MARINO, GABBATO E CONTENTO - DOPO LA SFURIATA DEL SINDACO-CICLISTA, RENZI HA DOVUTO PRECISARE CHE GABRIELLI NON SARÀ “COMMISSARIO” MA “COORDINATORE” DEL GIUBILEO - AL GOVERNO INTERESSA SOLO CHE MARINO RESTI FUORI DALLE SCATOLE
Francesco Bei per “la Repubblica”
IGNAZIO MARINO - MATTEO RENZI - VIGNETTA DI BENNY
Una capriola lessicale per non umiliare il sindaco. Il prefetto di Roma Franco Gabrielli non sarà “commissario” ma “coordinatore”. Ai fini della gestione del Giubileo non cambierà molto, ma il maquillage linguistico - deciso ieri dopo la sfuriata di Ignazio Marino - almeno salva le apparenze: il sindaco di Roma non verrà formalmente “commissariato” dal governo anche se di fatto non potrà gestire in autonomia (come sperava) l’evento più importante del suo mandato.
marino renzi foto mezzelani gmt325
È questo il compromesso a cui si sta arrivando dopo le indiscrezioni sull’imminente decisione del governo di affidare in esclusiva a Gabrielli il Giubileo proclamato da papa Francesco. Il modello amministrativo sarà copiato da quello per l’Expo di Milano. Sarà creato infatti un «tavolo tecnico di coordinamento », presieduto appunto da Gabrielli, a cui parteciperà Marino, per la mobilità cittadina e l’accoglienza, il governatore Zingaretti, la prefettura come titolare della sicurezza e, ovviamente, il Vaticano.
È chiaro che il “dominus” sarà comunque il prefetto, terminale diretto con palazzo Chigi e con Renzi. Che sia questa la chiusura finale dell’accordo lo dimostrano anche le parole di Fabrizio Cicchitto, Ncd, che su Roma mantiene le antenne dritte: «Peccato, sembra rientrare l’ottima idea di dare al prefetto Gabrielli l’incarico di svolgere il ruolo di commissario-supervisore per il Giubileo e ciò indipendentemente dalla vicenda riguardante le dimissioni o meno di Marino».
In realtà l’idea non è tramontata affatto, ha solo cambiato d’abito. Marino infatti sembra sia giunto sul punto di dimettersi se l’idea di commissariarlo fosse andata avanti. «Rutelli - ha protestato nelle riunioni con il governo- è stato contemporaneamente sindaco e commissario straordinario per il Giubileo. Cos’ho io di diverso da lui?». C’è voluto del bello e del buono per rassicurarlo, gli hanno dovuto spiegare che a quel tempo, quindici anni fa, la situazione giuridico-amministrativa era totalmente diversa e nemmeno lontanamente paragonabile.
Per non parlare della debolezza della giunta dopo lo scandalo di Mafia Capitale. In più gli è stata garantita una dotazione rilevante di fondi «che cambieranno la città e la tua immagine presso i romani ». Il sottosegretario Claudio De Vincenti ha studiato a fondo la questione. Si ipotizza di trovare i soldi - circa 400 milioni di euro - stornandoli dal debito consolidato. Oppure di conferire una parte dell’immenso e inutilizzato patrimonio immobiliare del comune a un fondo gestito dal Tesoro o dalla Cassa depositi e prestiti, anticipando al Campidoglio il valore degli immobili che saranno valorizzati in seguito. Una partita di giro, insomma, che farebbe però affluire risorse fresche nella casse esan- gui della Capitale.
Sta di fatto che la considerazione di cui gode Marino nel Pd e nel governo ha raggiunto i minimi. E certo non ha aiutato il modo in cui il sindaco ha gestito sul piano mediatico gli ultimi passaggi, con quei gesti di vittoria di fronte ai contestatori nell’aula Giulio Cesare o le gaffe con i giornalisti «poveri cristi », fino alle accuse dirette al Pd descritto come «nemico».
Un senatore romano vicino al premier fotografa la situazione in modo impietoso: «Il sindaco, che non c’entra nulla con i corrotti, avrebbe dovuto dimettersi appena scoppiato lo scandalo. Così si sarebbe potuto evitare questa agonia e magari lo stesso Marino avrebbe potuto rilanciarsi e ricandidarsi. Adesso possiamo soltanto rinviare l’inevitabile e arrivare almeno alla fine del Giubileo».
Comunque, per Matteo Renzi e il commissario Matteo Orfini ormai il dado è tratto e la linea è quella di puntellare il sindaco politicamente e con l’aiuto amministrativo di Gabrielli. Per dimostrare la vicinanza del Pd alla “sua” giunta, Orfini ha organizzato per oggi l’uscita di 50 banchetti del partito in tutta la città: militanti, parlamentari e dirigenti distribuiranno un milione di cartoline per illustrare i risultati ottenuti dalla giunta comunale e da quella regionale. «Torniamo in strada nel momento più difficile - spiega Orfini - per dimostrare che siamo pronti a ripartire».