COSì FAN TUTTI - A CHE SERVE LA MAGISTRATURA? A FERMARE I NEMICI: L’INCHIESTA SU ROMNEY BY OBAMA - IL SONDAGGISTA LUNTZ: “SE E’ UNA MANOVRA POLITICO-GIUDIZIARIA NON FUNZIONA. I SOSTENITORI DI OBAMA SONO IN DIFFICOLTÀ E CERCANO DI METTERE ROMNEY CON LE SPALLE AL MURO” - I CANDIDATI SONO ALLA PARI AL 46%, DECIDERA’ L’8% DI INDECISI - BARACK RISCHIA DI FARE LA FINE DI AL GORE NEL 2000: PIU’ VOTI POPOLARI, MENO GRANDI ELETTORI…

Ennio Caretto per il Corriere della Sera

«La mia impressione è che molti elettori vedano nell'avviso di garanzia alla Bain Capital una manovra politica. Non conosco Eric Schneiderman, il procuratore di New York che l'ha mandata, e non so se sia davvero così. Ma l'amministrazione di New York è democratica e il timing dell'avviso, a cavallo tra una convention e l'altra, può suscitare qualche sospetto».

Al cellulare da Washington, il sondaggista Frank Luntz ridimensiona l'impatto della notizia data dal New York Times: «Non dovrebbe avere ripercussioni cruciali sulla campagna elettorale: non mi sembra che possa danneggiare molto Romney, che ha preso le distanze dalla Bain, né ripercuotersi come un boomerang contro Obama. Mi stupirei se i sondaggi dimostrassero il contrario».

In fatto di sondaggi elettorali, Luntz è un'autorità. Ne conduce da vent'anni in tutto il mondo, lavorò anche per Berlusconi quando il Cavaliere vinse le elezioni. È un pollster indipendente ma di simpatie repubblicane.

Non le pare di minimizzare troppo le indagini di Schneiderman?
«Potrei sbagliarmi, ma la elusione fiscale di cui è accusata la Bain di solito non conduce i responsabili in tribunale, conduce a forti multe. L'elusione fiscale non è uguale all'evasione fiscale, è una materia opinabile. Inoltre non vi vedo alcuna responsabilità personale di Romney, che comunque è stato subito difeso dal suo partito».

Perché allora il New York Times ha dato loro rilievo?
«Non saprei. So però che i talk show televisivi della domenica, che approfondiscono le questioni importanti, hanno ignorato la vicenda. Idem la grande maggioranza dei giornali. Mi sembra che pochi la prendano sul serio, anche se non escludo che torni a galla. Non si è aperto un acceso dibattito, come probabilmente speravano i democratici».

Quindi anche lei pensa a una manovra politica.
«Non accuso nessuno ma se lo è non funziona, almeno ora. I sostenitori di Obama sono in difficoltà e cercano di mettere Romney con le spalle al muro. Io però ritengo che gli elettori voteranno in prevalenza su un solo problema: l'economia. Sceglieranno chi saprà convincerli che la rilancerà e che creerà nuovi posti di lavoro».

Che cosa le dicono i sondaggi?
«Che i due candidati sono a testa a testa, il 46% è per Obama, il 46% è per Romney e l'8% è indeciso. È da tempo che non si verificava uno stallo simile. È esattamente come il 2000, quando il democratico Gore vinse il voto popolare e il repubblicano Bush Jr. vinse i grandi elettori e fu eletto, come vuole la Costituzione».

E quali sono le sue previsioni?
«Che Obama possa ottenere un leggero vantaggio subito dopo la convention democratica, ma che poi tutto dipenderà dall'andamento dell'economia. Se migliorerà anche di poco il presidente otterrà un secondo mandato. Se peggiorerà, dovrà lasciare la Casa Bianca a Romney».

Ci sarà la classica sorpresa di ottobre a favore di uno dei due?
«L'Iran sostiene di sì, ripete che Israele lo attaccherà ma non ci credo. Potrebbe esserci una recrudescenza del terrorismo, ma siamo in grado di contenerla. E non prevedo sorprese interne, uno scandalo o un errore madornale dei candidati. Avremo due mesi di vicendevoli colpi bassi».

E il Congresso?
«Dalle mie proiezioni, i repubblicani manterranno il controllo della Camera e il Senato si spaccherà 50 a 50. Vinca Obama o vinca Romney avremo quello che chiamiamo un governo bloccato. Lo specchio del paese».

Vuol dire che sarà ingovernabile?
«Non proprio, ma quasi. Non deve pensare che ciò si ripercuoterà sulle relazioni internazionali: su queste, invece, peserà la crisi dei debiti sovrani di voi europei. Se l'aveste risolta, la nostra economia non sarebbe nei guai, e Obama sarebbe certo della rielezione».

 

BARACK OBAMA E MITT ROMNEY BARACK OBAMA A BOCCA APERTA MITT ROMNEY article ERIC SCHNEIDERMAN luntz luntz

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…