NCD, NUOVO CASINO DEMOCRATICO – SACCONI E SALTAMARTINI MOLLANO ALFANO IN POLEMICA SUL VOTO A MATTARELLA – E SALVINI IN TV SFOTTE ANGELINO: “HAI SALVATO LA POLTRONA” (VIDEO)
1. SALVINI AD ALFANO, “HAI SALVATO LA POLTRONA” LUI REPLICA: “FAI RIDERE I POLLI”
da “Corriere.it”
(Agr) Lite in studio tra il ministro dell'Interno Angelino Alfano e il leader della Lega Nord Matteo Salvini. Ospiti del programma televisivo "Porta a Porta", i due esponenti del centro destra si sono scambiati reciproche accuse in merito all'elezione del nuovo capo dello Stato Sergio Mattarella. "Alfano ha scelto la poltrona", provoca Salvini dopo una domanda del conduttore Bruno Vespa. Pronta la replica di Alfano al segretario del Carroccio: "Ti si sta allungando il naso fino a Palermo, fai ridere i polli".
2. “NCD NEL CAOS. E SACCONI SI DIMETTE”
Alessandro Trocino per “Il Corriere.it”
angelino alfano pierferdinando casini (2)
Roberto Formigoni, dopo il voto per il neo presidente Sergio Mattarella, intona il coretto: «W la Dc, w la Dc» sotto lo sguardo sgomento dei parlamentari a 5 Stelle. È uno dei pochi momenti di allegria nella giornata di Area Popolare (Ncd e Udc). Il Nuovo centrodestra è stato costretto dalla fermezza della posizione di Matteo Renzi a cambiare repentinamente posizione, passando dall’annunciata scheda bianca al voto favorevole a Mattarella. Effetto della giravolta, le dimissioni del capogruppo al Senato Maurizio Sacconi, della portavoce Barbara Saltamartini e del tesoriere Maurizio Bernardo. Ma anche la rivolta di mezzo partito, che si sente «umiliato e offeso» e chiede ad Angelino Alfano di aprire una verifica di governo o almeno un fronte di guerra per riabilitare l’onore perduto.
Tutto precipita venerdì sera. Da ore sono in corso trattative per decidere se confermare o meno la scheda bianca, decisione che era stata assunta da Alfano, in sintonia con le posizioni di Forza Italia. All’improvviso arriva un comunicato firmato da undici senatori Ncd, molti dei quali siciliani: «Dopo l’appello del premier Matteo Renzi, auspichiamo un voto convinto e compatto di Area popolare a sostegno della candidatura a presidente di Sergio Mattarella, persona di alto profilo giuridico ed istituzionale». Firmato da Piero Aiello, Fabiola Anitori, Laura Bianconi, Giovanni Bilardi, Federica Chiavaroli, Francesco Colucci, Ulisse di Giacomo, Antonio Gentile, Giuseppe Pagano, Salvatore Torrisi, Guido Viceconte.
Una bomba nel partito, visto che questa presa di posizione congiunta — sollecitata anche dal segretario regionale siciliano Giuseppe Castiglione — non viene concordata né con Alfano né con il capogruppo al Senato, Sacconi. Che si dimette (tra i firmatari dell’appello c’era anche la vicecapogruppo Bianconi). In un tweet, Sacconi aggiungerà altre motivazioni: «No pregiudizi su Mattarella. Ma cinismo di ridare peso a sinistre nel Pd e fuori, uccide riforme lavoro, giustizia, fisco. Fine di ogni speranza».
Il siciliano Alfano ha buoni rapporti con Mattarella e intervengono altri due elementi che fanno pendere la bilancia verso il sì: il colloquio con il premier Renzi, che minaccia conseguenze sul governo, e quello di moral suasion dell’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Alfano cede e all’assemblea di ieri mattina, alle otto, presenta un documento che cambia le carte in tavola e dà il via libera a Mattarella. L’assemblea accetta, sia pure malvolentieri, con quattro astenuti, un assente eccellente, Sacconi, e un voto contrario, la Saltamartini. Che viene data in partenza verso la Lega e che commenta: «C’è una nuova maggioranza parlamentare: con l’appoggio di Sel sposterà l’asse del governo a sinistra». Al voto finale, ci saranno una decine di schede bianche.
Sul «cinismo» di Renzi si appuntano le critiche di molti esponenti. Un fronte del dissenso che vede schierati vicini, in un’alleanza inedita, esponenti come Fabrizio Cicchitto, Gaetano Quagliariello e Nunzia De Girolamo. Quest’ultima viene data vicina all’addio. Lei si nega ai cronisti, il suo malumore è forte ma nessuna decisione è ancora presa. Tra le accuse fatte ad Alfano dal fronte degli scontenti c’è quella di avere «ceduto al ricatto di Renzi» e di aver fatto fare «una figuraccia» al partito. Nessuna ostilità particolare nei confronti del neo presidente Mattarella che viene anzi molto apprezzato da quest’area. Tra gli elogi, quello di Rosanna Scopelliti, lieta che il Parlamento «sappia compattarsi e non si sfilacci in inutili e sterili polemiche».
nunzia de girolamo e saltamartini con cicchitto all assemblea di ncd
Eppure le polemiche in Ncd impazzano. Perché, come dice un dirigente, «non vogliamo essere un partito a sovranità limitata». Quagliariello commenta: «Risolto il problema, non sono risolti tutti gli altri emersi con la nuova maggioranza messa in campo da Renzi: bisogna chiarire». È per questo che si chiede una «verifica» di governo, anche se la parola fa molto «Prima Repubblica». Lunedì o martedì ci sarà un redde rationem nel partito, con la richiesta di un gesto forte da parte di Alfano e una correzione di rotta da parte di Renzi. Pena, conseguenze sulle riforme economiche.
3.”ADDIO ANGELINO, COSÌ FAVORISCI UNA SVOLTA AUTORITARIA”
Giuliano Cazzola – lettera a “Libero Quotidiano”
Caro direttore,?chiedo ospitalità al suo libero giornale per annunciare che, dopo le vicende dell’elezione di Sergio Mattarella, ho deciso di lasciare il Ncd a cui avevo aderito dal momento della sua costituzione. So che questa non è una grande notizia, ma confido di poter approfittare della sua cortesia. Giudico sbagliata la linea?di condotta del partito,?che si è limitato a porre?una questione di metodo?quando, a mio avviso, la?candidatura di Sergio Mat-?tarella era debole nel merito.
Non ha la statura internazionale che sarebbe necessaria (pensi soltanto alla crisi greca) e, soprattutto, al di là del suo curriculum e delle sue capacità?(magnificate oltre misura?in queste ore), il prossimo?inquilino del Quirinale è stato scelto e «nominato» al solo scopo di «non fare ombra» al premier. E questo, per me, è intollerabile.?Renzi sta smontando, da dilettante allo sbaraglio, la Costituzione, sta costruendo una legge elettorale molto simile alla legge Acerbo, ha già ridotto a pallidi replicanti i suoi ministri e i rappresentanti italiani nelle istituzione europee. Quanto a Mattarella, un tempo sarebbe stato definito come un «cattocomunista», una sorta di Rosy Bindi al maschile.
Il neo presidente rimane l’ultima personalità sulla piazza che non fu solo ostile a Berlusconi e al suo partito (fino a contrastare l’adesione di Forza Italia al Ppe), ma anche alle sue aziende. C’è da aspettarsi che dal Quirinale venga una solida copertura ad una legge sul conflitto d’in- teressi. E che si faccia sempre più concreta la minaccia sulle concessioni a Mediaset.
GIULIANO CAZZOLA GIANFRANCO FINI
Mattarella appartiene alla congrega di quanti esprimono una riserva morale nei confronti del centrodestra. E ce lo troviamo al Quirinale. Ma questo è un problema dell’ex Cav che si è fidato troppo del Royal baby. Io capisco che il Ncd, alla fin dei conti, non aveva alternative. Ma non si può agevolare e proteggere una svolta autoritaria di un ragazzotto furbo più che intelligente, fortunato più che capace. Io, almeno, alla mia età, con la mia storia, non ci sto più. Grazie