de blasio poliziotti new york nypd

GRANDE MELA INDIFESA – LA POLIZIA DI NEW YORK BOICOTTA IL SINDACO DE BLASIO INCROCIANDO LE PISTOLE E MANGANELLI – DAL 22 DICEMBRE ARRESTI CALATI DEL 66%, MULTE PER TRAFFICO E SOSTA VIETATA MENO 90%, CONVOCAZIONI IN TRIBUNALE SCESE DEL 94%

Glauco Maggi per "Libero Quotidiano"

 

Bill De Blasio Bill De Blasio

De Blasio aveva un ricco capitale politico, il 75% circa dei voti quando fu eletto a fine 2013, e lo sta dissipando per estremismo e incompetenza, mix obbligato di chi governa guidato dall’ideologia statalista, con propensione al socialismo e alla demagogia anti-polizia. In 12 mesi ha perso la stima della NYPD: migliaia di agenti hanno voltato le spalle al maxischermo mentre parlava sabato al funerale di uno dei due agenti uccisi, e ieri alla cerimonia per gli 884 cadetti che hanno concluso il corso per entrare nei ranghi si è preso fischi e boo-boo dal pubblico.

 

Ciò che è più grave, gli agenti in servizio sono scesi in “sciopero bianco”: il clima di odio contro di loro fomentato dalle polemiche del sindaco ha spinto i poliziotti a badare alla propria sicurezza prima di tutto, esponendosi il meno possibile. Così, dal 22 dicembre gli arresti sono stati 1.820 contro i 5.370 del corrispondente periodo del 2013, il 66% in meno; le multe per violazioni al traffico 587 contro 10.069, il 94% in meno e quelle per sosta vietata 1.241 contro 14.699, il 92% in meno; le convocazioni in tribunale per condotte “criminali minori”, come bere alcol o urinare per strada, sono state 300 contro 4.831, il 94% in meno.

 

de blasio poliziotti new yorkde blasio poliziotti new york

Anche sul suo terreno preferito, quello “sociale”, De Blasio ha deluso: i senzatetto hanno toccato il massimo storico di 58.913 nel 2014, e il vice sindaco Tony Shorris ha ammesso «non è un buon numero». Il brutto è che le sue idee di governo non le aveva nascoste. «Tutto ciò che avete sentito su di me è la verità. Io non sono uno a favore del libero mercato. Io credo nella pesante mano del governo», disse in un meeting preelettorale con leader del settore immobiliare.

 

Ai maestri sindacalizzati, il braccio finanziario più ricco della sua campagna, promise di stoppare la crescita delle “charters schools”, scuole pubbliche gestite da privati e con docenti senza tessera. E alle organizzazioni dei neri e ispanici più radicali garantì lotta dura contro lo “Stop & Frisk”, la pratica grazie alla quale i suoi predecessori avevano ridotto gli omicidi annui ai 300 circa attuali dai 2.200 del tempo di David Dinkins.

 

de blasio poliziotti new yorkde blasio poliziotti new york

Concentrando l’attività nei rioni infestati dalla criminalità gli agenti di Giuliani-Bloomberg, e usando la “tolleranza zero” contro i reati minori, risanarono Times Square in centro ma fecero “pulizia” anche nel Bronx e a Brooklyn. Non dando tregua ai sospetti, è ovvio che la repressione colpisse soprattutto i neri, che sono oltre il 90% dei colpevoli, e insieme il 90% delle vittime dei fatti di sangue. Attaccando la polizia “razzista”, che in realtà ha salvato decine di migliaia di giovani vite nere in questi due decenni, De Blasio ha conquistato i cuori e i voti dell’ala radical liberal bianca del suo partito e i militanti di Al Sharpton, scaricando la NYPD.

poliziotti di new york voltano le spalle mentre parla il sindaco bill de blasiopoliziotti di new york voltano le spalle mentre parla il sindaco bill de blasio

 

I casi di Ferguson e di Staten Island hanno poi gettato benzina sul populismo, e dieci giorni fa l’esagitato nero Ismaaiyl Brinsley ha freddato i due poliziotti a Brooklyn, scrivendo su twitter che era una vendetta per i neri uccisi dai poliziotti bianchi. Dopo 20 anni di sindaci law & order, 8 del repubblicano Rudy Giuliani e 12 di Michael Bloomberg, repubblicano-indipendente, la città si sentiva stabilizzata nella sua sicurezza, e fiorente, con record di turisti. I 700mila che volevano “cambiare” (un 12esimo degli 8,5 milioni di residenti) hanno votato il sindaco rosso e ora la Grande Mela rischia di marcire.

 

Ultimi Dagoreport

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO