travaglio conte federico dinca d'inca

NEL M5S NON C’E’ SOLO LA “LINEA TRAVAGLIO” (CHE VUOLE FAR SALTARE IL GOVERNO) – SENTITE IL MINISTRO D’INCA’: “TUTTI I PARTITI CON LA RIELEZIONE DI MATTARELLA HANNO SCELTO DI DARE FORTE CONTINUITÀ AL GOVERNO, SENZA LOGORARE DRAGHI. DOBBIAMO GARANTIRGLI L'AUTOREVOLEZZA INTERNAZIONALE PER CONTRIBUIRE ALLA SOLUZIONE DELLA CRISI. L'OBIETTIVO DI TENERE UNITA LA MAGGIORANZA PERCHÉ IL PAESE FACCIA UN SALTO DI QUALITÀ CON LE RIFORME E CON I FONDI DEL PNRR DEVE ESSERE CHIARO A TUTTI I PARTITI”

Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”

 

FEDERICO D'INCA'

«In un momento così drammatico ci vuole un forte senso di responsabilità». Giusto, ministro Federico D'Incà. Ma lei lo vede questo senso di responsabilità nei partiti di maggioranza? «La società italiana sta affrontando le conseguenze dell'aggressione militare di Putin all'Ucraina con forte altruismo - premette il responsabile dei Rapporti con il Parlamento -. I cittadini ci chiedono unità, l'egoismo di parte e la contrapposizione non sarebbero compresi».

 

La maggioranza litiga su tutto, sul catasto il governo si è salvato per un voto.

«Ci sono state difficoltà e contrasti. Ma tutti i partiti con la rielezione di Mattarella hanno scelto di dare forte continuità al governo, senza logorare Draghi. Dobbiamo garantirgli l'autorevolezza internazionale per contribuire alla soluzione della crisi».

MARCO TRAVAGLIO E GIUSEPPE CONTE

 

I partiti guardano alle urne. Il logoramento di Draghi è iniziato e il governo cadrà? «L'obiettivo di tenere unita la maggioranza perché il Paese faccia un salto di qualità con le riforme e con i fondi del Pnrr deve essere chiaro a tutti i partiti. La guerra è alle porte dell'Europa. In un momento così difficile e dopo due anni di pandemia non si deve guardare al consenso, ma al futuro dell'Italia e dell'Europa. Non saranno le prossime urne elettorali a giudicarci, sarà la storia».

 

La Lega medita lo strappo. Come pensate di approvare riforme divisive come concorrenza e appalti?

mario draghi federico d'inca'

«Anche sul Milleproroghe abbiamo avuto difficoltà, ma con senso di responsabilità supereremo gli ostacoli. A Chigi ho avuto un incontro con i capigruppo, Giorgetti e Garofoli e abbiamo fissato al 14 marzo la scadenza degli emendamenti per la concorrenza. Stiamo programmando incontri sui balneari e tutti i temi sensibili. Stiamo adottando il metodo del passato, dialogo continuo per spiegare quanto deciso in Cdm e superare i problemi».

 

I partiti lamentano che Draghi non dialoga e chiedono di cambiare metodo.

«Noi abbiamo sempre adottato il metodo del confronto con i gruppi, per me l'obiettivo è tenere insieme la maggioranza. Vista la complessità dello scenario internazionale è ancora più importante dimostrare che Parlamento e governo sono uniti. Sappiamo tutti di dover raggiungere i 100 obiettivi del Pnrr nel 2022 e tra questi vi sono passaggi importanti come appalti, concorrenza, delega fiscale, riforma del Csm».

travaglio conte

 

Se non si trova l'accordo sul catasto, come pensa si possa trovare sul terreno minato della giustizia?

«È una riforma importantissima che deve essere convertita in Parlamento prima dell'elezione del nuovo Csm».

 

C'è chi pensa che i rapporti tra governo e Parlamento non stiano funzionando. Vuole fare autocritica?

«Nel 95% dei casi le cose vanno bene e il ministro per i Rapporti con il Parlamento non si vede. Se ne parla nel 5% dei casi, quando le idee sono particolarmente differenti. Con il governo Draghi abbiamo sottoposto all'esame delle Camere 60 disegni di legge di iniziativa governativa. Di questi ne sono già stati approvati 43, 22 con la questione fiducia e 21 senza».

VITTORIO COLAO FEDERICO D'INCA'

 

Troppi voti di fiducia, aveva ammonito Mattarella.

«Rispetto ai precedenti, questo governo ha sottoposto alle Camere il più alto numero di disegni di legge e ha sempre effettuato un lunghissimo lavoro di dialogo nelle commissioni. Nel Milleproroghe, su 700 emendamenti ne sono stati approvati 312 e, dopo 36 ore continue di dialogo con il governo, abbiamo avuto difficoltà solo su quattro temi».

 

Per 4 volte il governo è andato sotto e Draghi ha strigliato i leader. Al prossimo incidente il premier lascerà?

«Nonostante il confronto continuo, su alcuni temi non si è raggiunta la giusta mediazione. Stiamo arrivando nel cuore dei provvedimenti più importanti. Ci sono differenze, sì, ma l'unico metodo che conosco è il dialogo».

 

ENRICO LETTA MATTEO SALVINI

«Se la Lega getta fango sugli alleati il governo è morto», avverte Letta. Sbaglia? «Confronto e mediazione, io so fare questo. Sull'Ucraina ha funzionato. Abbiamo approvato una risoluzione anche con l'opposizione, che è alla base di due decreti con cui aiuteremo i profughi e, sotto il profilo energetico, anche gli italiani».

 

Lei non crede che la Lega uscirà dal governo?

«Tanti bambini vedono la morte in faccia, dividersi sarebbe un errore gravissimo. Gli italiani sono molto preoccupati, ci chiedono forte compattezza. Tanti stanno portando aiuti, anch' io l'ho fatto. L'esempio di questo forte senso di comunità deve essere lo stimolo per i partiti a unirsi e consentire a Draghi di andare avanti».

FEDERICO D'INCA' GIUSEPPE CONTE

 

Come sono i suoi rapporti a Palazzo Chigi con Garofoli, Funicello, Giavazzi?

«Ho un ottimo rapporto, so quanto sia difficile il compito di chi è impegnato sulle riforme ogni giorno e cerca farlo al meglio. Dobbiamo fare squadra per il nostro Paese».

 

Petrocelli e altri nel M5S non rinnegano la simpatia per Putin. Che ne pensa?

«Valgono le parole di condanna di Conte. Riflessioni diverse sono personali, non coinvolgono il M5S».

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…