NO, TU NO – LA CASSAZIONE NEGA A MARCELLO DELL’UTRI DI USCIRE DA GALERA - EPPURE IL MEDICO DI REBIBBIA HA STABILITO CHE LE SUE CONDIZIONI FISICHE “NON SONO COMPATIBILI” CON IL REGIME CARCERARIO – L’EX SENATORE (75 ANNI) E’ IN ATTESA DI UNA NUOVA PERIZIA MEDICA: HA IL DIABETE E GRAVI PATOLOGIE CARDIOVASCOLARI
Filippo Facci per Libero Quotidiano
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Marcello Dell' Utri rimarrà in carcere. E premettiamo, subito, che è un sistema malato quello che potrebbe condurre Dell' Utri a morire in carcere: un sistema che riguarda molti altri detenuti, senz' altro, ma che ora spinge a occuparsi soltanto di lui per la banale ragione che è più noto di altri. In questo sistema malato ci sono due mondi che stridono tra loro.
Da una parte alcune applicazioni di legge che tendono a non attribuire allo Stato un ruolo "vendicatore", un ruolo cioè che si accanisca su un detenuto anche se fosse in condizioni di salute critiche: è questo che spinge lo stesso Stato, in ossequio alla Costituzione, a scarcerazioni che talvolta paiono paradossali e ingiuste. Dall' altra parte, affianco a questa interpretazione che a livello popolare è poco compresa, si muove da decenni un secondo binario in cui altre applicazioni di legge "emergenziali" (i reati di mafia) si muovono su tutt' altro terreno, e offrono il fianco a seri dubbi di legittimità costituzionale, oltre a contrastare con molte convenzioni internazionali.
È come se avessimo due codici o gironi separati: uno per la criminalità comune (che negli ultimi anni è però molto cambiata) e un altro per la criminalità mafiosa (che negli ultimi anni è ancor più cambiata). Chi finisce nel secondo girone, in Italia, è spacciato: ma finirci è un attimo.
REATO GRAVE
E torniamo alla notizia, che è questa: Marcello Dell' Utri rimarrà in carcere e non avrà il beneficio della liberazione anticipata. L' ha ribadito la Corte di Cassazione (con notizia resa nota ieri) che ha giudicato corretto il giudizio già espresso dal Tribunale di Sorveglianza di Bologna il 14 febbraio scorso. A esprimersi era stato quest' ultimo perché Dell' Utri, all' epoca, era recluso in Emilia Romagna, a Parma, ma nel frattempo la complicazione delle sue condizioni di salute aveva comportato un trasferimento nel carcere romano di Rebibbia, o meglio - dal 13 maggio - nel reparto protetto dell' ospedale Pertini.
Dell' Utri è stato condannato a 7 anni ed è in carcere dal 12 aprile 2014, e i suoi avvocati avevano chiesto l' applicazione di una legge del 2013 che era stata studiata per ridurre il sovraffollamento delle carceri: prevede uno sconto di pena fino a 75 giorni ogni sei mesi di galera, più del doppio dei 30 che vengono scontati normalmente.
Ma Dell' Utri è stato condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, quindi rientra nel girone degli esclusi da questo beneficio: è quanto aveva detto il tribunale di Sorveglianza di Bologna ed è quanto si è limitata a confermare la Cassazione. Il reato è troppo grave. E qui si aprirebbe il fronte smisurato che riguarda questo contestatissimo non-reato che è, appunto, il concorso esterno in associazione mafiosa, oggetto di centomila articoli anche su questo giornale: ma ne parleremo un' altra volta.
Prima, infatti, c' è la salute: non vorremmo che le condizioni fisiche di Dell' Utri finissero in fondo all' elenco - ora - come se fossero soltanto un espediente di ripiego escogitato dai suoi avvocati. Non è così. Dell' Utri è malato sul serio e rischia di morire in carcere, come detto: come molti altri detenuti, senz' altro, ma che ora spinge a occuparsi di lui - rieccoci - solo perché è più noto di altri.
NUOVA PERIZIA
Non stiamo parlando del solito mal di carcere, anzi, è stato proprio il medico di Rebibbia ad aver spiegato in una relazione (10 maggio scorso) che il quadro clinico di Dell' Utri è «non compatibile» col regime carcerario. Ha gravi patologie cardiovascolari ed è stato aggredito da una brutta setticemia (infezione cronica) e ci si è messo pure il diabete. Ha 75 anni, non è proprio di primo pelo.
Lui sostiene che il problema della sua notorietà sta funzionando al contrario (non lo scarcerano perché è Dell' Utri) ma su questo non ci esprimiamo: dovrebbe bastarci che il Tribunale di sorveglianza di Roma abbia deciso per una nuova perizia medica, e stiamo aspettando quella.
Ma resta da chiedersi - ce lo chiediamo noi, almeno - quanto potrà essere sereno un giudizio riservato a chi è appunto recluso nel "secondo girone", quello dove in Italia, praticamente, non ti scarcerano neanche da morto. Nell' attesa, Dell' Utri sta facendo apprendistato.