renzi berlusconi

LA PROFEZIA DI FELTRI – SI VA VERSO UN GOVERNO “PRECOTTO”, PRONTO PER IL MICROONDE – RENZI E BERLUSCONI S’ANNUSANO IN ATTESA DEL FLIRT DOPO LE ELEZIONI – SALVINI E MELONI NELLE VESTI DEI CORNUTI - L'INCIUCIO CON IL CAVALIER POMPETTA E' L'UNICA VIA PER IL CAZZARO TOSCANO PER TORNARE A PALAZZO CHIGI E BATTERE IL "PARTITO" DI GENTILONI-MATTARELLA

 

1. PER FAVORE, DITECI LA VERITA’

Vittorio Feltri per Libero Quotidiano

 

Mentre Prada rivaluta l' estetica fascista, promuovendo con una mostra di immagini eloquenti l' infausto ventennio, cosa abbastanza stravagante, Matteo Renzi rivolge alla vigilia delle elezioni per il rinnovo del Parlamento, l' invito a Berlusconi a sganciarsi dalla Lega salviniana per unirsi al Pd allo scopo di formare un governo di larghe intese, o larghe offese, dipende dai punti di vista.

 

Berlusconi Renzi

Cosa ci sia di sincero in questa offerta non sappiamo, ma ne prendiamo atto. Probabilmente il segretario dem si è reso conto che il suo partito dalle urne non ricaverà più del 25 per cento dei consensi, per cui è consapevole che in solitudine non avrà una maggioranza che consenta di menare il torrone. Cosicché, fatti due calcoli, egli deve aver pensato: non posso allearmi con il Movimento 5 Stelle, non posso allearmi con i nordisti perché non mi vogliono e io non voglio loro. Pertanto non mi resta che corteggiare Forza Italia e tentare con il Cavaliere di prendere in mano le redini del Paese.

 

Non è un progetto azzardato, visto che i due leader già alcuni anni fa avevano sottoscritto il cosiddetto Patto del Nazareno, poi saltato in aria per via del litigio sul presidente della Repubblica: il fiorentino scelse Mattarella mentre il brianzolo puntava su qualcun altro. Una lite cretina, ma decisiva per rompere l' accordo. Ora c' è da chiedere a Matteo e anche a Silvio: dato che vi piacevate tanto perché avete litigato su una simile stupidaggine? Non ce lo diranno mai. Però a questo punto devono confessarci che intenzioni hanno. Perché gli elettori non comprendono più nulla.

DALEMA RENZI BERLUSCONI E DI MAIO COME I CUGINI DI CAMPAGNA

 

Berlusconi, se va a braccetto con Renzi, non può continuare a camminare a fianco di Salvini e della Meloni, che odiano il famigerato inciucio, brutta espressione usata per definire un eventuale collaborazione tra Forza Italia e Pd. Serve chiarezza prima e non dopo il 4 marzo, altrimenti chi va a votare non è informato su quanto accadrà dopo lo spoglio.

 

D' accordo che i grillini sono una minaccia per la stabilità, d' accordo che, stante il tripolarismo, è difficile immaginare la formazione di una maggioranza capace di dare vita a un esecutivo durevole, ma se, a due settimane dall' apertura dei seggi, le forze politiche non sono ancora in grado di dichiarare che diavolo suppongono di fare e di farlo con chi, è evidente che i cittadini sono spaesati e, nell' attimo di tracciare la croce sulla scheda, annegheranno nei dubbi.

 

renzi berlusconi

In conclusione, dobbiamo ipotizzare un centrodestra compatto nelle sue tre componenti oppure un suo smembramento finalizzato a stabilire un nuovo Patto del Nazareno? S' impone un altro interrogativo: che senso ha avuto rompere quello vecchio per farne poi una fotocopia? Mah!

 

È vero che la prossima legislatura, come giustamente ricorda Renato Farina, non sarà sciolta agevolmente, perché nessun deputato e nessun senatore avrà voglia di andare a casa e di cominciare un' altra campagna elettorale, dato che è più semplice uccidere a schiaffi un elefante che svuotare un Parlamento appena insediato.

Tuttavia gli italiani meritano un minimo di rispetto e bisogna dire loro che si intende fare per mandare avanti la baracca.

 

 

2. DUELLO SOTTERRANEO CON GENTILONI

Fabio Martini per la Stampa

 

«Ciao Emma, sono Matteo...». È sabato mattina, Emma Bonino ha appena risposto al suo cellulare e in linea c' è Matteo Renzi, che con affettazione amichevole, le dice che è assurda quella storia che raccontano i giornali, non è vero che lui è ostile a Più Europa e anzi, visto che in quelle ore tutti e due sono a Napoli, perché non fare un' iniziativa assieme? Emma Bonino, con garbo, lascia cadere. Quel che la leader radicale omette di dire al suo interlocutore è che oramai è tardi per esibire comunanze, le due liste sono apparentate e non sorelle e dunque la notte del 4 marzo si vedrà come è andata.

BERLUSCONI BIBERON RENZI

 

La telefonata di Matteo Renzi a Emma Bonino è solo uno dei tanti frammenti che raccontano la difficoltà nella quale si trova il leader del Pd. E per uscirne, Renzi sta imbastendo nuovi escamotage. Alcuni pubblici, con ostentazioni di generosità irrituali per un solista come lui. E altri affidati invece ai contatti personali e riservati con l' interlocutore che nel dopo-voto potrebbe disporre della chiave d' ingresso per Palazzo Chigi: Silvio Berlusconi.

 

Gli escamotage pubblici, dissonanti rispetto al recente passato, si stanno moltiplicando: ieri Renzi ha accettato l' idea di presentarsi ai telespettatori di «In mezz' ora» di Lucia Annunziata, affiancato dal ministro dell' Interno Marco Minniti. E dagli studi di Raitre Renzi ha espresso nei confronti del presidente del Consiglio parole amichevoli, anche se non corrispondono a un investimento pieno sul presidente del Consiglio.

bonino

 

Ma avere Gentiloni sulla stessa barca è diventato indispensabile anche perché in queste ultime 48 ore è diventato palese un dualismo per la premiership, destinato a proporsi in modo plastico in un dopo-elezioni che imponesse al Pd le larghe intese: da una parte Matteo Renzi, dall' altra il «partito» di Gentiloni. Il pubblico endorsement di Romano Prodi a favore del presidente del Consiglio si aggiunge ad analoghe dichiarazioni di ministri come Carlo Calenda e Marco Minniti, per non parlare di Emma Bonino, che ha invitato Gentiloni (e non Renzi) alla Convention di Più Europa. E nei giorni prossimi anche Walter Veltroni si aggiungerà ad un «rassemblement» di simpatizzanti, un cartello la cui durata è però legata al risultato elettorale.

 

CARLO CALENDA EMMA BONINO

E proprio alla tenuta del Pd si legano le persistenti ambizioni di Matteo Renzi che non ha affatto rinunciato a tornare a Palazzo Chigi. Tanto è vero che, l' altro giorno, a chi gli chiedeva se oramai avesse deciso di restare al partito, Renzi ha risposto con sincerità: «Dipende da come andranno le elezioni. Io sono molto convinto che per il bene del Paese il primo partito debba essere il Pd». Ma l' ambizione di tornare a Palazzo Chigi - Renzi lo sa - diventerebbe legittima e praticabile in caso di tenuta sulla «soglia Bersani», (25 per cento al proporzionale) e proprio confidando in una tenuta, il segretario del Pd ha ripreso sotterraneamente i contatti con Silvio Berlusconi e tenuto aperto un canale con Roberto Maroni.

 

renzi agnese landini maroni

Certo, dall' altra parte, gli interlocutori di centrodestra sono prudenti, non incoraggiano oltre il ragionevole le ambizioni renziane. Berlusconi ha confidato di essere preoccupato per una caduta libera del Pd, che rischia di venir meno come interlocutore di un governo di larghe intese. E al tempo stesso l' ex Cavaliere è sempre più consapevole che, laddove la Lega insistesse nella pregiudiziale anti-Pd, a lui servirebbero mesi per preparare il distacco dai suoi alleati.

 

matteo salvini da oggi nudo allo specchio del bagno

Tutto questo Renzi lo sa. Ecco perché sta preparando quello che qualcuno dei suoi definisce «un precotto da inserire nel micro-onde» dopo le elezioni. La scommessa si riassume in pochi dati: se il Pd sarà per davvero «la prima forza in Parlamento», come lui auspica e se Forza Italia consoliderà la sua rimonta, a quel punto si potrà trattare con le forze disponibili e necessarie per un governo Renzi, dalla Lega sino all' ala più realista di Liberi e Uguali.

 

Uno schema che deve fare i conti con un' incognita - il risultato finale del Pd - ma soprattutto con un dato finora sfuggito ai media: la rimonta di Forza Italia si è rallentata, per qualche istituto persino arenata. Secondo le ultime rilevazioni consentite di Euromedia Research di Alessandra Ghisleri, l' istituto preferito da Berlusconi, nelle ultime due settimane Forza Italia ha perso circa un punto, passando dal 18,4 al 17,3%, mentre salgono le forze anti-inciucio: Lega e Fratelli d' Italia.

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