ALTRA CLAVE SUL CONCLAVE - NON È SOLO LA STAMPA ITALIANA, TANTO CRITICATA DA BERTONE, A “VOLER CONDIZIONARE” L’ELEZIONE DEL NUOVO PAPA: ORA CI SI METTE ANCHE IL “NEW YORK TIMES” – NEL MIRINO SODANO, PER LA “COPERTURA” DATA AL PEDOFILO MARCIAL MACIEL E AI SUOI ‘LEGIONARI DI CRISTO, E CONTRO 10 PORPORE ACCUSATE DI AVER COPERTO I PEDOFILI - PER LA STAMPA MESSICANA ANCHE IL CARDINAL RIVERA CARRERA È “IMPRESENTABILE”…

M. Antonietta Calabrò per il "Corriere della Sera"

«Wow, Jesus is demanding». L'ha scritto prima sul suo blog, poi su Twitter. «Prego anche per chi mi odia. Nelle mie preghiere quotidiane includo chi mi ama e anche chi mi odia», «coloro che non possono perdonarmi, i media che dicono costantemente male di me, quelli che mi disprezzano e mi odiano. Se non pregassi per tutte queste persone, non seguirei gli insegnamenti di Gesù».

Con questo spirito, il cardinale Roger Mahony ha partecipato sul sagrato di piazza San Pietro, assieme ad altri settanta cardinali, all'ultima udienza generale di papa Benedetto XVI. Non era in prima fila, dove c'era invece Timothy Dolan arcivescovo di New York che ha difeso il diritto-dovere di Mahony di partecipare al Conclave nonostante le polemiche sulla pedofilia che continuano a ferire la sua diocesi. Ma questo è normale perché Mahony ormai è un emerito, non è più l'arcivescovo titolare di Los Angeles.

Eppure Mahony, a poche ore dall'ultimo appuntamento pubblico di papa Ratzinger, ha voluto puntare l'indice di nuovo contro il cortocircuito mediatico di cui si sente vittima: «Non riesco a ricordare un altro periodo come quello attuale in cui la gente tende a essere così critica, così rapida ad accusare, giudicare e condannare» ha scritto. Aggiungendo: «E spesso con scarsi fatti reali e informazioni. Con le news 24 ore al giorno sette giorni su sette c'è poco o nulla in termini di controllo dei fatti; no analisi profonde; no contesti o storia offerti. Tutto viene riportato come "news" senza riguardo per le basi di quello che viene riportato».

Tanto che, ieri pomeriggio, quando è rientrato nella sua residenza romana presso il Collegio nordamericano - dove soggiornerà fino all'apertura del Conclave - ha spedito un altro tweet. «La tua migliore alternativa per una chiara, accurata, tempestiva informazione sulla Santa Sede è news.va. Mettilo tra i tuoi preferiti».

Nelle stesse ore è arrivato però un duro attacco del New York Times contro i cardinali che, coinvolti negli scandali dei preti pedofili, costituiranno un collegio di «fallibili» nell'elezione del nuovo Papa. Per il quotidiano americano il problema non è solo Mahony («che per certi versi ha ragione a dirsi un capro espiatorio»). Sono «almeno una decina i cardinali accusati di non aver rimosso preti coinvolti in abusi sessuali che si riuniranno nella Cappella Sistina».

In particolare il giornale attacca il decano del Sacro Collegio che presiederà la Missa pro eligendo pontefice (nonostante i suoi 85 anni, grazie ad una modifica voluta da Benedetto XVI nel suo ultimo Motu proprio): Angelo Sodano. Di Sodano il quotidiano ricorda la copertura accordata fino all'ultimo e per decenni ai Legionari di Cristo e al loro fondatore Maciel. Nelle stesse ore è scoppiato un nuovo caso di «impresentabile» in Messico, secondo quanto riportato dal quotidiano spagnolo El País.

Attivisti sociali ed ex membri del clero messicani avrebbero inoltrato una protesta in Vaticano per la presenza in Conclave del cardinale Norberto Rivera Carrera in quanto l'alto prelato, quando era vescovo di Tehuacan negli anni 80, avrebbe coperto gli abusi sessuali compiuti dal sacerdote Nicolas Aguilar in Messico e negli Usa.

Secondo El País, inoltre, «una delle lettere» indirizzate al cardinal Mahony e pubblicate dal Tribunale di Los Angeles lo scorso gennaio nell'ambito dell'inchiesta sui casi di pedofilia, «indica che Rivera era a conoscenza delle tendenze pedofile e dell'omosessualità di Aguilar».

Sette misure concrete che dovrebbero essere adottate dal nuovo Papa «per affrontare il problema degli abusi sui bambini da parte del clero» sono state indicate alla Cnn da Jeff Anderson, avvocato delle vittime degli abusi negli Stati Uniti. Anderson ha detto: «Rappresento centinaia di ragazzi sopravvissuti ad abusi sessuali del clero, e in due di questi casi ho citato in giudizio Benedetto XVI e la Santa Sede, perché veramente credo che tutte le strade portano a Roma e che la responsabilità sieda lì». Ma nel primo di questi casi, nell'agosto scorso, la Santa Sede è stata «assolta» dal Tribunale dell'Oregon.

 

 

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