putin raisi gaza

MOSCA, TEHERAN E GAZA: L’ASSE ANTI-OCCIDENTALE SI RINSALDA – HAMAS RINGRAZIA PUTIN PER LA SUA POSIZIONE CONTRARIA ALL’ASSEDIO DI GAZA – IACOBONI: “IL CREMLINO SEMBRA AVERE UNA PRIORITÀ PRECISA, E APPARE L’ASSE CON TEHERAN E CON GAZA” - COME DAGO DIXIT, A GAZA SONO STATI “ATTENZIONATI” EMISSARI DI MOSCA, CHE HANNO FORNITO UN SUPPORTO DI INTELLIGENCE AGLI SQUADRONI DI HAMAS - VIDEO

Estratto dell’articolo di Jacopo Iacoboni per “La Stampa”

 

Vladimir Putin Ali Khamenei Ebrahim Raisi

Questa sinceramente ci mancava. «Noi del Movimento di resistenza islamica (Hamas) apprezziamo la posizione del presidente russo Vladimir Vladimirovich Putin sull’aggressione sionista in corso contro il nostro popolo, e il suo rifiuto dell’assedio di Gaza, dell’interruzione degli aiuti umanitari e dell’attacco ai civili».

 

Con una dichiarazione ufficiale pubblicata questa notte, a mezzanotte circa, sul canale telegram ufficiale, Hamas ringrazia il caro amico presidente russo Vladimir Putin, per aver rilasciato una dichiarazione a sostegno della Palestina. Putin per la verità aveva detto più cose, in favore dei palestinesi ma spesso anche in una palese prospettiva giustificazionista dei massacri di sabato 7 settembre compiuti da Hamas in Israele.

 

vertice putin raisi erdogan

Il leader russo aveva prima detto che ci sarebbero state perdite civili «inaccettabili» se Israele fosse entrato a Gaza, per quanto possa apparire lievemente stridente sentire Putin che stigmatizza le morti di civili. Poi aveva definito altrettanto «inaccettabili» gli appelli ad usare tattiche da «assedio di Leningrado» contro la Striscia di Gaza.

 

Attualmente, aveva illustrato ad alcuni giornalisti a Bishkek, in Kirghizistan, «anche negli Stati Uniti ci sono valutazioni sugli eventi, comprese quelli di alcuni secondo i quali contro la Striscia di Gaza dovrebbero essere adottate misure militari e non militari sullo stesso piano di quelle prese nel blocco di Leningrado durante la Seconda guerra mondiale. Sappiamo cosa comporta questo. Secondo me questo è inaccettabile».  […]

 

vladimir putin ebrahim raisi recep tayyip erdogan

Hamas – che nei mesi scorsi è stata due volte ricevuta a Mosca in tutta pompa - ha ovviamente registrato con gioia tali esternazioni putiniane. Il 10 settembre 2022, ricevendo i capi di Hamas al Cremlino, Sergey Lavrov si complimentò perché Hamas si consultava con Mosca su «diverse questioni»». Naturalmente a Gaza, e nel sud di Beirut (dove sono per lo più acquartierati i capi di Hamas), erano stati particolarmente graditi gli attacchi antisemiti di Lavrov a Israele per i raid in Siria contro Assad.

 

Le parole odierne di Putin sono piaciute ancor di più, alla dirigenza della milizia terrorista, e non erano scontate, perché rinsaldano una scala di priorità chiara dei russi: Mosca sarebbe anche interessata a non guastarsi i rapporti con Israele (cui Putin riconosce blandamente un diritto a difendersi), ma in questo frangente il Cremlino sembra avere una priorità precisa, e appare l’asse con Teheran e con Gaza. E così nello statement ufficiale ai militanti, Hamas ribadisce anche di aver accolto con favore «gli instancabili sforzi della Russia per fermare la barbara e sistematica aggressione sionista contro il popolo palestinese nella Striscia di Gaza».

israele bombardamenti su gaza

 

Non è chiaro a quali sforzi dei russi si riferisca la milizia terrorista guidata da Mohammed Deif. Putin aveva anche affermato che il conflitto israelo-palestinese dovrebbe essere risolto attraverso negoziati pacifici con l’obiettivo di «creare uno Stato palestinese indipendente con Gerusalemme Est come capitale». E spiegato che la Russia potrebbe diventare un mediatore nei colloqui.

 

israele bombardamenti su gaza

Nelle stesse ore l’agenzia del Cremlino Ria Novisti ha fatto filtrare che il viceministro degli Esteri russo, Mikhail Bogdanov, potrebbe incontrare rappresentanti di Hamas in Qatar la prossima settimana, proprio con al centro la questione degli ostaggi. Bogdanov ha detto di «non escluderlo. Se loro sono disposti, siamo sempre favorevoli al contatto. Soprattutto in questa situazione, (l'incontro) sarebbe utile per risolvere questioni pratiche, compresa la liberazione degli ostaggi».

BENJAMIN NETANYAHU AL CONFINE CON GAZA

 

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