CHI SI LODEN, SI IMBRODEN - NEL SUO EDITORIALE SUL "CORRIERE", MARIO MONTI SI AUTOELOGIA PER NON AVER CHIESTO L'AIUTO DELLA TROJKA NEL 2011 E "LA VERITÀ" LO FULMINA: "IN COMPENSO, GLI ELETTORI SI BECCARONO LA LEGGE FORNERO E L'ESPLOSIONE DI UNA PATRIMONIALE TERRIFICANTE. RISULTATO? LIQUIDITÀ DEGLI ITALIANI PROSCIUGATA, SETTORE IMMOBILIARE FATTO A PEZZI" - "IL FATTO": "IL SUO INTERVENTO E' STATO UN SELVAGGIO ATTACCO ALLA SANTIFICAZIONE DEL NUOVO DRAGHI..."

Gustavo Bialetti per "la Verità"

 

giorgio napolitano mario monti 1

Sul Corriere di ieri, Mario Monti ha «celebrato» il decennale della lettera del 2011 di Jean-Claude Trichet e Mario Draghi. Nell'editoriale, si ritrovano tutti i classici di un repertorio inconfondibile: la mistica dello spread; l'apparente (e postuma) presa di distanza dagli «eccessi di restrizione» europei, ma preoccupandosi subito dopo di scongiurare (non sia mai!) eventuali «eccessi di condiscendenza»; e il gran finale con monito semi-jettatorio, per «evitare che si ripresentino situazioni come quelle che il nostro Paese allora dovette affrontare».

 

Siamo insomma agli evergreen del montismo: l'austerità, la medicina amara, il vincolo esterno, il castigo inevitabile se gli italiani non fanno i bravi. Ma a un certo punto arriva il colpo di tacco, quando l'ex premier passa all'argomento preferito, e cioè sé stesso: «Anche sulla base di quella fase, umiliante e pericolosa, il governo che in novembre venne chiamato a succedere al governo Berlusconi, chiese al Paese gli sforzi necessari per superare la precaria situazione finanziaria ma non volle chiedere (né accettò, quando vennero offerti) aiuti esterni».

mario monti

 

E qui Monti immagina gli applausi del pubblico, come se gli italiani dovessero ringraziarlo per non aver detto sì all'arrivo formale della Trojka o a soluzioni «alla greca». In compenso, gli elettori si beccarono la legge Fornero e l'esplosione di una patrimoniale terrificante. Prima di Monti, le tasse sugli immobili determinavano un gettito annuo di circa 8 miliardi: con la «cura» Monti, si salì a 25 miliardi annui. E da allora, ne sono stati tolti appena 4, quelli dell'Imu prima casa. Risultato? Liquidità degli italiani prosciugata, settore immobiliare fatto a pezzi, e perdita secca di valore degli immobili. Con professori così, a che serve la Trojka?

 

ANDREA RICCARDI E MARIO MONTI FOTO INFOPHOTO

2 - SUPERMARIO-1 VS SUPERMARIO-2

Marco Palombi per il "Fatto quotidiano"

 

Oggi è l'anniversario tondo: giusto 10 anni fa, a Silvio Berlusconi arrivò la letterina della Bce che mise in mora il suo governo e l'Italia, innescando l'arrivo del primo SuperMario, Monti s' intende, oggi ingiustamente dimenticato a favore di quello nuovo e guardato pure con un po' di sospetto, perché l'austerità non si porta più.

 

Forse per questo il nostro negli ultimi mesi è impegnato in una solitaria e ingrata battaglia per rimettere in fila certi fatti di dieci anni fa: per aiutarlo nel difficile compito abbiamo deciso di tradurre per i non addetti ai lavori il suo intervento di ieri sul CorSera, un selvaggio attacco alla santificazione del nuovo SuperMario.

 

MARIO MONTI CON IL SUO PETTINE

Torniamo allora alla lettera della Bce, che ha "profondamente influenzato la politica e l'economia" ed è oggi oggetto di molte "dimenticanze": chi la firmò? Monti ci ricorda che furono Jean-Claude Trichet e Mario Draghi, governatore uscente ed entrante della Bce.

 

Cosa abbiamo imparato da quella vicenda? Primo: "Non rendersi dipendenti dagli aiuti altrui", non dando più modo alla Bce di ergersi "a 'po testà straniero' travalicando il proprio mandato" (capito sì?), una cosa "umi liante e pericolosa" (sic) che mise nei guai anche il governo successivo, cioè quello di Monti.

MARIO MONTI E LA MOGLIE ELSA CON PAPA BERGOGLIO E BERTONE jpeg

 

E in che modo? "Sotto il profilo del riequilibrio di bilancio - o dell'austerità, che per anni avrebbe reso più difficile la vita degli italiani (sic) e avvelenato il dibattito politico - la Bce peccò decisamente per eccesso".

 

Sia "in generale, quando a dicembre 2011 il presidente Draghi chiese il Fiscal compact" (capito sì?) e contro l'Italia in particolare perché lui e Trichet pretesero "che per il nostro Paese, e solo per esso" il pareggio di bilancio "venisse anticipato dal 2014 al 2013" (è chiaro sì?).

 

Mario Monti

E adesso Draghi fa pure il figo: "Anche prima della pandemia, autorevoli banchieri ed economisti - compresi alcuni che più avevano spinto a suo tempo per severe restrizioni (corsivi nostri, ndr) - hanno sostenuto, e ancor più sostengono oggi, la necessità di politiche monetarie e fiscali durevolmente espansive".

 

La nostra traduzione: cioè lui m' ha costretto a incaprettarvi, ora si rimangia tutto quello che diceva prima e voi lo trattate come il salvatore della patria? Machedaverodavero? Ma allora ho ragione a pensare che siete cretini!

Ultimi Dagoreport

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…