CONFINI E DOPPI FINI - NETANYAHU PREPARA UN MURO SULLA SPONDA OVEST DEL GIORDANO: SERVIRÀ A PROTEGGERE ISRAELE DA INTRUSIONI NEMICHE (MA ANCHE A TENERE LONTANI I PROFUGHI SIRIANI)
Aldo Baquis per "La Stampa"
Celebre per la sua potenza evocativa per i fedeli cristiani ed ebrei, il fiume Giordano è destinato a cambiare fisionomia. Sulla sua sponda occidentale sarà costruita una barriera: un lungo reticolato, ricco di sensori e di strumenti ottici sofisticati concepiti per segnalare tempestivamente presenze reputate minacciose, o comunque sgradite.
Anche in futuri accordi di pace, ha detto ieri il premier Benyamin Netanyahu, «il Giordano deve restare il nostro confine di sicurezza». In Cisgiordania, ha lasciato intendere, c'è spazio per un compromesso con Abu Mazen. Ma la valle del Giordano, sprofondata in una ripida depressione con 1000 metri di dislivello rispetto a Gerusalemme, mantiene un significato importante per gli strateghi israeliani.
In primo luogo la Barriera servirà a scongiurare il pericolo che centinaia di migliaia di siriani, sfollati in Giordania, possano incamminarsi verso la Cisgiordania. Il fiume Giordano è scarso di acque: per bloccarli occorre dunque un ostacolo fisico più serio.
Ma quella Barriera avrà anche un chiaro valore politico. Segnalerà ai palestinesi la determinazione israeliana a impedire che assumano il controllo del confine orientale del futuro Stato indipendente. Ad impedire cioè che un giorno spalanchino la porta a forze ostili allo Stato ebraico. «Cosi' - ha concluso Netanyahu - difenderemo non solo Israele, ma anche la pace».
Per ora ci sono solo progetti preliminari. La costruzione vera e propria della barriera nella Valle del Giordano comincerà dopo il completamento della Barriera sul Golan e di quella al confine del Sinai, a ridosso di Eilat.




