“IN FRATELLI D’ITALIA C’È CHI NON VUOLE CHE MI CANDIDI” - LA NIPOTE DEL DUCE, RACHELE MUSSOLINI, CHE ALLE COMUNALI DI ROMA DEL 2021 È STATA LA CONSIGLIERA CHE HA PRESO PIÙ VOTI IN ASSOLUTO, LANCIA QUALCHE SILURO AL PARTITO PER LA MANCATA CANDIDATURA ALLE EUROPEE: “IO SCARTATA PER LA MIA IDEA PROGRESSISTA DI FAMIGLIA? SONO MODERATA, UN CONTRALTARE ALLA COMPONENTE INTEGRALISTA CATTOLICA NEL PARTITO. SONO DIVERSA E LO RIVENDICO - LA FAMIGLIA TRADIZIONALE È DA PRESERVARE MA LA SOCIETÀ È CAMBIATA - GIORGIA MELONI? NON HO RAPPORTI CON LEI”
Estratto dell’articolo di Andrea Arzilli per il “Corriere della Sera”
Rachele Mussolini nelle Comunali di Roma del 2021 è stata la consigliera che ha preso più voti in assoluto. Il suo nome, infatti, girava in ottica Europee, come già due anni fa per le Politiche, salvo poi restare fuori dalla lista di Fratelli d’Italia.
Mussolini, come se lo spiega?
«Come per le elezioni a sindaco, fanno girare nomi per bruciarli. È capace che lo abbiano fatto circolare dal partito. Nella realtà non sono stata chiamata da nessuno».
maricetta tirrito rachele mussolini 2
Perché qualcuno di FdI avrebbe voluto bruciarla? Per il suo cognome?
«Sono orgogliosa del mio cognome, per mio padre. So che è pesante, ma non un problema in FdI. Quando per la prima volta ho fatto politica mettendoci la faccia, nel 2016, FdI mi ha chiesto di mettermi in prima linea e mi ha sostenuta. Sono certa, però, che alle Europee, del mio nome si sarebbe parlato, avrebbero detto “la Meloni candida la nipote del Duce”».
Quindi cos’è cambiato dal 2016 a oggi?
«È cambiato il partito, che è cresciuto. E stavolta forse ha pesato il fatto che sono una donna».
Nel partito della prima donna premier? Ha sentito Meloni?
«No, non ho rapporti con lei. […]».
C’è chi dice che è stata scartata proprio per la sua idea progressista e laica di famiglia.
«Sono moderata, un po’ contraltare a questa componente integralista cattolica interna al partito, che rispetto. Sono diversa e lo rivendico, non mi appiattisco. Dico solo che la famiglia tradizionale è, sì, da preservare: l’ideale sarebbe quella del Mulino bianco, che però non esiste. Bisogna tenere conto del fatto che la società è cambiata».