1. C’ERA UNA VOLTA IL PROTETTORATO INTERNAZIONALE DI NAPOLITANER SUL GOVERNO: SULLA NATO PITTIBIMBO SI SGANCIA DAL COLLE E SFANCULA L’INUTILE CANDIDATURA FRATTINI 2. DOPO GLI F35 ROTTAMATI, UN ALTRO COLPO DI RENZACCIO PER RIMETTERE IL QUIRINALE AL SUO POSTO: SE LA NATO SPETTA ALL’ITALIA, MEGLIO PUNTARE SU QUELLO SFIGATO DI ENRICHETTO LETTA (CHE NON VEDE L’ORA) E RISOLVERE UN PROBLEMA DENTRO AL PD 3. COME FA IL GASATO DI FIRENZE A METTERE NELL’UNICA POLTRONA INTERNAZIONALE CHE VERREBBE DATA AL NOSTRO PAESE UN EX MINISTRO DI BERLUSCONI IL CUI UNICO “MERITO” È LA FEDELTÀ TOTALE A RE GIORGIO? E IL PRIMO INQUILINO DEL COLLE S’INCAZZA: DUE ANNI DI TRAME E TRATTATIVE DIPLOMATICHE BUTTATE. CON MONTI E LETTA A PALAZZO CHIGI, LA POLITICA ESTERA ERA SALDAMENTE NELLE MANI DEL QUIRINALE…


Antonella Rampino per "La Stampa"

Nell'incontro di sessanta minuti che giovedì 27 Barack Obama avrà al Quirinale con Giorgio Napolitano sul tavolo ci sarà anche il dossier che riguarda la Nato. Perché l'Italia aveva avanzato, con il beneplacito dell'amministrazione americana ai tempi di Hillary Clinton segretario di Stato, la formale candidatura dell'ex ministro degli Esteri Franco Frattini, che invece è stata messa in discussione al momento del cambio di governo a Palazzo Chigi, tanto che - seppure non ancora suffragata da atti formali - circola, e con forza nei colloqui riservati, la volontà di Washington di vedere nel ruolo che oggi ricopre il danese Anders Fogh Rasmussen, l'ex premier norvegese Jens Stoltenberg.

Tutto comincia, a quanto narra un'alta fonte diplomatica, durante la telefonata di congratulazioni che Barack Obama ha fatto a Matteo Renzi, conclusa dal presidente americano con un accenno al nome di Stoltenberg per la Nato: appena insediato a Palazzo Chigi, il premier era stato preso in contropiede.

Su tutte le furie invece Giorgio Napolitano, che per almeno due anni aveva tessuto la sottile trama diplomatica con la quale la candidatura dell'Italia aveva preso corpo mezzo secolo dopo Manlio Brosio alla guida di un'Alleanza che ci ha sempre visti in prima linea.

Ira alimentata probabilmente da quel che poi risultava a livello diplomatico, e che in vari colloqui politici era stato riferito dall'ex ambasciatore Usa a Roma David Thorne, e che suonava più o meno così: se l'Italia cambia premier ogni anno, perché dovremmo appoggiare la candidatura italiana alla Nato?

Ma, per l'appunto, al Quirinale però l'inquilino non è affatto cambiato, e gli americani stessi a cominciare da Obama hanno sempre considerato Napolitano la garanzia dell'Italia. La candidatura Stoltenberg, per quanto ormai all'onore delle cronache, non è stata ancora formalizzata. Anche se un tentativo c'è stato in una riunione informale degli ambasciatori Nato giovedì scorso, dove gli americani si sono trovati davanti alla ferma contrarietà della Francia, della Spagna, della Turchia, e via via di numerosi altri Paesi tanto che la riunione si è chiusa con un niente di fatto.

E questo perché la Nato per la prima volta nella sua lunga storia avrebbe una leadership espressione di un paese solo geograficamente europeo, ma non dell'Unione Europea cui la Norvegia non aderisce, ed inoltre perché essendo la candidatura Stoltenberg fortemente voluta dagli StatiUniti, essi si troverebbero ad aver espresso la guida politica dell'Alleanza, quando da sempre c'è un americano alla guida militare.

Favorevole è però la Germania, ma anche questa non era una novità: di Stoltenberg alla Nato aveva parlato personalmente Barack Obama ad Angela Merkel, in uno dei numerosi contatti di queste due ultime settimane(Merkel sarà alla Casa Bianca in maggio) ricevendo un assenso. La Cancelliera infatti, secondo fonti diplomatiche e politiche, avrebbe intravisto la possibilità di «usare» il laburista norvegese per contrastare, dopo le elezioni europee e in caso di forte affermazione del Pse, un'eventuale presidenza alla Commissione del socialdemocratico (tedesco) Martin Schulz: il Pse non potrebbe esprimere due cariche di quel rilievo.

Argomentazione machiavellica, forse, poiché si tratta di cariche di certo non equiparabili, ma con un suo senso politico nel momento in cui l'agreement di Berlino con Washington sullaNato potrebbe avere anche altri risvolti. Negli ultimi giorni è circolato anche il nome di Enrico Letta. Ma, a parte il «no comment» di Palazzo Chigi, servirebbe anzitutto la disponibilità dell'interessato.

 

RENZI E NAPOLITANO AL GIURAMENTO napolitano renzi TREMONTI FRATTINI STOLTENBERG jpegmatteo renzi e angela merkel CAMERON, MERKEL, RENZIletta

Ultimi Dagoreport

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO