELL’INCHIESA TARANTINI: L’IMMOBILIARISTA ENRICO INTINI, VICINO A D’ALEMA E AMICONE DI GIANPI, FINANZIÒ ANCHE PENATI E OTTENNE MOLTI LAVORI A SESTO SAN GIOVANNI - L´EX PRESIDENTE ROMPE IL SILENZIO: “L´OPERAZIONE DELLA SERRAVALLE PORTÒ SOLO VANTAGGI. E TUTTA LA MAGGIORANZA DI SINISTRA ERA D’ACCORDO NELL’ACQUISTO DELLE AZIONI DA GAVIO”…

Andrea Montanari per "la Repubblica"

Arriveranno a Monza le carte della procura di Bari sulla rete di favori e appalti che ruotava intorno a Gianpaolo Tarantini. Il pm Walter Mapelli, titolare del fascicolo sul "Sistema Sesto", chiederà ai colleghi del capoluogo pugliese il fascicolo con atti e intercettazioni relativi al procedimento in cui è indagato tra gli altri Tarantini.

Il faccendiere tentava di raccomandare presso aziende di Stato come Finmeccanica e altri enti pubblici come la Protezione civile l´immobiliarista pugliese Enrico Intini, imprenditore vicino al Pd, che spunta anche nell´inchiesta di Sesto San Giovanni, dove sono coinvolti l´ex presidente della provincia di Milano Filippo Penati, il suo capo di gabinetto Giordano Vimercati, imprenditori e amministratori locali, tra cui il sindaco di Sesto Giorgio Oldrini.

È proprio Enrico Intini, il trait d´union tra l´inchiesta di Bari e quella di Monza. A Sesto, l´immobiliarista pugliese che ha realizzato diverse residenze, è uno dei finanziatori di Penati, attraverso la sua associazione "Fare Metropoli", solo uno dei filoni su cui si concentra l´attenzione degli investigatori.

Dopo le nuove rivelazioni del suo principale accusatore Pietro Di Caterina, Penati - accusato di corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti - passa al contrattacco e si difende: «Quella della Serravalle fu un´operazione inconfutabile che sbloccò la realizzazione di Brebemi, Tem e Pedemontana. Che ha arricchito la Provincia perché ha mantenuto un patrimonio che vale più del doppio di quando lo presi in consegna. Forse è proprio questo che dà fastidio».

L´ex braccio destro del numero uno del Pd Pier Luigi Bersani ha rotto il silenzio in occasione della prima riunione del consiglio regionale lombardo dopo l´estate. «Non si è aggravata affatto la mia posizione - ha spiegato - . Sarà chiarita nelle sedi processuali. Sono fiducioso che la giustizia farà il suo corso e che la verità verrà a galla».

Poi Penati ha voluto ripercorrere le tappe della vicenda dell´acquisto di nuove quote dell´autostrada Milano-Serravalle. «Decidemmo di acquistare le quote di Gavio perché il Comune di Milano aveva rifiutato la nostra offerta di 270 milioni. Tutta la maggioranza in Provincia era d´accordo. Dai Ds alla Margherita, da Rifondazione comunista ai Verdi».

All´interno del gruppo del Pd nel consiglio regionale lombardo, però, ieri, era evidente un certo imbarazzo. Anche se alla domanda se si sentisse scaricato dal partito, Penati ha risposto: «Assolutamente no, mi sono autosospeso. Sono altre le cose che mi hanno amareggiato. Le accuse che leggo sui giornali che cambiano ogni giorno senza la possibilità di poter chiarire. Non credo a un complotto, ma certo così non è facile difendersi».

Si è difeso dalle accuse dell´imprenditore Piero Di Caterina anche il sindaco Oldrini: «Se fossi il perno di un "Sistema Sesto" inteso come di una città che dalle ceneri si è ripresa in modo brillante ne sarei contento - ha precisato nel corso di una conferenza stampa - Le accuse di Di Caterina sono molto infamanti. Se avessimo avuto la sensazione che ci fossero dei reati, li avremmo denunciati. Di certo, se qualcuno sarà giudicato colpevole, ci costituiremo parte civile».

 

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