TOH, CHI SI RISENTE – NETANYAHU E PUTIN SI SONO PARLATI AL TELEFONO E, A DISPETTO DEGLI OTTIMI RAPPORTI DEL PASSATO, QUESTA VOLTA È SCESO IL GELO – “BIBI” RIMPROVERA AL PRESIDENTE RUSSO LE SUE RELAZIONI “PERICOLOSE” CON L’IRAN, E HA ESPRESSO LA SUA INSODDISFAZIONE PER LE POSIZIONI DI MOSCA ALLE NAZIONI UNITE – LA RUSSIA E ISRAELE SONO DA ANNI PARTNER CO-DIPENDENTI, PER LA PRESENZA DI NUMEROSI IMMIGRATI EX SOVIETICI NELLO STATO EBRAICO, MA SOPRATTUTTO PERCHÉ HANNO INTERESSI COMUNI NELLA REGIONE (UN ESEMPIO SU TUTTI, LA SIRIA)
1. NETANYAHU, COLLOQUIO FIUME CON PUTIN «PERICOLOSE LE RELAZIONI CON TEHERAN»
Estratto dell'articolo di Lorenzo Vita per “il Messaggero”
I 50 minuti di telefonata tra il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente russo Vladimir Putin hanno confermato quello che appariva ormai chiaro sin dalle prime settimane dopo l'assalto di Hamas: tra Israele e Russia è calato il gelo.
Netanyahu si è soffermato su diversi aspetti. L'ufficio del premier israeliano ha scritto che "Bibi" «ha espresso la sua insoddisfazione» per le posizioni di Mosca alle Nazioni Unite riguardo il conflitto nella Striscia di Gaza, e ha sottolineato che «qualsiasi Paese colpito da un attacco terroristico criminale come quello sperimentato da Israele avrebbe reagito con una forza non inferiore». Il colloquio si è poi concentrato sull'altro tema caldo delle relazioni tra i due governi, il rapporto che si è costruito tra Iran e Russia.
PUTIN RICEVE I TERRORISTI DI HAMAS - VIGNETTA DI ELLEKAPPA
Il primo ministro israeliano, dicono da Tel Aviv, «ha espresso aspre critiche sulla pericolosa cooperazione» tra Mosca e Teheran, che hanno saldato la loro alleanza dal Medio Oriente fino all'Ucraina. […] la sensazione è di una divergenza sempre più netta, tanto che proprio nelle stesse ore Netanyahu ha elogiato invece l'impegno Usa all'Onu per bocciare la risoluzione sul cessate il fuoco immediato.
La conferma è arrivata anche dall'ufficio stampa del Cremlino, che […] ha puntualizzato che per la presidenza russa è «estremamente importante garantire che gli sforzi contro le minacce terroristiche non comportino conseguenze così gravi per la popolazione civile».
La frase certifica la strategia dello "zar" di questi mesi, intenzionato a giocare su più tavoli, sia regionali che globali. Da quando è iniziata la guerra tra Hamas e Israele, Putin ha mantenuto aperti i canali di dialogo con l'organizzazione che controlla Gaza. E questa linea è stata confermata ieri anche dal ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov che, intervenendo al Forum di Doha, ha condannato l'attacco del 7 ottobre ma ha anche ammesso il dialogo con la leadership politica di Hamas per «discutere del destino degli ostaggi».
MURALE CHE INNEGGIA AGLI ATTACCHI TERRORISTICI DI HAMAS, A BEIRUT
Simbolo di questo rapporto è stato sul finire di ottobre il viaggio della delegazione della sigla palestinese a Mosca. Nei piani del Cremlino non c'è però solo la sorte delle persone rapite. Putin e Netanyahu, infatti, si sono sentiti dopo che il presidente russo ha compiuto il suo blitz diplomatico tra Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita. Potenze arabe che guardano con molta attenzione a quanto accade nella Striscia di Gaza e che hanno un ruolo centrale negli equilibri mediorientali. Inoltre, giovedì il presidente russo ha ricevuto l'omologo iraniano Raisi a Mosca.
il capo di hamas Ismail Haniyeh a doha - qatar
[…] Il capo del Cremlino è molto interessato a consolidare le sue relazioni con i Paesi mediorientali. Non solo perché questi Stati sono partner essenziali in diversi settori, ma anche perché possono rivelarsi preziosi alleati di Putin per il suo ritorno sulla scena internazionale.
[…] E in questa partita, il rapporto con Israele appare un grande punto interrogativo. Netanyahu e Putin sono sempre riusciti a trovare un'intesa, anche durante la guerra di Siria, e i loro Paesi hanno sempre avuto legami profondi. Ma la guerra in Ucraina e quella nella Striscia di Gaza, con i loro terremoti geopolitici, sembrano aver mescolato le carte.
2. GAZA SCINTILLE PUTIN- NETANYAHU
Estratto dell’articolo di Fabiana Magrì per “La Stampa”
[…] Nel giorno in cui l'esercito israeliano ha risposto alle ripetute azioni offensive al confine nord con il più grande attacco contro Hezbollah dalla guerra del Libano nel 2006 e mentre gli Houthi continuano a minacciare le rotte marittime nel Mar Rosso e la città di Eilat che vi si affaccia, il primo ministro israeliano ha espresso al presidente russo «aspre critiche» alla sua «pericolosa cooperazione» con l'Iran.
Ma gli ha anche chiesto, dopo aver apprezzato gli sforzi di Mosca che hanno portato a liberare il russo-israeliano Roni Krivoi a fine novembre, di esercitare pressioni sulla Croce Rossa per quanto riguarda gli altri ostaggi, 137 tra cui ancora alcuni con cittadinanza russa, nelle mani e nei tunnel delle fazioni palestinesi nella Striscia da 66 giorni.
Putin, pur riaffermando di «respingere e condannare il terrorismo in tutte le sue manifestazioni» in linea di principio, ha ribadito l'importanza di «evitare conseguenze così gravi per la popolazione civile» a Gaza.
Argomento sottolineato con rinnovata intensità al Forum di Doha, dove il capo dell'Onu Antonio Guterres ha ribadito che Gaza è sull'orlo della catastrofe e ha deplorato la «paralisi» delle Nazioni Unite dopo il veto degli Usa sul cessate il fuoco.
«Metà della popolazione palestinese nella Striscia sta morendo di fame», ha denunciato alla BBC il vicedirettore del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, Carl Skau. In alcune aree dell'enclave costiera, ha raccontato al ritorno da una missione a Gaza in cui ha toccato con mano «paura, caos e disperazione», 9 famiglie su 10 non riescono a mangiare tutti i giorni. […] Per Philippe Lazzarini (Unrwa) ormai «a Gaza c'è l'inferno in terra».
In Qatar il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha sottolineato che i legami del suo Paese con il ramo politico di Hamas sono finalizzati al rilascio degli ostaggi, avvalorando l'idea che sforzi di mediazione continuino, nonostante il primo ministro qatarino, lo sceicco Mohammed Al Thani, sostenga che le continue operazioni militari israeliane stanno «restringendo la finestra» per un esito positivo.
Sul dossier degli ostaggi è intervenuto, con un audio messaggio trasmesso dalla tv Al Jazeera, anche Abu Obeida, il portavoce delle Brigate al-Qassam, che non si faceva sentire dalla fine di novembre e per questo iniziavano a circolare voci che fosse stato eliminato. «Senza trattative mirate - ha detto - nessun prigioniero tornerà libero».
Di altri prigionieri ha parlato ieri Netanyahu, confermando la versione dell'esercito secondo cui negli ultimi giorni «decine di terroristi» si sono arresi, in quello che appare lo sfondo di Jabalya. Dei 100 prigionieri palestinesi, l'esercito ha trattenuto i 40 che considera affiliati ad Hamas e ne ha liberati 60. […]
[…] «Per Hamas questo è l'inizio della fine», ha decretato […] il premier israeliano, puntando sull'effetto che le foto e i video degli arresti, diffusi in questi giorni, possa avere nel motivare altri alla resa. L'invito rivolto all'ala armata della fazione islamica è esplicito: «È finita. Non morite per Sinwar».
distruzione a gaza dopo gli attacchi israeliani 3
[…] L'esercito ha stimato di aver eliminato, nel corso di «scontri faccia a faccia» che si svolgono «in un'area densa e complessa», il 50% della linea di comando militare di Hamas delle Brigate Gaza e Northern Gaza e 7mila combattenti sul totale dei 17mila palestinesi uccisi, dichiarati dal ministero della Sanità della Striscia. Sono finora 97 i soldati caduti in combattimento nelle file dell'esercito di Israele.
hezbollah MONDIALI QATAR CERIMONIA INAUGURAZIONE AL THANI INFANTINOdistruzione a gaza dopo gli attacchi israeliani 1distruzione a gaza dopo gli attacchi israeliani 5distruzione a gaza dopo gli attacchi israeliani 2HEZBOLLAH IN LIBANO