VIENI AVANTI, MARINO! IL SINDACO RISCHIA DI PERDERE LA POLTRONA: DOPO IL PARCHEGGIO GRATIS AL SENATO, ORA SPUNTA L’ABBUONO DI QUALCHE CENTINAIO DI EURO DI MULTE PER IL MANCATO RINNOVO DEL PERMESSO ZTL
Giovanna Vitale per “La Repubblica”
Ha blindato tutto, il sindaco Ignazio Marino. Silenziato la polizia municipale, imposto allo staff di non parlare con nessuno, minacciato ritorsioni pesantissime contro chiunque avesse favorito nuove fughe di notizie. Quindi, all’alba, in collegamento da Milano dov’era in trasferta per l’assemblea dell’Anci, ha ordinato al direttore del dipartimento Entrate di trovare una spiegazione plausibile al “giallo” delle contravvenzioni prese quest’estate dalla sua Panda rossa e mai pagate perché congelate dai vigili urbani.
«È fango, solo fango », ha continuato a ripetere per tutto il giorno. Intimando infine ai suoi di scovare subito le “talpe” che avrebbero foraggiato il senatore Ncd Andrea Augello, fornendogli dettagli utili a confezionare l’interrogazione parlamentare presentata due giorni fa.
Il primo atto del contrassalto al “multa-gate” è l’oscuramento dei verbali — intestati a Marino Ignazio Roberto Maria — dall’archivio delle sanzioni della polizia municipale: consultabili online da ciascun terminale in dotazione ai vigili, ieri mattina erano spariti, inghiottiti dal sistema informatico, custoditi in una sezione meno accessibile dell’Ufficio contravvenzioni, protetta da un protocollo che traccia ogni ingresso e richiede accreditamento e password.
L’ultimo atto della controffensiva: la nota ufficiale con la quale il sindaco in persona — oltre 24 ore dopo la prima, timida giustificazione del portavoce Guido Schwarz — ha provato a chiarire l’arcano, liquidando «gli attacchi » come «fango gettato contro chi, dalla sua elezione, si impegna giorno per giorno per cambiare a fondo questa città». Una replica scritta e stizzita: «Le tante forze che fanno resistenza e si oppongono alla nostra azione amministrativa cercano periodicamente di calunniarmi, per incrinare la mia credibilità».
Ignazio Marino con una delle 16 coppie di cui oggi ha trascritto il matrimonio contratto all’estero
E pazienza se «i dettagli tecnici» forniti «per gli appassionati» smentiscono in parte l’ulteriore versione (e siamo a tre) offerta dall’assessore alla Mobilità Guido Improta, oltre a quella del suo portavoce, secondo cui l’auto privata del sindaco — beccata a circolare in centro con il permesso Ztl scaduto — era inserita in una white list , una lista speciale.
Sostiene invece Marino — a proposito delle 8 multe da 80 euro finite nel cervellone dell’Ufficio Contravvenzioni senza notifica né pagamento — che fin dall’insediamento, il 23 giugno 2013, alla sua Panda rossa è stato assegnato un contrassegno (sarebbero tre, ma lui gli altri due li ha rifiutati) per la zona a traffico limitato.
È poi accaduto che, «in ragione di un ritardo amministrativo », il rinnovo non si è perfezionato dopo un anno esatto, bensì due mesi più tardi, il 21 agosto 2014: «I passaggi registrati tra il 24 giugno e il 20 agosto 2014 non sono, conseguentemente, ascrivibili ad una perdita dei requisiti da parte del titolare del veicolo e pertanto non sono oggetto di violazione amministrativa », precisa il chirurgo dem.
E siccome non c’era più ragione di proseguire «con l’iter sanzionatorio», si è «proceduto al blocco degli accertamenti mediante l’istituto dell’ autotutela, attraverso la procedura informatica, così come avviene in tutti i casi analoghi». Una procedura che «utilizza il termine “ricorso” in modo atecnico», assimilando nominalmente l’ autotutela alle contestazioni proposte al prefetto e al giudice di pace. «Ne consegue che nessuna delle contravvenzioni è stata bloccata d’ufficio ».
ignazio marino e bill de blasio
Ma il senatore Augello insiste. A parte far notare che l’ autotutela prevede un iter diverso, per cui i sospetti sulla “manina” che avrebbe congelato i verbali di Marino restano tutti, «se io applico questi criteri a tutti i cittadini, conviene pagare il permesso Ztl con sei mesi di ritardo: tanto poi il contrassegno mi verrà rilasciato lo stesso a partire dal giorno della richiesta (tardiva, che mi farà guadagnare tempo) e le multe saranno cancellate.
Proprio un bell’affare per l’amministrazione », tuona il parlamentare Ncd. «Perché il periodo in cui il sindaco ha girato con il permesso scaduto è stato abbuonato: in sostanza lui non ha pagato le contravvenzioni e il Comune ha perso il costo della tariffa per due mesi. Si tratta oggettivamente di un abuso».
Una giornata concitata, durante la quale l’inquilino del Campidoglio ha potuto registrare tutta la sua solitudine. Nessuno nel Pd ha alzato un dito a sua difesa. Mentre a palazzo gli veniva recapitata — trainata dall’ex vicesindaco Sveva Belviso — una carriola piena di multe: «Perché i romani devono pagarle e lui no?».