gentiloni servizi segreti

AL “MOVIOLA” SFUMA IL BLITZ SUI SERVIZI SEGRETI: NIENTE CONFERMA AUTOMATICA PER I VERTICI DEGLI “007”. LA SCELTA TOCCHERA’ AL NUOVO GOVERNO – IL COPASIR RESPINGE L’IDEA DI GENTILONI PER INGRAZIARSI LE BARBE FINTE PRIMA DEL VOTO

 

Marco Conti per il Messaggero

 

GENTILONI ditino

Tutti d'accordo, o quasi. Passa la linea della proroga di un anno dei vertici dei servizi segreti. Passa anche la possibilità di tenere al suo posto Alessandro Pansa, capo del Dis, malgrado sia in età pensionabile. Il via libera al governo da parte del Copasir, il Comitato parlamentare di vigilanza sui servizi segreti, è avvenuto ieri pomeriggio al termine di una riunione che si è conclusa con un documento inviato al governo e votato da tutti i rappresentanti dei partiti. In dissenso con i propri colleghi di partito hanno votato contro Tofalo (M5S) e Casson (Leu). 

 

alessandro pansa

Il parere, obbligatorio ma non vincolante del Copasir, chiesto nei giorni scorsi dal governo, consente ora la possibilità di prorogare di un anno i responsabili di Dis, Aisi e Aise anche se due degli attuali sono in età pensionabile qualora - come è altamente probabile - alla scadenza di aprile non ci sia già un altro governo pronto a nominare nuovi capi.

 

IL VARO

Una decisione nata dall'esigenza di evitare vuoti e cortocircuiti con le elezioni e i tempi di formazione del nuovo governo. La modifica al regolamento che permetterebbe la proroga era stata inviata al presidente del Copasir Giacomo Stucchi, che ieri ha riunito il Comitato che ha di fatto dato parere favorevole, ma ponendo come condizione che la proroga sia di dodici mesi, avvenga solo dopo le elezioni e solo nel caso in cui non ci sia un governo insediato entro la data della scadenza prevista in aprile.

 

alberto manenti

Con ogni probabilità, toccherà quindi a Gentiloni riunire ad aprile, il Consiglio dei ministri e varare la modifica al regolamento che consentirà ad Alessando Pansa, Alberto Manenti e Mario Parente di restare in carica sino alla composizione di un nuovo governo di fronte al quale i tre si presenteranno dimissionari. Non è stato facile coniugare l'esigenza di stabilità, in grado di garantire la sicurezza nazionale, con la correttezza istituzionale che impone di lasciare le nuove nomine al prossimo governo. 

 

Il governo ha accompagnato la sua richiesta con la raccomandazione di trovare un'intesa la più ampia possibile. Alla fine della riunione l'accordo è stato trovato seguendo le indicazioni di palazzo Chigi e lo spirito che soffia da tempo dal Colle e che punta ad evitare che tutto - compreso il rinnovo dei vertici dei servizi segreti - finisca nel tritacarne della campagna elettorale. La proroga avverrà quindi non subito, come in un primo tempo si era ipotizzato, e a governo in carica per gli affari correnti, come sarà l'esecutivo Gentiloni dopo il voto del 4 marzo.

MARIO PARENTE

 

I TEMPI

L'idea di prorogare per altri due anni i capi dei servizi di intelligence è stata infatti abbandonata subito anche dal Pd viste le resistenze degli altri partiti e l'esigenza di trovare un'intesa ampia che infatti ha coinvolto FI, Lega e buona parte di M5S e LeU. «Il parere ha sostanzialmente approvato l'intendimento del governo, nella normale e più piena collaborazione istituzionale», sostiene il coordinatore Pd e membro del Copasir Lorenzo Guerini che nega divisioni tra governo e Pd.

 

ALBERTO MANENTI IN ACCADEMIA CON ANDREOTTI

I grillini si sono invece spaccati. Angelo Tofalo, membro M5S del Comitato, ha votato contro parlando di «blitz volgare ed antidemocratico, un colpo di mano dell'ultimo minuto per blindare i servizi segreti», e si è appellato al capo dello Stato, Sergio Mattarella, affinché «tuteli la democrazia». 

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