GRANDE ORECCHIO IMPAZZITO – LA BOCCASSINI COME DE MAGISTRIS? NELLA SENTENZA CHE ASSOLVE IL BANANA PER RUBY SI LEGGE CHE I TABULATI DELL’ALLORA PREMIER SONO STATI ACQUISITI IN VIOLAZIONE DELLA LEGGE BOATO. ESATTAMENTE COME PER “WHY NOT”

Luca Rocca per “iltempo.it

 

berlusconi-boccassini-stretta-di-manoberlusconi-boccassini-stretta-di-mano

I pm di Milano come il loro ex collega Luigi de Magistris? Nelle motivazioni alla sentenza che ha sancito l’assoluzione di Silvio Berlusconi al processo Ruby, c’è una circostanza che pare accomunare il comportamento dei pubblici ministeri milanesi a quello tenuto dall’allora pm, ora sindaco «sospeso» di Napoli, recentemente condannato per irregolarità commesse nell’inchiesta Why Not.

 

Si tratta della violazione della legge Boato, che prevede la richiesta di autorizzazione alla camera di appartenenza per l’acquisizione di tabulati relativi alle utenze dei parlamentari. Non è solo un’ipotesi, ma ciò che si evince da quel che scrive la Corte d’appello di Milano a pagina 153 e 182 delle motivazioni.

 

boccassini-berlusconi-bruti boccassini-berlusconi-bruti

In questi passaggi i giudici spiegano, passo dopo passo, come e perché i tabulati relativi all’utenza telefonica di Karima El Mahroug, cioè Ruby, di Nicole Minetti, della ballerina brasiliana Michelle Da Conceicao e del capo di Gabinetto della Questura di Milano, Pietro Ostuni, quello che, per l’accusa, sarebbe stato «indotto» da Berlusconi a consegnare Ruby alla Minetti, siano stati acquisiti in modo illegittimo.

 

Prima di evidenziare la circostanza «incriminata», la Corte si sofferma, invece, sulla legittimità dell’acquisizione di «tabulati di soggetti che, comunicando tra loro o con terzi, parlino di Berlusconi», e solo successivamente spiega che «il rispetto delle guarentigie costituzionali può porsi (…) per le sole intercettazioni o i soli tabulati che abbiano avuto a oggetto comunicazioni in cui è coinvolto il parlamentare».

 

ruby BERLUSCONI BOCCASSINI FEDE MINETTI jpegruby BERLUSCONI BOCCASSINI FEDE MINETTI jpeg

E qui vanno dritti al punto: «È il caso dei tabulati della utenza del dottor Ostuni, dichiarati inutilizzabili in quanto addirittura acquisititi in violazione della norma dell’articolo 4 della legge 140 del 2003 (legge Boato, ndr) poiché, nel momento in cui veniva emesso decreto di acquisizione, la Procura poteva e doveva prefigurarsi l’alta probabilità che tale preciso atto d’indagine potesse determinare l’intrusione nella sfera delle comunicazioni del presidente del Consiglio», cioè di Silvio Berlusconi.

 

E sono gli stessi giudici a spiegare il perché: «Nel decreto acquisitivo, infatti, si faceva espressa menzione alle dichiarazioni rese il 30 ottobre 2010 dallo stesso Ostuni circa i contatti avuti la notte del 27-28 maggio 2010 (quando Ruby è in questura, ndr) con l’Ufficio di presidenza».Poi i giudici aggiungono anche che la stessa cosa si è verificata con «i contatti (inutilizzabili e mai utilizzati né la tribunale né da questa Corte) con il presidente del Consiglio documentati dai tabulati di terzi soggetti (ad esempio Nicole Minetti, Karima El Mahroug e Michelle Da Conceicao)».

 

RUBY MICHELLE CONCEICAO RUBY MICHELLE CONCEICAO

In sostanza la Corte afferma che, avendo Ostuni, nelle sue dichiarazioni, spiegato di aver parlato, quella fatidica notte, con Berlusconi, i pm di Milano avrebbero «potuto» e «dovuto» prefigurarsi «l’alta probabilità» che acquisendo i tabulati dell’utenza telefonica del capo Gabinetto, avrebbero individuato anche le comunicazioni del premier. E dunque, per farlo, era necessaria l’autorizzazione del parlamento.

 

MICHELLE CONCEICAO MICHELLE CONCEICAO

L’articolo 4 della legge Boato, che è una norma che disciplina in modo dettagliato l’articolo 68 della Costituzione, estende anche ai tabulati le garanzie che la nostra Legge fondamentale riserva alle «intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni», e stabilisce, in sostanza, che se colui che conduce l’indagine sa che, attraverso l’acquisizione di un tabulato di una terza persona, com’è il caso di Ostuni, andrà a tracciare anche le comunicazioni di un appartenente alla Camera o al Senato, deve richiedere l’autorizzazione al parlamento. Ma non è tutto.

 

nicole minetti  3nicole minetti 3

In un altro capitolo delle motivazioni, infatti, la Corte spiega che l’illegittimità della procedura seguita dalla Procura è riferibile anche all’articolo 6 della legge Boato, e non solo al 4, come evidenziato finora. A pagina 182 e 183, infatti, i giudici annotano che nel ricostruire gli «accadimenti della sera del 27 maggio 2010» non tengono conto «delle risultanze dei tabulati telefonici che coinvolgono le utenze riferibili al presidente del Consiglio, inutilizzabili in quanto acquisite in violazione dell'articolo 68 della costituzione, in difetto di autorizzazione preventiva della Camera e, nei casi di contatti "casuali" o "fortuiti", senza l'autorizzazione successiva o "postuma" prevista dal comma 6 dell'articolo 6 della medesima legge 140 del 2003».

 

In pratica la Corte sostiene che se è vero che i Pm non possono sapere né immaginare che in quei tabulati acquisiti ci sono, «casualmente» e «fortuitamente», anche le comunicazioni del premier, nel momento in cui se ne rendono conto, devono chiedere l’autorizzazione “postuma” al parlamento, perché così impone la legge Boato. I pm di Milano che hanno condotto l’inchiesta, Antonio Sangermano, Ilda Boccassini e Pietro Forno, invece non l’hanno fatto.

de magistris chiusura campagna elettoralede magistris chiusura campagna elettorale

 

In definitiva, se è vero che De Magistris ha violato la legge perché ha acquisito «direttamente» tabulati di utenze in uso a parlamentari, e se è corretto affermare che i pm di Milano, secondo i giudici della Corte d’appello, non hanno acquisito direttamente i tabulati del telefono di Berlusconi, va però detto che la legge Boato equipara la prima circostanza alla seconda là dove il magistrato sia in grado di sapere con «alta probabilità» che, acquisendo quei tabulati, può tracciare anche le comunicazioni di Berlusconi.

 

IL PM ANTONIO SANGERMANO IL PM ANTONIO SANGERMANO

Lette le motivazioni abbiamo raggiunto al telefono, per un commento, l’avvocato Titta Madia, difensore di Francesco Rutelli, parte lesa nel processo contro de Magistris. E anche per Madia le analogie sono sconcertanti: «I giudici di Milano – afferma il legale - hanno indicato una procedura illegittima compiuta dai pubblici ministeri identica a quella per la quale il dottor de Magistris è stato condannato a un anno e tre mesi di reclusione. Identica».

 

Va infine rilevato che nel novembre del 2011, i giudici del tribunale di Milano, dando ragione alla difesa di Berlusconi, stabilirono che i tabulati di Ostuni sarebbero rimasti fuori dal processo, come poi avvenuto, proprio perché mancava l’autorizzazione della Camera. Ora i giudici della Corte d’appello lo ribadiscono nelle motivazioni alla sentenza che ha assolto Berlusconi, non solo evidenziandolo due volte, ma utilizzando un avverbio, «addirittura», che «illumina» l’intera scena.

 

Una sottolineatura forte da parte dei giudici di Milano. Potrebbe non finire qui.

 

Ultimi Dagoreport

donald trump xi jinping coronavirus mondo globalizzazione

DAGOREPORT - DOPO APPENA TRE SETTIMANE ALLA CASA BIANCA, TRUMP HA GIA' SBOMBALLATO I PARADIGMI DELL'ORDINE GEOPOLITICO MONDIALE. UNO TSUNAMI MAI VISTO. DA ORIENTE A OCCIDENTE, SI STANNO CAGANDO SOTTO. TUTTI, ECCETTO UNO: LA CINA - AL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO, L'UNICO ANTIDOTO È L’IMPERO DEL DRAGONE, LA SOLA POTENZA CHE OGGI PUO' RIBATTERE AD ARMI PARI AL BORDELLO NEO-IMPERIALISTA DELLA TECNODESTRA USA - DAVANTI AL BULLISMO DI TRUMP, XI JINPING È RIMASTO TRANQUILLO COME UN PISELLO NEL SUO BACCELLO. ALL’ANNUNCIO DEI DAZI USA AI PRODOTTI CINESI, LA RITORSIONE DI PECHINO È STATA IMMEDIATA - POCHI MEDIA HANNO SOTTOLINEATO QUAL È STATA LA DURA RISPOSTA DI XI JINPING SUL NAZI-PROGETTO TRUMPIANO DI DEPORTARE DUE MILIONI DI PALESTINESI: “GAZA È DEI PALESTINESI, NON UNA MERCE DI SCAMBIO POLITICA, NÉ TANTO MENO OGGETTO DI QUALCOSA CHE SI PUÒ DECIDERE IN BASE ALLA LEGGE DELLA GIUNGLA" - RISULTATO: LE SPARATE DEL TRUMPONE STANNO RENDENDO INAFFIDABILE WASHINGTON AGLI OCCHI DEL MONDO, COL RISULTATO DI FAR SEMBRARE IL REGIME COMUNISTA DI XI JINPING, UN INTERLOCUTORE SERIO, PACIFICO E AFFIDABILE PER FARE AFFARI, A PARTIRE DALL'EUROPA. LA SVOLTA PRO-CINA DI URSULA CON SBERLA AL PRIMO BULLO AMERICANO...

meloni salvini chat fratelli d'italia

CACCIA ALLA TALPA! - DIVERSI ESPONENTI DI FRATELLI D'ITALIA AVREBBERO INTENZIONE DI RIVOLGERSI AL GARANTE DELLA PRIVACY DOPO LA PUBBLICAZIONE DEL LIBRO "FRATELLI DI CHAT. STORIA SEGRETA DEL PARTITO DI GIORGIA MELONI” – MA VE LI IMMAGINATE MELONI, LA RUSSA, CROSETTO, URSO CONSEGNARE VOLONTARIAMENTE IL LORO CELLULARE ALLE "TOGHE ROSSE" PER SCOVARE "L’INFAME"? - LA TALPA, INVECE, PASSANDO PER VITTIMA E DENUNCIANTE, ALLONTANA DA SE’ LA POSSIBILITÀ DI VERIFICA, COSTRINGENDO LA MAGISTRATURA A GUARDARE AL DI FUORI DEI PARLAMENTARI: QUINDI GLI STAFF, LE SEGRETERIE, I PORTAVOCE, GLI ANELLI PIÙ DEBOLI…

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

barbara berlusconi

DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA FATTO MALE CON FEDELE CONFALONIERI, CHE FU PRESIDENTE DELLA FILARMONICA DELLA SCALA E BRUNO ERMOLLI, POTENTISSIMO VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA - INVECE BARBARA B. LA SI VIDE DUE VOLTE, AL BRACCIO DI PATO, L’EX ATTACCANTE DEL MILAN. LA SUA NOMINA NEL CDA DELLA SCALA? DONNA, GIOVANE… E POI CON QUEL COGNOME! LA COMPETENZA? BEH… LA PASSIONE MMM…: PERCHÉ, DA QUEL GIORNO CHE VENNE CON PATO, NON SI È PRESA UN BEL PALCO ANZICHÉ TORNARE ALLA SCALA SOLO QUINDICI ANNI DOPO DA CONSIGLIERE/A?