“UN FEDERATORE? NON C’È BISOGNO” - NEL M5S HANNO PRESO MALISSIMO LA PROPOSTA DI ROMANO PRODI DI FARE DI ELLY SCHLEIN IL FEDERATORE DEL CENTROSINISTRA - PER I CINQUESTELLE È “UN DISCORSO PREMATURO”: MOLTO DIPENDE DAI RAPPORTI DI FORZA CHE EMERGERANNO DOPO LE EUROPEE - MA ATTENZIONE ANCHE ALLE ELEZIONI REGIONALI: DALLA SARDEGNA ALLA BASILICATA, PD E M5S STANNO AVENDO PIU’ DI UN DISSAPORE (ALTRO CHE “CAMPO LARGO”, QUESTI FINISCONO AL CAMPO SANTO)
Estratto dell’articolo di Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera”
Dritti verso le Europee, senza pensare ad altro. Nel Movimento la proposta lanciata da Romano Prodi di indicare Elly Schlein come federatrice del centrosinistra non attecchisce. Anzi. Si sa che l’asse tra Cinque Stelle e Partito democratico è destinato a un tira e molla, che nei prossimi mesi il rapporto oscilla e oscillerà tra competizione e collaborazione. Meglio allora concentrarsi sui punti di forza. «Non abbiamo bisogno di federatori», aveva detto Giuseppe Conte ai microfoni di Rtl qualche giorno fa.
elly schlein giuseppe conte roberto fico - manifestazione piazza del popolo
Le nuove prospettive non hanno scalfito la linea decisa dai vertici. Il presidente del Movimento tace e dal quartier generale del M5S non filtra nulla. […] il pensiero prioritario va al voto di giugno […] Eppure nel Movimento la questione del federatore del centrosinistra ha comunque una sua platea interna […] Molti concordano che è «un discorso prematuro in questa fase politica» […]
Eppure sta maturando la consapevolezza che il tema […] prima o poi vada affrontato. Le linee all’interno del partito sono […] due. Un’ala oltranzista valuta addirittura se sia il caso di cercare un federatore e ricorda che quello del federatore era «il ruolo di Conte negli anni a Palazzo Chigi» e che quindi «non può essere svilito». In sostanza, «serve una figura che abbia uno standing elevato e che non appartenga ai partiti».
C’è però anche un’altra ala più dialogante che […] suggerisce di «vedere i rapporti di forza dopo la tornata elettorale». Molto, insomma, potrebbe dipendere dal voto di giugno. E nulla è scontato. Anche i percorsi che dem e M5S stanno portando avanti per le Regionali potrebbero lasciare il segno.
In Sardegna, un ex dem di peso come Renato Soru, con la sua corsa in solitaria, ha spezzato il campo del centrosinistra — dopo la candidatura dell’ex viceministra 5 Stelle Alessandra Todde — e il suo disegno, oltre ad aver minato l’unità della coalizione, rischia di avere ripercussioni elettorali. L’asse traballa. Anche in Basilicata, la candidatura di Angelo Chiorazzo sta dividendo dem e stellati. Partite minori rispetto alle Europee, ma che, sostengono nel Movimento, «danno l’idea della credibilità di un progetto». L’unica certezza è che l’uscita di Prodi con il sostegno a Schlein come federatrice viene letto come «al momento improponibile» […]