NELLE MAGLIE DEL VOTO - LA STORIACCIA DELLA SARDONE FATTA FUORI DALLA GIUNTA LOMBARDA NONOSTANTE ABBIA IL RECORD DI PREFERENZE (11MILA): UNA GUERRA FRA BANDE IN FORZA ITALIA CHE RINUNCIA A UN ASSESSORATO PUR DI ELIMINARLA - GLI ATTACCHI DI TOTI E DE GIROLAMO, FIORI E MUSSOLINI. IL RUOLO DI GELMINI E RONZULLI, IL SILENZIO DEL BANANA
Maria Giovanna Maglie per Dagospia
“I parlamentari mi dicono che la ragione è che ho preso troppe preferenze, sono cresciuta troppo. Cioè non è un merito…”
Com'era il titolo tronfio tre giorni fa del Giornale? “Quelle donne competenti. Non quote ma merito?”. Vaglielo a dire a Silvia Sardone, fatta fuori dalla Giunta regionale della Lombardia guidata da Attilio Fontana, per decisione di Forza Italia, essendo la signora la donna più votata alle ultime Regionali con oltre 11mila preferenze. Peccato mortale, non condonabile.
Per eliminare un politico che da soldato semplice si è imposta grazie alla capacità di stare nel territorio, come con brutta espressione si dice, ma non si fa, il partito di Berlusconi, o meglio alcuni rappresentanti di guerra tra bande, alleati per l'occasione, femmine o maschi che siano ( ma forti indizi puntano verso rappresentanti dello stesso sesso della Sardone), ha rinunciato a un assessore. Meglio un rappresentante in meno nella Giunta che una che evidentemente è vista come una nemica pericolosa.
Che si tratti di un regolamento di conti interno a Forza Italia non c'è il minimo dubbio. Come andrà a finire, se ci sarà davvero la rivolta della base e dei quadri intermedi della quale si parla in queste ore in Lombardia, è tutto da vedere. Se sei di plastica non diventi d'acciaio all'improvviso, casomai ti squagli, sta già succedendo. Però i pronunciamenti sono pesanti, impensabili fino a qualche tempo fa.
Tra i primi a denunciare la puttanata fatta alla Sardone, il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti: «Forza Italia ha smarrito la stella polare della razionalità politica. Se si parla di merito, di premiare il lavoro sul territorio, credo che con scelte come questa stiamo andando totalmente nella direzione opposta: se prendere oltre 11mila preferenze ed espugnare la roccaforte di Sesto San Giovanni non basta per meritarsi un posto nella Giunta regionale, difficile dire cosa siano il merito, l’impegno e la partecipazione in Forza Italia. Chi nel nostro partito odia tanto gli elettori?».
Oggi Toti rincara la dose: “ In Forza Italia c'è stato un lungo percorso, che mi sembra abbia smarrito le stelle polari della razionalità politica. Quando il Paese chiede alla politica di non chiudersi a riccio, noi stiamo dimostrando l'esatto opposto”.
Segue Nunzia De Girolamo, costretta a candidarsi alle ultime politiche a Bologna perché il suo nome fu fatto sparire da una solerte manina all'ultimo momento delle liste della Campania, dove è nata materialmente e politicamente, e dove ha gli elettori «Oggi vi racconto una storia, quella di Silvia Sardone, in Forza Italia da quando aveva 16 anni – così esordisce sulla sua pagina Facebook –. Gazebo, banchetti, incontri, tanto impegno. Laureata in giurisprudenza. Eletta in Consiglio regionale con oltre 11.300 preferenze. La donna più votata della Lombardia. Vi sembra poco? Silvia, e qui viene la parte più brutta di questa storia, è stata esclusa dalla Giunta regionale. Mi spiace dirlo, ma non è stato premiato il merito, non è stata rispettata la volontà degli elettori».
Si schiera anche Marcello Fiori, responsabile degli Enti locali del partito.
“ Non sono un suo amico, ne’ ho bisogno di esserlo per condividere fino in fondo la sua amarezza. Quali devono essere i meriti e i titoli in una organizzazione politica per vedere riconosciuto il proprio impegno anche attraverso l'assunzione di responsabilità amministrative? Silvia ha dato prove di lealtà, competenza e consenso popolare. Tutto ciò che serve. Basta con la retorica dell'importanza fondamentale degli amministratori locali e del rapporto con il territorio se questo è il modo in cui vengono considerati quelli con maggior consenso”.
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Chiude con stoccata diretta al partito.
“ Silvia non cercava poltrone. Lei come tanti nostri straordinari giovani e meno giovani amministratori, vorrebbero soltanto un movimento politico che riconoscesse il merito”.
Chiara fino alla brutalità Elena Centemero, un'altra che è con Forza Italia dal 1994 e nei giri diciamo così Glamour non è invece stata mai, ma che, chiuse le liste delle elezioni politiche, si è ritrovata a sua insaputa in una posizione di impossibile eleggibilità: “Queste scelte purtroppo troppo spesso sono fatte a danno di donne capaci, brave, e che portano consenso al partito. E spesso si pongono persone senza competenza a predisporre politiche per un'intera regione e nazione. Questo è il motivo per cui Forza Italia ha perso consenso a favore di altri partiti”.
Di fronte alla levata di scudi abbastanza inaspettata, silenzio totale del padrone di Dudù , che la Sardone non rinuncia a chiamare in causa. La ragazza è frastornata ma combattiva. “Questa decisione smentisce categoricamente quanto espresso dal presidente Berlusconi in una recente intervista: attueremo una profonda riorganizzazione del nostro movimento politico e una nostra più capillare presenza sui territori, valorizzando i nostri amministratori e i nostri dirigenti migliori”.
Qualcosa però bisognerà pur rispondere, fanno sapere dalla Reggia di Arcore, e ieri ha iniziato a circolare la voce secondo la quale la Sardone sarebbe ora destinata alla presidenza del Consiglio regionale. Eh no, fermi tutti, quella carica sembra promessa ad Alessandro Fermi, comasco. Fedelissimo della Gelmini, dicono. Macche’,di recente si e’ avvicinato molto alla Ronzulli. Vabbè.
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Resta la grana Sardone, che non intende togliersi di mezzo né tacere, seguendo anche il consiglio lapidario che le ha dato da Facebook Alessandra Mussolini: Boia chi molla, e che in queste ore si consola con le centinaia di messaggi e telefonate che riceve da forzitalioti basiti.
Resta la grana, perché le chiacchiere stanno a zero e la vicenda è così riassumibile.
Visto l’oggettivo exploit elettorale, fino a giovedì mattina tutti la davano per scontata in giunta. Donna più votata in Lombardia, seconda in assoluto in Fi dietro a Giulio Gallera, che e’ il campione delle preferenze, ma è anche reduce dalla delega alla Sanità,e che lei ha tallonato da soldato semplice.
La mattina la chiama il capo di gabinetto di Fontana dicendole di andare dal parrucchiere per la presentazione della giunta nel pomeriggio! Poi, un’ora prima della presentazione della giunta, la chiama un funzionario della Regione dicendole che è fuori. Zero comunicazioni dal partito.
Nelle deliranti trattative ad Arcore prolungate all’infinito, hanno trovato un obiettivo comune: far fuori una giovane donna che aveva fatto saltare il banco elettorale con le sue sole forze. Pur di farlo, hanno accettato che Forza Italia scendesse da 5 assessori a 4.
Lo hanno fatto contro il parere della Lega che la vede di buon occhio perché è una forzista in buona fede che prova a sentire umori e richieste dei cittadini, una delle poche a parlare di sicurezza e immigrazione incontrollata.
Si dovrebbe ora porre un oggettivo problema di minima compensazione e di utilizzazione della signora, dandole almeno la Presidenza del Consiglio. Scommettiamo che...no?