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NOMINA TU CHE NOMINO ANCH'IO – IL CENTROSINISTRA ACCUSA GIORGIA MELONI DI FARE ESATTAMENTE QUELLO CHE HA FATTO PER DECENNI, CIOÈ LOTTIZZARE – IL FOGLIO: “GIOVEDÌ LETTA CRITICAVA LA SOSTITUZIONE ALL’AIFA DI MAGRINI NOMINATO DA SPERANZA COL GOVERNO CONTE II, AL POSTO DI LUCA LI BASSI, A SUA VOLTA MESSO LI' DA GIULIA GRILLO COL GOVERNO GIALLOVERDE - LE NOMINE PUBBLICHE SONO IL GORGONZOLA DEI POLITICI: LORO NE SENTONO L’ODORE DA LONTANO”
Estratto dell’articolo di Salvatore Merlo per “il Foglio”
GIORGIA MELONI ALLA CONFERENZA STAMPA DI FINE ANNO
Le nomine pubbliche sono il gorgonzola dei politici: essi ne sentono l’odore da lontano, prima di ogni altro, e vi si avviano ogni volta con sicuro istinto. Perciò appare inspiegabile lo scandalo destato nel Pd dal fatto che Giorgia Meloni stia adesso facendo le sue nomine mandando via i nominati del centrosinistra, esattamente come facevano quelli del centrosinistra prima di lei mandando via i nominati del centrodestra.
E’ una giostra. Se nomini tu “è alto profilo”, se nominano gli altri è subito “lottizzazione”. Giovedì, per dire, Enrico Letta criticava la sostituzione, all’Aifa, che sarebbe l’agenzia italiana del farmaco, di Nicola Magrini. Ebbene Magrini era stato nominato da Roberto Speranza col governo Conte II, che lo aveva messo lì mandando via Luca Li Bassi, che era stato a sua volta nominato da Giulia Grillo col governo gialloverde, che lo aveva messo lì mandando via Mario Melazzini, che era stato nominato da Beatrice Lorenzin col governo Renzi...
GIORGIA MELONI ALLA CONFERENZA STAMPA DI FINE ANNO
Lo chiamano spoils system. Lo praticano tutti. Ed è un po’ come la canzone di Angelo Branduardi, alla fiera dell’est: e venne il bastone, che picchiò il cane, che morse il gatto, che si mangiò il topo, che al mercato mio padre comprò. In sostanza, o sbagliano sempre tutti i governi, o altrimenti è legittimo che ciascuno si possa avvalere di una norma che consente a chi governa di nominare i dirigenti pubblici di cui più si fida. Mandando via gli altri. A proprio rischio e pericolo, peraltro. Perché un dirigente cetriolo poi fa pasticci e ti mette nei guai. E a questo proposito citiamo qui, casualmente, Pasquale Tridico, il presidente dell’inps nominato da Luigi Di Maio ai tempi gialloverdi e ora arrivato alla scadenza del suo mandato.
I GRAND COMMIS DEL GOVERNO MELONI
Tridico, per dirne una, è quello che fino a ieri andava in giro dichiarando che il reddito di cittadinanza “ha ridotto la povertà del sessanta per cento”. Un personaggione. Uno che se in trattoria qualche volta non glielo avessero temerariamente proposto al burro, forse sarebbe passato attraverso la vita ignorando che esiste il cervello. Ma il nuovo governo se lo deve tenere, Tridico. Lo deve riconfermare. Altrimenti lottizza. Ovvio. […] Non si fanno queste cose. All’anpal, il Pd mica ci ha messo Raffaele Tangorra mandando via il gialloverde Domenico Parisi che a sua volta era stato messo lì da Di Maio mandando via Maurizio Del Conte che era stato messo lì da Renzi. La fiera dell’est. Eh no.
pasquale tridico presidente inps foto di bacco
nicola magrini