A MANDARINO DONATO NON SI GUARDA IN TASCA - NAPOLITANO DEROGA AL DECRETO RENZI PER PROTEGGERE I SUOI CONSIGLIERI E L’ETERNO (E PENSIONATO) SEGRETARIO MARRA: COSÌ PUÒ ESSERE RICONFERMATO DAL SUCCESSORE - MA D’ALEMA E FINOCCHIARO PUNTANO SU GIANNI LETTA
DAGOREPORT
Complimenti vivissimi al mitologico consigliere di Stato Donato Marra, sempiterno segretario generale del Quirinale. Napoletano come Napolitano, e con lui arrivato nel 2006 al Colle, l’arzillo vecchietto è riuscito a beffare il giovane Renzi e a liquidare in un amen la sua crociata contro gli stagionatissimi mandarini di Stato.
Il boy scout di Firenze ci aveva provato forte: in base al decreto legge 90 del 2014, infatti, anche Camera, Senato, Corte Costituzionale e Presidenza della Repubblica, pur nella loro «autonomia normativa e organizzativa» eccetera eccetera, avrebbero dovuto sottostare al divieto di affidare incarichi dirigenziali a «soggetti in quiescenza».
Traduzione: basta con i pensionati, sempre gli stessi, eternamente al potere! Basta con lo scandaloso cumulo di pensioni (ricchissime) e indennità, assegni, prebende e benefit di ogni tipo.
E sono benefit non da poco. Che comprendono, come nel caso del grande Marra, un bell’appartamento di proprietà del Colle in via della Dataria, con vista mozzafiato su Roma, splendida terrazza, mobili di pregio, cameriere e autista pagati dal Quirinale, più autoblù a disposizione anche dei congiunti privi di patente che, come l’altrettanto mitologica signora Marra, dal 2006 ha bisogno dell’autista persino per andare a fare la spesuccia del giorno.
Chiaro che il sempiterno Marra, nonostante i 74 anni suonati, non abbia nessuna voglia di mollare casa e Colle per ritirarsi a godere la pensioncina da ex segretario generale della Camera dei deputati, che pure a occhio e croce ammonta a una mezza milionata di euro l’anno; né a consolarlo di tanta perdita può valere qualche sporadica puntatina a Bisceglie, l’amabile borgo che lo ha insignito della cittadinanza onoraria l’8 agosto 2011, giorno della festa dei santi Mauro, Sergio e Pantaleone e, soprattutto, suo 71mo complenno.
cap30 giac marramao napolitano mieli
Con un colpo da maestro, perciò, il 28 novembre il buon Donato è riuscito a far firmare al vegliardo – e soprattutto dimissionando – Napolitano una bella deroga per sé e per i suoi accoliti: il decreto del presidente numero 14N, infatti, all’articolo 4 prevede che il famoso decreto Renzi è, in alcuni limitatissimi casi, ampiamente derogabile. E quali sono questi casi? Ma che combinazione: proprio «le nomine del Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, dei Consiglieri, dei Consulenti del Capo dello Stato e dei componenti della sua Segreteria».
Insomma, l’abile Marra si è accortamente preparato la strada alla possibilità di una riconferma, o al limite di una consulenzuccia, al Quirinale post-Napolitano.
Ma il diavolo, si sa, fa le pentole ma non i coperchi. E dunque l’ex segretario della Camera, ex sottosegretario di Stato per la Grazia e la Giustizia, ex docente universitario di diritto e procedura parlamentare, nonché prossimo ex segretario generale del Colle, rischia di aver fatto un grande favore a un altro leggendario pensionato d’oro: Ugo Zampetti, l’attuale segretario generale di Montecitorio, che andrà «in quiescenza» da gennaio.
MASSIMO DALEMA DIRIGE LORCHESTRA ANNA FINOCCHIARO NON LASCOLTA
E’ proprio su Zampetti e sulla sua futura capacità di governare Montecitorio attraverso i suoi fidi – candidati alla successione sono i suoi due pupilli Costantino Rizzuto, capo dell’ufficio del regolamento, e il giovane Fabrizio Castaldi, capo della segreteria della Boldrinova – che puntano infatti Casini e Franceschini nel loro sgomitare verso il Colle.
Quanto ai candidati Veltroni, D’Alema e Anna Finocchiaro – su questi ultimi due, in particolare, conterebbe Marra per un futuro re-incarico – beh, gli sfaccendati in Transatlantico sono pronti a scommettere che al Quirinale, altro che Marra, porterebbero volentieri un altro pensionato ancora. L’eminentissimo e azzurrissimo Gianni Letta.
E chi lo dice, mo', al fanciullino di Palazzo Chigi?