conte mattarella

DAGOREPORT: CHE NE SARÀ ALLA FINE DI CONTE? - TUTTO DIPENDE DA DUE FATTORI: MATTARELLA E LA PANDEMIA - FINCHÉ DURA L'EMERGENZA SANITARIA, IL COLLE NON SCIOGLIERÀ MAI LE CAMERE, NÉ FORZERÀ LA MANO PER UN CAMBIO A PALAZZO CHIGI - MA CON L'INGRESSO DI BERLUSCONI IN MAGGIORANZA, DISINNESCANDO IL PERICOLO SOVRANISTA, RENDE INUTILE LA LEADERSHIP DI CONTE IN CHIAVE ANTI-SALVINI. E LE COSE POTREBBERO CAMBIARE PER GLI ULTIMI DUE ANNI DI LEGISLATURA. MA NON SARÀ FACILE FARE MOSSE AZZARDATE PERCHÉ AD AGOSTO 2021 INIZIA IL SEMESTRE BIANCO DI MATTARELLA...

giuseppe conte e ursula von der leyen a bruxelles

DAGONEWS

 

La furia di Ursula von der Leyen nei confronti di Conte è solo l'ultimo degli schiaffi  in faccia ricevuti dal premier in questi giorni. A Bruxelles chi deve disinnescare la bomba di Ungheria e Polonia lavora notte e giorno e se l'Italia avesse almeno presentato il piano degli investimenti in un tempo congruo, sarebbe più facile mettere Orban davanti a un fatto compiuto. Invece il governo italiano ci ha messo del suo a ritardare la partenza del Next Generation EU.

 

giuseppe conte rocco casalino emmanuel macron

Macron aveva pronto un ''piano B'' da presentare ieri pomeriggio all'incontro virtuale tra i 27 leader dell'Unione che si sono parlati in videoconferenza. Il summit però è durato solo mezz'ora, e il presidente francese ha tenuto nel cassetto la sua rabbia contro i due paesi. Il suo punto è proprio questo: possono due paesi, neanche così centrali nell'architettura europea ed entrati tra gli ultimi, bloccare un piano che serve alla ripresa degli altri 25?

CONTE MERKEL SANCHEZ MACRON

 

Scriveva ieri la ''Stampa'':

 

Ecco il piano di Macron: se qualcuno continua a bloccare, noi andiamo avanti solo con chi ci sta. Si tratta di un progetto tutt’altro che facile da mettere in pratica. E che certamente non può essere adottato in tempi brevi. Da un punto di vista puramente teorico ci sarebbero due strade: quella intergovernativa – che porterebbe all’istituzione di un Recovery Fund con una struttura simile a quella del Mes – e quella comunitaria, attraverso una cooperazione rafforzata tra i Paesi disposti ad aderire su base volontaria. (…) Al momento la minaccia francese sembra più un bluff per provare a mettere Varsavia e Budapest con le spalle al muro.

salvini orban

 

In tutto questo, la statura politica di Conte, se mai ne ha davvero avuta una, ne esce pesantemente ridimensionata. Cosa è cambiato? È finito il pericolo Salvini. La paura sovranista che percorreva l'Europa l'estate scorsa quando, pur di non rischiare un governo del Capitone, Bruxelles ha benedetto il secondo governo Conte, è storia del passato. Trump ha perso le elezioni, la pandemia ha indebolito leader che vivono della piazza e della campagna elettorale permanente, e soprattutto c'è stato lo strappo di Berlusconi che si è staccato da Matteo e Giorgia per puntellare la maggioranza.

SALVINI MELONI BERLUSCONI

 

Che non è una semplice manovra dell’eminenza azzurrina Gianni Letta seduto al tavolo con i peones di Forza Italia, ma un'operazione politica benedetta da Merkel e compagnia con l'assenso di Pd e 5 Stelle. Togliendo una delle gambe, il tavolo del centrodestra balla, anzi crolla. E garantisce a Merkel, Macron e Ursula che in questa legislatura non ci potrà essere un governo alternativo in mano agli anti-europeisti.

 

Senza il bau-bau Salvini, Conte non serve più, e può essere tranquillamente sostituito. Per questo il premier si sta sbattendo per non avere l'ingresso formale di Forza Italia in maggioranza, per questo oggi il ''Fatto Quotidiano'' ricomincia a bombardare su Silvio come ai vecchi tempi e come non stava più facendo.

 

di maio zingaretti conte

Altri schiaffi per Conte in queste settimane sono arrivati da Di Maio, che ora torna a fare il capo politico dei grillini e ce l'ha a morte con il premier. Sia per motivi personali (è Giggino che lo ha proposto come "candidato ministro" e poi Presidente del Consiglio), sia pwer motivi politici (all’inizio della sua avventura si consigliava con l’ex bibitaro del San Paolo, oggi parla solo con Gualtieri e Zingaretti). La tanto sospirata telefonata di Biden è arrivata solo con l'intercessione dell’amerikano Guerini; aggiungere il mancato invito di Macron al tavolo sul terrorismo europeo, infine il calcio dell’asino è arrivato dalla sua stessa maggioranza per la storia della fondazione cyber dell'intelligence.

di maio guerini

 

A proposito, altra pedata: il piddino Borghi, che siede nel Copasir, sta per presentare un disegno di legge che riforma i servizi, in cui c'è la norma che introduce l'obbligo dell'autorità delegata. In poche parole, Conte non potrebbe tenere per sé la delega ai servizi ma dovrebbe nominare un sottosegretario (come un tempo furono Letta e Minniti) cui affidare l'incarico molto delicato.

 

Angelo Tofalo, sottosegretario alla Difesa del M5S

I 5 Stelle hanno poi sconfessato Tofalo, ex sottosegretario uscito dalla Link che era l'unico a sapere del progetto di fondazione cyber. Mentre il pasticcio sulla norma stralciata dalla legge di bilancio ha fatto slittare le nomine dei vicedirettori dei servizi che andavano fatte questa settimana.

 

Che ne sarà alla fine di Conte? Tutto dipende da due fattori: Mattarella e la pandemia. Il presidente della Repubblica tiene in vita il suo governo con la bombola d’ossigeno, mentre il numero di contagi e di morti – è macabro ma è così – garantisce al premier la sopravvivenza politica. Finché dura l'emergenza sanitaria, il Colle non scioglierà mai le Camere, né forzerà la mano per un cambio a Palazzo Chigi.

 

giuseppe conte sergio mattarella

Ma se a giugno la situazione dovesse di nuovo stabilizzarsi, per la bella stagione e per il vaccino, e alle elezioni amministrative il Pd dovesse uscire ringalluzzito, le cose potrebbero cambiare di nuovo per gli ultimi due anni di legislatura. Non sarà facile fare mosse azzardate perché ad agosto inizia il semestre bianco di Mattarella. Che non potrà sciogliere le Camere ma potrebbe comunque prendere atto che questa stessa maggioranza, magari sostenuta da Berlusconi, intende cambiare leader.

conte mattarellasergio mattarella parla con dario franceschini e nicola zingaretti

Ultimi Dagoreport

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…