LA FAMOSA AGENDA TRILATERAL DI GOLDMAN MONTI - GIORNALONI IN ESTASI PER LA NUOVA TOURNÈE DI SUPERMARIO A NEW YORK PER CONVINCERE GLI IMPRENDITORI A INVESTIRE IN ITALIA (CHIEDI A MARPIONNE) - COMINCERÀ DALLO SQUALO PIÙ GROSSO: IL FINANZIERE SPECULATORE GEORGE SOROS, AUTORE DELLA PROPOSTA SHOCK DI FAR USCIRE LA GERMANIA DALL'EURO….

Francesco Bei per "la Repubblica"

Con l'incontro e il breve scambio di battute con Barack Obama, sotto gli stucchi art deco del Waldorf Astoria, è iniziata ieri sera la settimana newyorkese del presidente del Consiglio. Una lunga missione incardinata sulla partecipazione all'assemblea generale dell'Onu, che tuttavia - come è ormai abitudine per Monti - diventerà l'occasione per una presentazione dei progressi fatti dall'Italia nel capitolo Riforme&Risanamento. Gli eventi clou, sotto questo aspetto, ci saranno domani e giovedì.

Mercoledì il premier incontrerà infatti a quattr'occhi il finanziere George Soros (in un luogo ancora sconosciuto e comunque lontano da occhi indiscreti, tanto che l'evento non figura nell'agenda ufficiale di Monti) per uno scambio di vedute sul destino dell'euro e sui progressi italiani. Soros, 82 anni, posto da Forbes al quindicesimo posto tra i Paperoni d'America con un patrimonio di quasi 20 miliardi di dollari (da solo potrebbe finanziare il piano Fabbrica Italia della Fiat), conosce bene il presidente del Consiglio.

Già a febbraio, sempre a New York, aveva infatti partecipato a una blindatissima colazione di lavoro con Monti insieme ad un'altra dozzina di capi di multinazionali, banche e fondi d'investimento. Allora si trattava di convincerli a tornare a comprare titoli italiani, mostrando loro i primi passi verso il risanamento.

Questa volta Monti si può invece presentare con qualche freccia in più nella faretra. E non solo perché è stato preceduto nel suo arrivo in Usa dalle stime dorate dell'Ocse, che ieri ha previsto una crescita del 4% in un decennio se l'Italia persevererà nel cammino intrapreso con il governo tecnico.

Monti illustrerà agli americani anche i progressi nella gestione della crisi dei debiti sovrani, con l'imminente entrata in funzione dell'Esm e lo scudo «illimitato» aperto dalla Bce di Mario Draghi. Proprio Soros quindici giorni fa, in un'appassionata apologia dell'Unione europea, scritta per la New York Review of Books, aveva lanciato la proposta choc di far uscire la Germania dall'euro se non si fosse dimostrata all'altezza di assumerne la leadership.

Posizioni che devono aver colpito Monti. L'obiettivo - precisava Soros - sarebbe ovviamente non quello di escludere la Germania, bensì di convincerla a «modificare radicalmente le sue posizioni» e le sue «idee preconcette» in campo economico e monetario. In questo senso, il finanziere propugnava la mobilitazione di una campagna d'opinione da parte della società civile e della «business community», che mirasse a far cambiare atteggiamento al governo di Berlino, facendo emergere il sentimento europeista dei tedeschi, ancora largamente maggioritario, ma oggi paralizzato «sotto l'incantesimo di false dottrine monetarie e di bilancio». Quelle sostenute dalla Bundesbank.

Dopo il faccia a faccia con Soros, il premier avrà modo giovedì mattina di spiegare agli studiosi del Council on Foreign Relation (uno dei più prestigiosi think tank bipartisan) la sua visione della «sfida per l'euro e il futuro dell'integrazione europea».

Una relazione tutta svolta in inglese, per poi filare nel grattacielo Bloomberg dove lo aspetteranno a colazione quegli stessi ceo delle banche d'investimento incontrati a febbraio. Non mancherà anche un'operazione di persuasione rivolta ai media a stelle e strisce, per mostrare al pubblico il volto di un'Italia che da «problema europeo» ormai è diventata «parte della soluzione».

Monti infatti concederà interviste in diretta a due star come Charlie Rose (il più famoso e «feroce» giornalista televisivo Usa) alla Pbs e Christiane Amanpour per la Cnn. Per poi incontrare a porte chiuse l'intero board degli editorialisti del Wall Street Journal. Ormai per Monti in Usa bisogna fare la fila.

 

BARACK OBAMA MARIO MONTIobama a cena con hollande monti merkel MARIO MONTI DA OBAMA jpegchristiane amanpour charlie rose George Soros HOTEL WALDORF ASTORIA

Ultimi Dagoreport

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…